È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
I RIFACIMENTI CHE NON PIACCIONO
06 Ott 2013 18:24
All’inizio la distesa di bianco calcare inondò Ragusa Ibla: dal Duomo a piazza Pola e, successivamente, fino ai Giardini Iblei, con la piazza antistante compresa, era il dominio del bianco sfolgorante che si contrapponeva al grigiore dell’asfalto.
Forse perché era e si considerava la parte antica della città, pochi ebbero da eccepire qualcosa, anche i disagi dell’isola pedonale, che impediva il passaggio alle vetture, venne metabolizzato facilmente.
Era quasi naturale che nella parte più vecchia del centro storico si camminasse a piedi, come si faceva un tempo, e il bianco selciato si riempiva, di giorno e di notte, di un mare di gente che lo calpestava contenta.
Forse sull’onda di questo successo, che trascinò, dietro di sé, non pochi consensi, si prosegui su questa strada. Ma i risultati non sono stati gli stessi, complice anche la costante desertificazione del centro storico che lascia le nuove vie e le nuove piazze restaurate, sfolgoranti solo del candore della pietra calcare ma desolatamente vuote, dove, per un attimo, sembra anche una cosa spropositata l’impossibilità di accedere con le vetture.
Si cominciò con Piazza San Giovanni che è rimasta assolutamente priva di qualsiasi minimo elemento di arredo urbano, dominio, incontrastato di qualche vettura comunale di servizio, quando c’è un matrimonio scenario esagerato per la vettura degli sposi, poi bianco deserto da mattina a sera.
Fu poi la volta di via Roma, per cui si è avuta l’accortezza di inserire numerosi elementi di arredo e verde che interrompe la monotonia del bianco, dove maggiormente si avverte l’impossibilità di percorrere la via in auto, vedendo la strada, a quasi tutte le ore, completamente deserta, caratterizzata da una bassa illuminazione con elementi illuminanti che fanno a pugni con la settecentesca canonica della Cattedrale.
Anche la piazza Matteotti, più conosciuta come piazza Poste, diventata copertura del parcheggio sotterraneo, è stata liberata dal demone delle automobili ma è sempre deserta, a tutte le ore del giorno e della sera, più simile, ormai ad una installazione militare con i suoi funghi che spuntano per portare all’ascensore o alle scale. Poi è tutto silenzio e assoluta mancanza di vita.
Questa vena progettuale di mausolei del silenzio ha avuto una continuazione in trasferta, con la piazza Duca degli Abruzzi, rimodernata e trasformata in isola pedonale permanente sulla falsariga dei progetti omologhi.
Qui la patata è diventata bollente, con i commercianti che hanno cominciato a corteggiare la nuova amministrazione per ottenere di aprire al traffico automobilistico, sia pure in determinati periodi dell’anno, su un percorso definito. Magari si arriverà, poi, alla pubblicazione di un volumetto, o alla creazione di un supporto multimediale dove ci saranno giorni e ore di apertura al traffico.
Se le maglie si aprono si studierà qualcosa per via Roma. Piuttosto c’è da stare attenti perché c’erano e ci sono i progetti per la Piazza Libertà e per la via Roma, fino alla rotonda. I progetti, purtroppo, non si potranno discostare più di tanto dallo stile di via Roma, di cui saranno entrambi naturale continuazione, si cerchi di evitare di abbellire il Palazzo del Vescovado con gli stessi elementi illuminanti dell’altra parte di via Roma e non si trasformi la piazza in un altro sacrario del silenzio sul modello dei cimiteri americani in Italia, naturalmente privi di animazione e di persone.
Le perplessità espresse da un profano dell’architettura e dell’urbanistica, faranno inorridire i professionisti della materia, ma ritengo di poter esprimere dubbi, che sono poi anche quelli di tanti altri cittadini, quando al progetto architettonico e urbanistico non segue una collaudata funzionalità che faccia vivere la realizzazione. Ci sono posti e luoghi dove si ha piacere di passeggiare o andare a sedersi, anche solo per godere il silenzio, la tranquillità, la pace, la totale assenza di mezzi motorizzati, la bellezza delle opere realizzate. Per tutte le realizzazioni citate non è così, non è stata considerata e verificata la reale fruibilità dell’opera.
A Ragusa è più godibile e vivificante una rotatoria o un parcheggio, sotterraneo, pluripiano o all’aperto.
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