Sacerdote indiano a Modica, per Diocesi Noto non è autorizzato

Anthony Antyson Cheruvarappil è il nome del sacerdote indiano finito in cronaca, nella parte orientale della provincia iblea, in questi giorni con un passaparola fra persone. Passaparola che è stato stoppato stamane da un decreto del vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, da bollino rosso. Il protagonista di questa storia opererebbe nel territorio di Modica dove sarebbe ospite di una famiglia del posto. Le persone presenti ai suoi incontri, che il missionario terrebbe in un noto locale di intrattenimenti nel Modicano, aumentano di volta in volta: credenti, curiosi, agnostici, disagiati. Tutti attratti da Padre Anthony Antyson Cheruvarappil che, secondo una ricerca, sarebbe arrivato in città dopo essere stato in altre parti della penisola, dalla Sardegna all’Emilia Romagna in una Unità Pastorale dell’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio.

Il vescovo Rumeo avrebbe cercato di capire la sua appartenenza ecclesiale.

“Ho voluto informarmi circa la sua appartenenza ecclesiale a qualche Diocesi, Ordine o Movimento cattolico – ha scritto nel Decreto inviato ai parroci per diramarlo ai fedeli – purtroppo le notizie rinvenute non sono rassicuranti poiché attestano, ad esempio, che al suddetto sacerdote è stato fatto divieto di svolgere il suo ministero per ‘grave turbamento spirituale’ e ‘disorientamento’ dei fedeli (cfr. Notifica del 01.02.2019 della Diocesi di Tempio Ampurias)”. Mons. Rumeo spiega anche che costui “non ha mai chiesto ed ottenuto, come imposto dalle norme canoniche, alcuna licenza per l’esercizio ministeriale nella nostra Diocesi – scrive ancora il vescovo – desiderando preservarsi da ogni forma di abuso di grave abuso e in spirito di prudenza pastorale”.

Tre le esortazioni che arrivano dalla Curia netina ai fedeli.

“Non intrattenere alcun tipo di rapporto spirituale, ad esempio confessione e direzione spirituale, non frequentare incontri e riunioni promosse da lui stesso o che prevedono la sua presenza, alla ricerca di manifestazioni carismatiche straordinarie e non invitare altre persone a partecipare ai suddetti incontri e riunioni. Confidando nel vostro buon giudizio – conclude il vescovo Rumeo – vi invito alla prudenza ed all’osservanza di quanto indicato”.
Il diritto canonico impegnerebbe ciascun sacerdote o missionario che arriva in un territorio a chiedere l’autorizzazione a celebrare ed a tenere incontri.

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