I DEPUTATI REGIONALI CANCELLANO IL TETTO DI 250MILA EURO PER GLI STIPENDI DEI SUPER DIRIGENTI ISOLANI

“La Sicilia, oltre alla prerogativa di essere una Regione a statuto speciale da cui i cittadini non hanno mai ricevuto alcun vantaggio, continua invece ad essere un’isola felice per pochi: politici regionali e alti dirigenti”. E’ quanto denuncia il consigliere provinciale del Pdl, Ignazio Nicosia, presidente della prima commissione a palazzo di viale del Fante.

“Malgrado le forti ristrettezze imposte dal Governo nazionale e la forte disoccupazione che attanaglia l’isola – chiarisce Nicosia – con l’approvazione della legge finanziaria del 18 aprile scorso sono state cancellate le norme che il Governo regionale stesso, presieduto da Raffaele Lombardo su proposta dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, aveva inserito nella legge regionale del 16 gennaio 2012 n.9. All’art.1 comma 7, la suddetta legge imponeva tagli ai tetti di stipendio più alti della pubblica amministrazione e della politica. Difatti aveva imposto un tetto massimo di 250.000 euro lordi oltre cui non si poteva andare. Tutto questo per tagliare i costi, come hanno fatto, seppure in misura ridotta, la Camera dei Deputati quanto il Senato della Repubblica. Troppo bello per essere vero. Difatti, i nostri deputati regionali si sono ricreduti e nella Finanziaria approvata hanno pensato bene di cancellare quelle norme. Quindi tutto è tornato come prima. I 1.900 “poveri” dirigenti e i politici regionali che guadagnano 250.000 euro all’anno hanno tirato un sospiro di sollievo liberi di vedere crescere i loro mega stipendi in barba a tutti quei pensionati da 500 euro al mese, ai tantissimi giovani disoccupati e a tutte quelle famiglie che non arrivano alla terza e quarta settimana”.

Amara la riflessione di Ignazio Nicosia. Il quale lancia pure una proposta provocatoria. “A questo punto – aggiunge – davanti a tanto squallore, non si può fare a meno di invocare l’articolo 132 comma 2 della Costituzione italiana, che recita: ‘Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altra’. Ecco perché stiamo valutando l’opportunità di indire un referendum per essere, come  provincia di Ragusa, accorpati ad un’altra regione d’Italia sicuramente più virtuosa. Basta con gli sprechi. Basta con questo modo di ragionare. E’ proprio vero che la nostra è la terra del Gattopardo: cambiamo tutto perché tutto resti così com’è. E noi ce la stiamo mettendo tutta per mantenere fede a questo motto”.

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