I POVERI SEGNO DEI TEMPI


Mentre la Caritas diocesana continuamente riorganizza la rete degli aiuti per rispondere ai bisogni crescenti del territorio e per dare qualità evangelica all’aiuto, in quaresima ogni anno ci si ferma per capire meglio davanti a Dio cosa significhi l’appello dei poveri. E per ripartire con maggiore consapevolezza su cosa è in gioco nelle povertà crescenti. Così domenica scorsa, prima domenica di quaresima, un centinaio di animatori Caritas da tutta la diocesi sono “saliti” per il consueto ritiro della quaresima al Monastero delle Benedettine come si sale al “monte di Dio”, essendo il Monastero un luogo di preghiera permanente a favore di tutti. Nella sua meditazione don Corrado Lorefice, vicario episcopale per il clero ma anzitutto (ci ha tenuto a dirlo) parroco e quindi a contatto con i poveri, ha chiarito che i cristiani leggono il presente a partire dalle “cose ultime”, da come si concluderà la storia attraverso il giudizio di Dio che ammetterà alla sua presenza tutti coloro che hanno amato, e intanto imparano nella frequenza delle Scritture la sensibilità e le intenzioni di Dio, di un Dio che in Gesù si è messo dalla parte dei poveri perché tutti vuole accogliere nel suo cuore grande. Tutti, ovvero i poveri che “rompono” e i poveri di cui nessuno si accorge perché restano nel silenzio. In questo bussare dei poveri alla porta delle parrocchie sarà possibile leggere quella che don Giuseppe Dossetti chiamava “sete di Chiesa”. “I poveri hanno sete di Chiesa”, di comunità famiglia che accoglie! E la Chiesa deve “a loro mostrare tutta la sua virtù”, che è poi nient’altro che il Vangelo, la fede operante nell’amore. Perché – ha sottolineato ancora don Corrado – contemplazione e carità nel cristianesimo sono tutt’uno, sono la “vera opera”, l’opera di una fede che non può non diventare carità. E la Chiesa – secondo l’intuizione di papa Giovanni ripresa dal Concilio e dal Sinodo della diocesi di Noto – non può che essere “Chiesa dei poveri e Chiesa povera”. Un messaggio che sarà ripreso in tutti gli incontri che la Caritas sta promuovendo in ogni città per una verifica e che si innesta nel tempo quaresimale come tempo di conversione alla logica della Croce, del dono di sè come lievito di giustizia e di pace. Un messaggio che accompagna anche in questo tempo della storia e della Chiesa particolarmente prezioso per la chiamata ad essere, nella crisi, tutti più autentici. Dopo la meditazione e un tempo di silenzio, si sono pregati i Vespri insieme alle Monache Benedettine che ogni anno ospitano questo ritiro con grande affetto e anche con attesa. Così nel silenzio e nell’operosità silenziosa si vuole dare un piccolo contributo perché fiorisca la misericordia, che è il volto vero di Dio e la cifra dell’umanità vera. Ci si incontrerà ancora nella preghiera la domenica delle palme, alle ore 20 nella chiesa madre di Rosolini per fare memoria dei martiri dei nostri giorni, partecipare alle loro sofferenze e imparare da loro coraggio e generosità.
 

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