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I DEBITI DEL COMUNE DI MODICA
17 Ott 2015 11:05
Sul quotidiano la Sicilia di venerdì 16 ottobre è stata ripresa una risposta furbesca del sindaco ad una mia interrogazione discussa durante il Consiglio comunale del 7 ottobre.
Avevo posto due quesiti su due debiti che il sindaco non ha pagato verso il comune di Scicli e verso l’Ato Ambiente di Ragusa. Sono debiti che riguardano il servizio di nettezza urbana e di deposito delle immondizie presso la discarica San Biagio di Scicli il primo e presso varie discariche gestite dall’Ato Ambiente di Ragusa il secondo.
Il debito verso Scicli è di 5.635.375,34 euro e il debito verso l’Ato di 5.026.803,00 euro.
Il sindaco avrebbe dovuto pagarli nel 2013 o, trascorso inutilmente l’anno, nel 2014. Per pagarli ha contratto pure un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti al tasso agevolatissimo del 2,274%. Il tempo per restituire la somma in uso era (ed è) di trent’anni (le ultime rate scadono nel 2043). Questo tipo di mutuo è stato istituito, riporto testualmente la lettera della norma, «Considerata la straordinaria necessità ed urgenza di intervenire in materia di pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione» (D.L. n. 35/2013, primo considerata).
Lo Stato, dunque, dice questo: i Comuni che hanno debiti verso le imprese, e tali debiti sono certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012, possono accedere ad un mutuo agevolato purché paghino con estrema urgenza e velocità i creditori. L’obiettivo è quello di far partire l’economia immobilizzata dalla crisi. Le Amministrazioni, per ciò, sono gravate di tre oneri:
– usare la somma per pagare esclusivamente i debiti verso le imprese o gli enti che ne hanno diritto;
– iscrivere la somma in un apposito capitolo a destinazione vincolata;
– pagare i debiti entro trenta giorni dalla ricezione del mutuo.
Il sindaco non ha rispettato nessuna di queste prescrizioni, perché:
– ha utilizzata la somma, anche se solo temporaneamente, per altri scopi;
– non l’ha tenuta sempre in un conto vincolato;
– taluni debiti li ha pagati speditamente ed altri no.
Tra quelli non pagati è il debito verso Scicli. Avrebbe dovuto pagarlo con i fondi che la Cassa Depositi e Prestiti ci ha concesso nel 2013 e non l’ha voluto fare; avrebbe dovuto pagarlo con i fondi della stessa Cassa nel 2014 e non lo ha fatto nemmeno. Non solo, ma per ignoranza e quasi con tracotanza, ha preteso di dare lezioni alla Cassa la quale, dopo una non indifferente corrispondenza, gli ha ingiunto di restituire immediatamente, per non averli utilizzati entro un mese dalla ricezione, qualcosa come 12 milioni di euro.
Quando gli è pervenuta la richiesta, peraltro ripetuta qualche settimana fa, ha cominciato a darsi da fare per transare il debito, sia quello verso Scicli che quello verso l’Ato.
Naturalmente io, che ho seguito sornionamente la vicenda passo dopo passo, gli ho presentato un’interrogazione. Ho chiesto di dirmi perché non aveva pagato i debiti: non entro un mese dalla ricezione dell’anticipazione come prescritto nella legge; non dopo più di anno che deteneva (e ancora detiene) i soldi in cassa; e nonostante i miei reiterati inviti. Come ogni benpensante capisce, si tratta di una questione di legalità, oltre che di economia: legalità perché la legge vuole che i fondi siano distribuiti ai debitori entro trenta giorni dalla loro ricezione; di economia perché lo Stato vuole (è scritto nella legge) che il mutuo sia posto in circolazione con straordinaria urgenza, perché più presto i soldi si mettono in circolazione e più si aiutano i cittadini e le imprese a superare la crisi.
Il sindaco ha risposto con la sua solita furbizia: sembra che Ivana Castello persegua gli interessi di Scicli e non quelli di Modica. Sindaco, in mezzo a questa durissima crisi economica non c’è né Scicli né Modica: c’è il supremo interesse nazionale dell’economia e della legalità. Ma se lei questo non l’ha capito sin ora, e ricorre ai mezzucci umilianti (per me) della politica furbesca cui siamo stati abituati da lei e da taluni suoi predecessori, quale speranza vuole si coltivi nel petto d’ogni cittadino? Non l’ha capito ora, penseranno, e non lo capirà mai! Perché lei è furbo e tutti gli altri sono stati creati per essere sue vittime.
Mi rendo pure conto che ciò che dice Ivana Castello può far meno presa di quello che dice lei; ma le voglio fare un gioco di prestigio e quello che le ho appena detto glielo faccio dire dalla Corte dei conti. Lei sa che la Corte dei conti le ha inviato una delibera che reca il n. 275 del 2015? L’ha letta? Le suggerisco una risposta: mi dica che non l’ha letta; perché, se l’ha letta, due sono le possibilità che dà Madre Natura: o non l’ha capita o è in malafede. Suppongo, io stessa, che sono di buon animo, che non l’abbia letta. Gliene propongo alcuni brani. Dice così:
« Anche sull’utilizzo delle anticipazioni di liquidità le risposte dell’ente non sono esaustive e sufficienti a superare il rilievo: l’ente assicura che tutti i 40 milioni di euro furono restituiti nel 2014, omettendo di riferire che, frattanto, l’ente ottenne proprio nel 2014 un’ulteriore tranche di anticipazione di circa 24 milioni di euro. (…) e conferma il mancato rispetto dei termini di pagamento» (pag. 21, secondo cpv.).
«Con riferimento all’esercizio oggetto del presente controllo (il 2013, n.d.r.) (…) risulta indubbiamente accertata la irregolarità contestata e il mancato rispetto della disposizione contrattuale che dispone di effettuare tempestivamente i pagamenti, non oltre 45 giorni dall’erogazione della anticipazione» (pag. 22, terzo cpv.).
«E’ pure evidente che la prassi di rinviare ad esercizi futuri il riconoscimento dei debiti (e conseguentemente il doveroso pagamento) non consente di rilevare la reale situazione finanziaria dell’ente, fino alla dissimulazione di uno stato di vera e propria decozione (tanto è vero che proprio per fronteggiare la mole debitoria accumulata negli anni si è resa necessaria la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, dopo l’avvio di questa Sezione nel 2012 di una procedura di dissesto guidato) e si pone quale prassi elusiva del Patto di stabilità.» (pag. 23, primo cpv.).
Come vede la Corte dei conti le dice, come me, che i debiti vanno pagati con estrema urgenza e in ordine cronologico. E’ da ritenere che anche la Corte parteggi per il Comune di Scicli e contro Modica?
Concludo con tre osservazioni:
1°. il ritardato pagamento di Scicli, dice il sindaco, ha determinato un vantaggio per Modica e uno svantaggio per Scicli. Osservo che il ritardo è una scelta compiuta illegalmente, al punto che ci ha fatto perdere i fondi concessici dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il debito avremmo potuto dilazionarlo in trent’anni, perché tanto dura il pagamento dell’anticipazione ed invece dobbiamo pagarlo entro cinque anni; e in più non sappiamo con quali soldi potremo pagarlo. Avremmo risparmiato degli interessi: ma perché non ce li calcola questi interessi? Di certo sappiamo che è da un anno e mezzo che deteniamo l’anticipazione senza compiere i pagamenti dovuti, per cui ai sensi dell’articolo 8 del contratto di anticipazione, siamo costretti, proprio per la scelta di non pagare, a pagare un tasso di interesse del 3,274% anziché quello adottato, se si fossero rispettati i tempi di pagamento, del 2,274%;
2°. afferma che il tasso applicato dalla Cassa Depositi e prestiti sia del 4,50% annuo. Non è così: è del 2,274% se si rispettano i tempi di pagamento (art. 3 del contratto) e del 3,274% se si sceglie, come ha fatto il sindaco, di non pagare con l’urgenza richiesta (art. 8 del contratto);
3°. il sindaco ha preferito non pagare per tempo il debito verso Scicli per antipatie e, sopratutto, per tenere ferma l’anticipazione alla tesoreria del Comune. Gli ha fruttato interessi cospicui con cui ha tirato avanti con la politica delle spese elettoralistiche.
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