I lavoratori del Consorzio di Bonifica pronti allo sciopero. Ecco le rivendicazioni

“Sempre pronti al confronto, ma nessuno pensi di poter scambiare il senso di responsabilità dei lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa e delle organizzazioni sindacali per dabbenaggine! In mancanza di risposte, siamo pronti a proclamare lo sciopero con la conseguente sospensione di tutti i servizi. Nessuno escluso”.  Lo affermano i segretari iblei di Fai Cisl-Flai Cgil-Filbi Uila Uil Sergio Cutrale, Salvatore Terranova e Giovanni D’Avola che domani pomeriggio – lunedì 14 – parteciperanno nella sede del Consorzio di Bonifica di  Ragusa a un’assemblea delle rappresentanze dei 300 lavoratori dell’ente, da tempo impegnati in una difficile vertenza non solo per denunciare i colpevoli, inaccettabili, silenzi della Regione sul futuro della Bonifica a Ragusa e in Sicilia ma anche per rivendicare diritti elementari negati: stipendi regolari, pagamenti di lavoro straordinario, missioni e trasferte, buoni pasto, garanzie e tutele occupazionali.

Su questi temi la scorsa settimana era stata appositamente convocata una riunione della Commissione “Attività Produttive” dell’Ars ma erano risultati assenti l’Assessore Regionale all’Agricoltura e molti rappresentanti dei gruppi parlamentari, oltre al commissario e al direttore del Consorzio Sicilia Orientale cui fa parte l’ente di Ragusa. In una nota inviata anche al presidente della Regione e al prefetto di Ragusa i segretari territoriali di Fai-Flai-Filbi ricordano “come i lavoratori a tempo indeterminato, impiegati e operai, debbano percepire cinque mensilità relative al 2018 che il 27 giugno si sommeranno a cinque stipendi arretrati per il 2021 mentre gli ex dipendenti precari sono ancora in attesa di ben venti mensilità!”. Sergio Cutrale, Salvatore Terranova e Giovanni D’Avola citano infine “i due anni di limbo per la definizione delle procedure di accordo transattivo sui contenziosi giudiziali ed extragiudiziali di decine e decine di lavoratori, interessati solo al riconoscimento di loro legittime aspettative”.

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