Il concorso per i 46 agenti forestali sarà annullato

Il concorso per assumere i 46 agenti forestali va annullato. Lo ha deciso l’avvocatura generale di Stato. Il motivo? La commissione d’esame che ha condotto le fasi di selezione è illegittima. Anche la prova scritta che ha visto arrivare primo con il massimo del punteggio il figlio dell’ex capo della Forestale Giovanni Salerno (lo stesso che aveva indicato il presidente della commissione) va rifatta, facendo però salve tutte le domande dei candidati. A riportare la notizia, Repubblica Palermo. Il concorso, come si ricorderà, si è espletato a novembre e sin dal primo momento le polemiche non sono mancate, dato il palese conflitto d’interessi.

IL CONCORSO

La situazione del concorso per l’assunzione di 46 agenti forestali è giunta a una conclusione prevedibile, confermando le indicazioni già fornite dalla commissione ispettiva nominata dal governatore Renato Schifani. Nonostante la relazione della commissione e le polemiche seguite alla pubblicazione della graduatoria provvisoria, il dipartimento della Funzione pubblica non ha immediatamente seguito le indicazioni del presidente.

Il problema del conflitto d’interessi, causato dalla firma della dirigente del dipartimento Carmen Madonia, nominata su indicazione dell’ex Capo della Forestale in pensione, è stato al centro dell’annullamento degli atti. Il processo di selezione ha coinvolto più di duemila partecipanti under 30, ma solo 600 hanno superato la prova scritta.

LA PROTESTA DEGLI “IDONEI”

Dopo l’annuncio dell’annullamento (ancora in attesa di conferma), gli idonei si sono organizzati in un comitato spontaneo, scrivendo al presidente della Regione, alla giunta e ai deputati all’Ars. Nella lettera, esprimono rabbia per l’ingiustizia di far pagare a tutti le colpe di pochi e chiedono una soluzione alternativa per chi ha partecipato in buona fede. Anche i “non idonei” sono pronti a battersi per una seconda chance. Fra i 20 mila candidati, infatti, vi erano anche i ragazzi che hanno superato il concorso onestamente, gli “idonei” costretti nel 2023 ad “Assistere inermi a questo “nepotismo” che, in Sicilia, così come in tutta Italia, è duro a morire”, si legge in una lettera inviata.

Nonostante la richiesta di ulteriori approfondimenti da parte del dipartimento della Funzione pubblica, l’Avvocatura generale dello Stato ha confermato la decadenza della commissione e l’annullamento degli atti. Ora spetta alla Regione pubblicare il decreto di annullamento e gestire le possibili richieste di risarcimento da parte degli idonei. La vicenda, costata già 800 mila euro alla Regione, è attualmente sotto inchiesta della procura della Corte dei Conti.

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