Il 9 maggio 1978 veniva ucciso Peppino Impastato. Il ricordo della consulta di Ragusa

In occasione dell’anniversario della sua uccisione per mano mafiosa avvenuta il 9 maggio del ‘78, la Consulta Giovanile di Ragusa aderisce all’invito di ANCI Sicilia, rivolto a tutti i comuni della Regione, a ricordare Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano da sempre impegnato a denunciare le attività di cosa nostra e assassinato proprio per questo motivo.

Vogliamo riportare – scrivono i componenti dell’organismo giovanile – alcune sue parole, profonde, importanti e purtroppo ancora troppo attuali. E’ fondamentale ricordare quanto sia importante spiegare, oggi come non mai e specie alle nuove generazioni, quanto valga ciò per cui Peppino è stato disposto a morire – come anche nel caso del Giudice Rosario Livatino, che viene beatificato proprio nella stessa giornata in cui ricordiamo Impastato – e quanto si debba credere nei valori dell’onestà, del rispetto delle regole, dell’opporsi ad ogni forma di mafia e criminalità. Perchè un “non dimenticare” sia un “ricordare” quanto ci si debba impegnare concretamente, al di là delle ricorrenze.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”

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