IL BILANCIO DEGLI ORGANIZZATORI DELLA RASSEGNA “10 BUONI MOTIVI PER ANDARE A TEATRO”

Si è chiusa il primo giorno di aprile la rassegna “10 Buoni Motivi per Andare a Teatro” che per tutti i sabati della stagione invernale ha tenuto compagnia a chi desiderava passare la serata in modo alternativo.

L’interessante e variegata programmazione organizzata  da Simonetta Cuzzocrea, Vania Orecchio, Sebastiano D’Angelo e Giovanni Dimartino e svoltasi interamente presso il teatro Don Bosco di Ragusa si è conclusa il 31 marzo scorso con la rappresentazione “Arsenico e vecchi merletti”, riproposta in replica anche domenica pomeriggio.

La simpatica commedia noir degli anni ’40, scritta dal commediografo statunitense Joseph Kesselring e riadattata per il cinema da Frank Capra, è stata proposta al pubblico ragusano col divertente riadattamento dell’associazione Inveceteatro: la follia mascherata da perfetta normalità, come il focolare domestico di casa Brewster che appare estremamente normale alle ignare vittime accolte da due simpatiche vecchiette, hanno dato il ritmo allo spettacolo con la regia di Simonetta Cuzzocrea e Vania Orecchio e la consulenza registica di Carlo Ferreri.

Sul palco anche Emanuele Sipione, Carmelo Gugliotta, Salvo Giorgio, Alessandra Pitino, Giovanni Pelligra, Salvo Nicita, Antonio Pluchino e un susseguirsi di colpi di scena che hanno mantenuto sempre alta l’attenzione del pubblico stregato anche dalla sapiente interpretazione dei vari interpreti in una commedia dove la pazzia è il filo conduttore, tra vino mischiato all’arsenico, cadaveri in cantina e complesse situazioni familiari, elementi questi che verranno riproposti pure al pubblico modicano presso il teatro Garibaldi il prossimo 29 aprile.

Con la doppia replica andata in scena sabato e domenica, si è conclusa così un’iniziativa nuova per il pubblico del capoluogo ibleo e di cui gli organizzatori tracciano un bilancio agrodolce. Vania Orecchio ha infatti spiegato che questo è certamente un anno non facile per l’intrattenimento, i tempi sono duri e la gente preferisce direzionare in altri beni le proprie spese rispetto al cinema, al teatro e alle altre forme di spettacolo: “Nonostante ciò – ha dichiarato – possiamo reputarci fortunati, abbiamo lanciato la rassegna in via sperimentale, affiancando per il primo anno generi e opere molto diverse tra loro, riuscendo sempre a garantire la qualità degli spettacoli. Non c’è stata sempre una grande affluenza ma abbiamo riscontrato la presenza di molte persone che da anni ormai non andavano a teatro e che adesso hanno pian piano riscoperto il piacere di assistere ad uno spettacolo. Sono state messe le basi per poter riabituare i ragusani al teatro”.

Della stessa idea Simonetta Cuzzocrea che ha inizialmente parlato dalla collaborazione con gli altri colleghi definendola molto fruttuosa, una bella esperienza che continuerà sicuramente, seguendo anche altre formule. La grande sinergia che si è creata ha dato vita ad un progetto di grande valore artistico che ha fatto superare tutte le difficoltà che riguardano il fare teatro in generale, e il proporre teatro a Ragusa, un’operazione sicuramente non facile: “Sono una ragusana che ama Ragusa – ha spiegato – non ne voglio parlare male, ma il teatro non fa parte in modo pieno della vita della città, non trova facile diffusione, non c’è un’abitudine del pubblico, ed è davvero un peccato che rappresentazioni di indiscusso livello non abbiano avuto un adeguato riscontro. Insistere sarà però la nostra scommessa”.

Per Giovanni Dimartino la città purtroppo risente senza dubbio dell’assenza di un grande organizzatore di teatro quale è stato Nino Criscione con il suo teatro La Mongolfiera. Dopo la sua scomparsa avvenuta dieci anni fa infatti il teatro è andato un po’ a scemare: La Mongolfiera era un punto di riferimento di tutti i sabato e domenica. “Noi vogliamo ricostruire quell’abitudine e – ha detto Dimatino – sappiamo che non è facile ma abbiamo fatto la nostra parte: probabilmente vanno avvicinate alcune serate nel calendario. Cercheremo insomma di condensare i vari appuntamenti”.

Infine Sebastiano D’Angelo offre il suo spunto di riflessione: “Non si può parlare di una rassegna andata male in quanto il pubblico, in ogni caso, ha seguito con passione, tra l’altro rappresentazioni e generi differenti tra loro. In alcuni casi c’è stata un’ottima affluenza, in altri magari meno, ma io credo che si debbano valutare vari aspetti come ad esempio la rigidità della stagione invernale che in alcuni casi ha impedito agli affezionati anche di uscire di casa, e poi la necessità di incrementare l’abitudine ad andare a teatro, a vedere uno spettacolo divertente, con attori sul palco, evitando magari di restare sempre più spesso davanti la sonnecchiante tv”.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it