I resti di una torre di difesa sulla costa. A Punta Braccetto non solo mare. Seconda tappa di una vacanza alternativa

La seconda tappa di una vacanza alternativa, dopo quella della necropoli di San Biagio a Scicli che abbiamo presentato pochi giorni fa sul nostro giornale, è la Torre di avvistamento e di difesa che si trova sul piccolo promontorio di Punta Braccetto, una minuscola località balneare al confine fra i Comuni di Ragusa, cui appartiene in maniera istituzionale, e di Santa Croce Camerina. E’ qui che il turista viene accolto in un’immensa spiaggia di sabbia dorata senza perdere la possibilità di un tuffo in mare da un tratto a scogliera. E’ qui che sembra vivere le classiche vacanze degli anni Settanta, fra mare, gelati  e musica in piccoli chalet a misura di uomo. Fermarsi anche per un giorno di mare e poi salire sul piccolo promontorio per vedere i resti della Torre sarebbe una buona idea. Anzia da non scartare per avere la conoscenza esatta di cosa offre il territorio ibleo che non è solo mare e barocco ma anche antiche testimonianze di civiltà passate.

La Torre, per chiarezza i resti che rimangono di essa, si affaccia sul mare Mediterraneo.

La Torre Vigliena o Torre del Bracello è una torre di difesa costiera. E’ stata costruita negli anni 1595-1607 all’estremità del Braccio della Colombara, nel territorio di Punta Braccetto, frazione balneare ricadente nel Comune di Ragusa ma vicina anche a Santa Croce Camerina. Era una struttura di avvistamento ma era anche una struttura armata con cannoni e vissuta dalle milizie; c’erano due soldati e un caporale che li comandava. La costruzione, a base quadrata, è stata voluta dalla corona del Regno per difendere il territorio dagli attacchi dei pirati barbareschi o nord-africani intensificatesi durante la fine del XVI secolo. A differenza di quelle costruite fino alla metà del 1500, come tutte le successive, è stata realizzata su progetto dell’architetto Camillo Camilliani, appositamente incaricato dal Regno. Il progetto prevedeva la costruzione della torre su tre livelli: la base, il piano operativo e la terrazza. A vederla da lontano e da vicino qualcosa rimane ma è solo la fantasia a poterla fare pensare in tutta la sua interezza. L’erosione del mare ed i cinque secoli di storia l’hanno quasi rasa al suolo: rimangono solo il primo livello, la cisterna ed i camminamenti. Con la vicina Torre di Pietro, distante circa un chilometro in direzione est verso la frazione di Punta Secca, formava il sistema di avvistamento di Capo Scalambro. Non molto lontana da Kamarina è l’esempio di come la costa era ben custodita dalle scorribande e dalle azioni predatorie dei pirati.

A Punta Braccetto è attivo un Infopoint, a pochi metri dal mare, che dà tutte le spiegazioni su cosa vedere e sul come trascorrere le vacanze in questa area costiera ibela quasi selvaggia ma dal grande fascino. Dopo la visita alla Torre, una capatina a Randello, riserva naturale di grande pregio e dalla indiscutibile frescura, è l’ideale per ristorarsi in questi giorni di grande calura estiva. Ristorarsi ma anche riposarsi in un’oasi per grandi e piccini lontano dai pericoli della strada ed avvolti dal silenzio e dal canto degli uccelli che hanno casa in questa riserva naturale dalle mille risorse.

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