IL 2014 L’ANNO PIÙ CALDO DEGLI ULTIMI DUE SECOLI

I dati dell’ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche rivelano che il mese di Novembre 2014 è stato il più caldo dall’anno 1800.

Il 2014 è da ritenersi “come il più caldo della serie, con una anomalia di più 1.4 °C al di sopra della media del periodo di riferimento (1971-2000). Se guardiamo i dieci anni più caldi dal 1800 a oggi, ben nove sono successivi al 2000”, spiega Michele Brunetti, responsabile della Banca dati climatologica.

 “A spingere il 2014 al primo posto della classifica degli anni più caldi non è stata però l’estate, piuttosto fresca, ma sono stati l’inverno (con quasi 2 °C sopra la media, secondo solo all’inverno 2006-2007) e l’autunno (il più caldo di sempre con +2,1°C sopra la media)”.

 

E’ risaputo che il limite per evitare fenomeni catastrofici globali è quello di non superare, entro la fine del 2100, un incremento di 2 °C rispetto all’inizio dell’era industriale. In questo momento siamo a + 0.86 °C. Però di tutto questo la politica dei vari Paesi del mondo fa finta di non accorgersene, mettendo nero su bianco soluzioni ed accordi che però vengono puntualmente disattesi. Innanzitutto non attuando vere politiche “green” atte ad abbassare le emissioni di gas serra (climalteranti): “per abbassare di 2 °C la temperatura dovremmo tagliare le emissioni tra il 40 e il 70% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990” spiega il climatologo del CNR Antonello Pasini.

 

Queste elevate temperature sono responsabili di piogge fortissime (bombe d’acqua) che ormai in tutto il mondo causano inondazioni catastrofiche; di contro, il surriscaldamento globale fa registrare in alcuni Paesi fenomeni di siccità estreme.

 

Un autunno così caldo potrebbe avere ripercussioni gravi anche sulle piante. Il caldo ha anche ritardato il letargo di molti animali.

Le temperature autunnali così elevate potrebbero aver causato squilibri nel normale ciclo della Natura facendo sì che le piante si trovino “impreparate”  al repentino abbassamento delle temperature come in questi giorni, con possibili danni ai raccolti.  Lo dimostrano anche gli insetti che prolificano – sottolinea la Coldiretti – come zanzare e mosche in gran quantità.

Coldiretti: “Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti delle piante che con le temperature miti sono rimasti attivi e attaccano più facilmente le colture. L’arrivo del grande freddo troverà dunque le piante indebolite e impreparate con il rischio di pesanti danni, soprattutto se la temperatura scenderà abbondantemente sotto lo zero. Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici”.

 

       

                                                

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