IL CONSIGLIO COMUNALE DI RAGUSA DICE NO ALLE LEGGI SPECIALI ANTI BLACK-BLOC

Gli scontri di sabato scorso a Roma hanno creato delle reazioni nelle istituzioni e nella popolazione tutta.

Il Ministro dell’Interno Maroni poche ore fa in un’informativa al Senato ha annunciato la linea dura che intende seguire: arresto in flagranza differita, DASPO anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni, maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia, l’arresto obbligatorio per chi in prossimità delle manifestazioni viene trovato in possesso di kit da guerriglia urbana.

Il provvedimento, già definito “Legge Reale Bis” fa discutere e anche se non si tratta di leggi speciali ma di strumenti per prevenire la violenza, in molti pensano che alcune normative possano essere restrittive della libertà personale.

Antonino Barrera, Consigliere del PD di Ragusa, ha posto all’attenzione del Consiglio Comunale le ragioni della protesta pacifica che era stata organizzata dai cosiddetti “Indignati” a Roma che è finita purtroppo in secondo piano per via degli atti di violenza che si sono verificati.

“Nel corso della discussione” – ha spiegato Barrera – “ho evidenziato anche le ragioni della manifestazione dei rappresentanti delle forze dell’ordine e la mia contrarietà a leggi speciali. Considerato che l’argomento è di notevole importanza politica è stato presentato un mio ordine del giorno, sottoscritto anche da Giorgio Massari, allo scopo di consentire una più ampia discussione nella prossima riunione: le ragioni di disagio e di crisi riguardano di fatto anche i nostri concittadini e sarebbe un errore sottovalutare le ricadute locali della protesta pensando che la questione riguardi soltanto le capitali europee o mondiali.”

Per queste ragioni, a nome del Consiglio Comunale di Ragusa, è stata scritta una lettera destinata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a Maroni: nel messaggio si sostengono in primis le forze dell’ordine e i manifestanti pacifici. Questi ultimi infatti protestano per motivi di preoccupazione che non sono infondati. La crisi finanziaria e i suoi effetti negativi sul lavoro e sulla condizione di vita delle famiglie, la mancanza di provvedimenti radicali a favore di chi non possiede grandi patrimoni, hanno evidenziato alcuni ulteriori elementi di rischio sociale verso cui si va incontro in assenza di interventi incisivi sul piano economico, della crescita e dello sviluppo.

Sarebbe un errore dunque assimilare l’azione di provocatori organizzati alle azioni di protesta civile e democratiche, non partitiche, di tantissimi cittadini onesti, disoccupati, precari, giovani, che intendono portare all’attenzione della politica e delle istituzioni le conseguenze della crisi economica e finanziaria appunto sulle fasce giovanili e su quelle più deboli della società.

Va perciò comunque garantito il diritto di manifestazione a tutti nel rispetto delle regole democratiche e delle norme vigenti nel nostro Paese.

Nella lettera sottoscritta da Antonino Barrera si prosegue poi con la condanna di ogni atto violento teso non soltanto a provocare danni materiali e fisici, ma soprattutto a delegittimare le regole democratiche.

Si esprime solidarietà ai cittadini che intendevano manifestare pacificamente per il lavoro, per la qualità della vita, per il futuro dei giovani.

Si sostengono inoltre le forze dell’ordine e le loro richieste in materia di nuove assunzioni e di nuove risorse. Ma il punto più importante è uno: la contrarietà all’emanazione di norme che limitino la libertà individuale di chi rispetta le leggi. Nella lettera dunque si invitano gli organi preposti ad attivarsi applicando quelle esistenti, potenziando invece le risorse e gli organici delle forze dell’ordine ed approntando provvedimenti per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione.

Poche ore fa però Maroni ha annunciato la sua intenzione di non emanare leggi speciali, ma potenziare quelle vigenti: “Sabato scorso a Roma” – ha dichiarato il Ministro dell’Interno –“ c’é stata un’inedita forma di terrorismo urbano, con la cieca violenza di tremila incappucciati che ha oscurato la protesta di migliaia persone che volevano solo manifestare. Le informazioni sul movimento dei violenti c’erano tutte, ma le norme di legge attuali non consentono di procedere a fermi e arresti di chi è solo sospettato di volere partecipare a violenze di piazza”

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