Il caso del piccolo Evan a Chi l’ha visto?: “Poteva essere salvato”. La mamma dichiara di non essere più manipolata e “vuole giustizia”

Approda a Chi l’ha vito? il caso del piccolo Evan, il bambino di 21 mesi di Rosolini morto all’ospedale Maggiore di Modica il 17 agosto a causa delle gravi ferite ricevute.

La procura di Siracusa ritiene responsabili la giovane madre, Letizia Spatola e il suo compagno, Salvatore Blanco. Il bambino era stato tre volte al pronto soccorso in poche settimane per gravi lesioni e fratture.

Adesso, emerge che vi fossero in casa delle microspie, messe dai Carabinieri. Ma le intercettazioni delle microspie in casa sarebbero state ascoltate dai Carabinieri solo dopo la sua morte. A sostenerlo ai microfoni del programma condotto da Federica Sciarelli è Natale Di Stefano, il legale della mamma: “Avevano fatto una perquisizione nel corso della quale avevano messo delle microspie. Ci sono state per 15 giorni intercettazioni ambientali non ascoltate dai Carabinieri”, ha raccontato. Gli strumenti avrebbero registrato qualcosa di importante, ma l’ascolto in diretta – quello che avrebbe potuto allertare e prevenire la morte del bambino – sarebbe mancato.

“Quell’ascolto avrebbe potuto dare un corso diverso agli eventi”, ha concluso l’avvocato, mentre la mamma ha fatto sapere di non essere più manipolata e di volere giustizia per il suo Evan.

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