IL 54% DEL PETROLIO E’ ESTRATTO NEL NOSTRO MARE

Dalle informazioni raccolte dall’Associazione Ambientalista Legambiente ad oggi sul territorio nazionale possiamo “vantare” ben 117 nuove trivelle che minacciano il mare e il territorio. A questo dato si devono aggiungere le concessioni di 21 permessi di ricerca (per un totale di 41.200 chilometri quadrati di superficie). Ma, si evince dal dossier di Legambiente, che l’attenzione maggiore è rivolta al mare. Infatti, sono ben 25 i permessi di ricerca rilasciati fino al 31 maggio 2011, per un totale di quasi 12.000 chilometri quadrati di superficie. Ben dodici riguardano il canale di Sicilia, sette l’Adriatico settentrionale, tre il mare tra Marche e Abruzzo, due la Puglia e uno la Sardegna.

L’area, quindi, coinvolta diventa di ben 30.000 chilometri quadrati, una superficie più grande della Sicilia. In Italia nell’anno 2010 sono state estratte 5 milioni di tonnellate di petrolio (di cui circa 700mila tonnellate in mare). La produzione di petrolio da trivellazione a mare avviene in due zone in particolare. Una di queste è la costa meridionale siciliana, tra Gela e Ragusa, dove nel 2011 si è prelevato il 54% del totale. La ciliegina sulla torta è il testo unico del disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento. L’oggetto è la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi e, soprattutto, con tale documento si vuole raggiungere la semplificazione dell’iter per ottenere le autorizzazioni per l’estrazione di petrolio, grazie all’esclusione di motivazioni di carattere ambientale.

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