IL CORSO DI FORMAZIONE TRA MEDIA E MINORI

Un corso di formazione su media e minori, nel luogo in cui fu ucciso il piccolo Loris e in cui si sono registrati tanti eccessi da parte dei giornalisti. L’occasione, per una riflessione collettiva sulla professione, è stata proprio l’assemblea annuale dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia con il convegno sul tema “Quando l’informazione non e’ minore – Cogne, Rignano, Avetrana, Santa Croce: avanti il prossimo?”, che si è tenuta nella biblioteca comunale “Giovanni Verga”, nel piccolo centro ragusano di Santa Croce Camerina. Un paese divenuto suo malgrado ‘simbolo’ del mancato rispetto delle norme deontologiche, come la Carta di Treviso, spesso calpestate. Una scelta non casuale, voluta dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia e da Assostampa per riflettere sui doveri della professione sovente schiacciata tra il dovere di informare e il rispetto della dignita’ della persona. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, la vicepresidente dell’ufficio del Garante della Privacy, il magistrato Augusta Iannini, il presidente nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino, il sindaco del paese, Franca Iurato, l’avvocato Ignazio Galfo, il consigliere nazionale dell’Ordine Franco Nicastro che ha coordinato gli interventi e il presidente dell’Ordine Riccardo Arena che ha introdotto i lavori, preceduti dalla proiezione del video realizzato “Loris, un delitto in favore di telecamera” (nella foto da sinistra il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, il segretarioe dell’Ordine Concetto Mannisi e il presidente nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino). 

“Il rapporto tra media e minori è pieno di criticità irrisolte – ha esordito la Iannini –  in tutti questi episodi, Cogne, Avetrana e ora Santa Croce Camerina, si registra una grossolana ipocrisia. I principi contenuti nella Carta di Treviso sono chiaramente indicati ma loro applicazione è deludente nonostante il diritto alla riservatezza sia sovraordinato al diritto di cronaca. Credo che l’interesse pubblico a esser informati possa essere rispettato garantendo l’anonimato dei minori  nel rispetto della dignità delle persona”. La Iannini ha poi posto l’accento sui limiti dell’azione del Garante che spesso interviene solo dopo che il danno e’ stato compiuto e per impedirne la ripetizione: “Non bastano gli interventi sanzionatori  -ha proseguito- occorre una maggiore responsabilita’ da parte dei giornalisti. E nel caso dei minori il rispetto dei principi deontologici dovrebbe esser totale. Il diritto alla serenità è  prioritario rispetto al diritto di cronaca. Il mio auspicio –ha concluso- è che i comportamenti siano piu’ netti, per questo motivo ritengo imprescindibile l’aggiornamento del codice deontologico, ad esempio con l’adozione di quello tedesco che tratta casi concreti, in modo che a nessuno sia concessa l’interpretazione ma solo l’applicazione delle regole”. Più duro l’affondo di Iacopino che ha stigmatizzato duramente alcuni degli episodi che hanno caratterizzato le vicende di Santa Croce Camerina, come la ‘casuale’ intervista del Cacciatore da parte di una giornalista Mediaset. “Credo che oggi –ha detto Iacopino– sia un momento di consapevole vergogna per molti dei comportamenti adottati i giornalisti in questa vicenda. Sento il bisogno di scusarmi con il sindaco della città per alcune delle cose che sono state fatte e sento la necessita’ di scusarmi con la famiglia Stival e anche con la signora Veronica perché la presunzione di innocenza e’ un diritto inalienabile. Noi giornalisti dobbiamo fare i cronisti e non i giudici:  questo non è giornalismo è sciacallaggio – ha concluso-  ed è ben diverso dal diritto sancito dalla Costituzione dei cittadini a esser informati e dei giornalisti a informare”.“Torniamo sul luogo dell’omicidio del piccolo Loris Stival –ha sottolineato Arena– dopo avere cercato la verità a tutti i costi, con la pretesa di far esistere una verità che fosse non “la” verità ma la nostra verità, cosa che ha fatto emergere l’esigenza di trasformarci in detective. Pur rendendoci conto della assoluta esigenza, di fronte a fatti di questa importanza, di assicurare un’informazione il più possibile ampia e libera da condizionamenti, finiamo con l’incorrere sempre negli stessi comportamenti deteriori. La gazzarra, lo stazionamento persistente, il dare la stura a comportamenti deteriori di altri, il pagare le interviste. Non è solo Santa Croce, il problema è il senso delle regole, dell’informazione che deve avere il coraggio, la forza, la capacità, se non proprio di fermarsi di fronte alle esigenze superiori di chi non ha voce, come i bambini, deve trovare nelle regole il proprio punto di riferimento”.

Dopo il dibattito, si è svolta l’assemblea che si è conclusa con le relazioni del tesoriere dell’Ordine, Filippo Mulé, del presidente del Collegio dei revisori, Placido Ventura, l’intervento del presidente del Consiglio di disciplina territoriale, Giuseppe Lazzaro Danzuso, e la relazione del presidente Arena sullo stato della professione nell’Isola. Al termine, dopo l’approvazione del bilancio, sono stati premiati i giornalisti che hanno raggiunto i 35 e i 50 anni di iscrizione all’albo, a quali sono state consegnate delle targhe commemorative.

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