IL CASO SCICLI

“La partigianeria con cui è stata accolta la sentenza di assoluzione dell’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, rispetto a cui abbiamo già espresso il nostro compiacimento, mettendo in rilievo soprattutto l’aspetto umano, ci deve fare riflettere con attenzione sul cosiddetto caso Scicli. E, soprattutto, ci deve fare stare vigili sui percorsi da attuare che devono sempre tenere nella dovuta considerazione l’equilibrio, il rispetto delle sentenze e la massima attenzione nei confronti della nostra collettività e della necessità di garantire, come ho già avuto modo di sottolineare, l’agibilità democratica a palazzo di Città. Affinché Scicli possa tornare ad esprimere le proprie rappresentanze politiche democraticamente elette”. E’ l’on. Orazio Ragusa che torna ad intervenire sulla delicata vicenda giudiziaria che ha riguardato e continua a riguardare la città. “Ecco perché – afferma l’on. Ragusa – attraverso l’azione congiunta con l’on. Nino Minardo, abbiamo interessato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, affinché, in maniera diretta, possa tornare ad esaminare le carte del cosiddetto caso Scicli e valutare con la massima attenzione se esistono i margini per rivedere le scelte che hanno portato il Governo nazionale ad attuare il provvedimento legato allo scioglimento del Consiglio comunale. Un provvedimento che, naturalmente, ha fatto male alla città costretta a rimanere con il fiato sospeso in attesa che la complessa e delicata vicenda giudiziaria si completi. Adesso che siamo arrivati al pronunciamento di primo grado e che i contorni sembrano essere più chiari (senza dimenticare, però, che i gradi di giudizio sono tre), sembrano esserci le condizioni per fare in modo che determinate scelte possano essere riviste o quantomeno sia presa finalmente in considerazione la presa di posizione di una intera collettività che rivendica, giustamente, il fatto di non essere considerata mafiosa. Ritengo che il ministro Alfano, anche grazie all’intervento dell’on. Minardo, potrà fornire, dopo le valutazioni del caso, un proprio responso rispetto all’analisi di una questione che, resta, comunque, molto complessa al di là delle determinazioni assunte dal Tribunale di Ragusa. Per cui ogni indirizzo non può che essere demandato al Governo nazionale fermo restando che i rappresentanti istituzionali locali, ora che sono stati assunti altri elementi sul caso Scicli, hanno il dovere di fare sentire la propria voce, che è poi la voce di una città che nonostante tutto ha continuato a crescere e a investire, sempre di più, sul comparto turistico e sulle proprie bellezze architettoniche, per comprendere in che modo a questa situazione possa essere apposto un punto fermo. Chiedo, inoltre, alla triade commissariale di attivarsi e di superare quella che sembra una fase di impasse amministrativa perché la città ha bisogno di pianificare e programmare, è una città viva che ha bisogno di potere contare su scelte ben precise per il proprio futuro, a cominciare da quelle che occorre predisporre per la programmazione comunitaria 2014-2020, scelte da prendere proprio in questa fase perché altrimenti rischieremmo di perdere il treno. I cittadini, che pagano le tasse, hanno bisogno di risposte. In tutti i campi. Ribadisco, altresì, che da parte di tutti c’è la necessità di rispettare le sentenze da qualsiasi organo giudicante le stesse provengano. Ecco perché, visto che l’iter è molto complesso, è necessario non lasciarsi andare a giudizi affrettati, parlo della vicenda complessiva, che possono anche sviare. Prima, attendiamo che la Giustizia completi il proprio percorso. In ultimo, voglio lanciare un invito alla serenità e all’unione. Su questi argomenti, per il bene di Scicli, del futuro della nostra città, non possiamo dividerci. E’ un invito che mi sento di rivolgere a tutti, a cominciare dai rappresentanti delle istituzioni e dei partiti. In questo senso, offro sin da ora la mia disponibilità a collaborare per il bene della città”.

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