I RICORDI INVOLONTARI

“Portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di maddalena. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. […] sentivo ch’era legata al sapore del tè e della focaccia, ma la sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla? […] e ad un tratto il ricordo  m’è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di maddalena che la domenica mattina a Combray quando andavo a salutarla nella sua camera zia Leonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio”  in questo celebre passo, tratto dal romanzo di Marcel Proust, troviamo una delle più belle descrizione dei ricordi involontari.  Ricordi che giungono inattesi alla coscienza, che affiorano in modo spontaneo, imprevedibile e senza alcuno sforzo cognitivo. Frammenti preziosi del passato che risalgono alla memoria, senza che nessuno li abbia chiamati o cercati intenzionalmente. Nella nostra vita quotidiana sono più frequenti di quanto si possa pensare e sebbene sembrino inattesi, in realtà non sono casuali. I ricordi involontari non sono un fenomeno eccezionale e raro, ma costituiscono una modalità base molto frequente nella nostra vita quotidiana. Non sempre siamo consapevoli di quello che sta passando per la nostra mente, compresi i ricordi involontari. Che cosa sono i ricordi involontari? È possibile avere ricordi involontari e non accorgersene? Alcune persone riferiscono di avere ricordi più frequentemente di altri, ma le ricerche condotte negli ultimi anni, ci consentono di dare una prima risposta a queste domande. I ricordi involontari sono stati, a lungo trascurati dai ricercatori, che spesso li hanno considerati non studiabili scientificamente per le loro intrinseche caratteristiche di spontaneità e imprevedibilità, che mal si conciliano con l’indagine scientifica. Oggi però, lo scenario è profondamente cambiato: non soltanto siamo in grado di esaminare i ricordi in modo sistematico, ma siamo addirittura in grado di indurne la produzione, nelle stanze di un laboratorio, simulando e costruendo le condizioni che ne favoriscono l’innesco, nella vita quotidiana. Tutti abbiamo dei ricordi involontari, ma esiste una forte variabilità individuale nella frequenza di questo tipo di ricordi. Gli individui, che più frequentemente riportano ricordi involontari, hanno un controllo cognitivo più debole, sono cioè più facilmente distraibili. Anche le differenze individuali nella capacità immaginativa incide sulla produzione dei ricordi: le persone con livelli più elevati di immaginazione sono in grado di accedere maggiormente e più rapidamente alle proprie memorie, sia in m0odo volontario che involontario.

 

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