I comuni perdono i fondi dei progetti vincolati alle scelte dei cittadini. Ecco casa succede nel ragusano

La democrazia partecipata, ovvero l’inclusione dei cittadini nella decisione su come utilizzare i fondi pubblici, è ancora troppo poco praticata nei comuni siciliani. A otto anni dall’entrata in vigore della legge regionale siciliana che la prevede, un quarto dei comuni siciliani risulta ancora inadempiente. Si tratta di fondi vincolati per questi progetti e se non vengono utilizzati, vanno sprecati. Questo è particolarmente grave in un momento di grande sfiducia della cittadinanza verso le istituzioni politiche.

Nel 2022 sono state 96 su 391 (24,8%) le città che non hanno attivato i processi e sono destinate a perdere le somme disponibili (17 nell’Agrigentino, compresa la capitale Agrigento, 8 nel Nisseno, 23 nel Catanese, 2 nell’Ennese, 20 nel Messinese, 15 nel Palermitano, compresa la capitale Palermo che però ha approvato per la prima volta il Regolamento per l’uso dei fondi, 3 nel Ragusano, 5 nel Siracusano, 5 nel Trapanese).

Fra i 96 comuni assenti nel 2022, c’è ad esempio Chiaramonte Gulfi che si è dato da fare per questi progetti solo nel lontano 2016 e poi nulla più.

Stessa sorte anche per Pozzallo, che si è dato da fare solo nel 2018. Comunque sia, i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” hanno trovato traccia di impegni di spesa nel 2022 complessivamente per più di 2 milioni e mezzo di euro, precisamente 2.668.344 €. Per il ragusano, le somme sono in tutto 117.280 euro.

Non è chiaro se la mancata adozione della “carta” fondamentale sia sanzionata dal Regione o meno, ma resta vero che l’assenza di questo strumento rende più incerta, da tutti i punti di vista, l’attuazione dei processi partecipativi per l’utilizzo dei fondi di democrazia partecipata.

Il capoluogo, Ragusa, ha speso le somme per la democrazia partecipata, ma i progetti, che sono di natura popolare, vengono prima vagliati da un tavolo tecnico. A Modica, invece, la situazione è leggermente diversa: da un lato, infatti, spende correttamente tutte le somme messe a disposizione, ma i progetti non sono di natura popolare, piuttosto provengono dalle amministrazioni che poi, successivamente, li fa vagliare ai cittadini. E questo non è precisamente in linea con quanto previsto dalla legge, che invece sostiene che i progetti dovrebbero arrivare dalla cittadinanza, e non il contrario.

Segnali di risveglio datati 2022

Nel 2022 modifiche ai propri regolamenti sono stati attuati da Vittoria, ad esempio. Si tratta di segnali importanti, risvegliandosi e attivando nel 2022 per la prima volta da sempre – o per la prima volta dopo molti anni – i propri processi di democrazia partecipata.

C’è da precisare che a Vittoria la scadenza è appena trascorsa (a causa della riapertura dei termini che l’ha fatta slittare al 16 dicembre).

Santa Croce Camerina, ha invece adottato il regolamento nel 2021 ed ha messo in moto per la prima volta il meccanismo della democrazia partecipata nel 2022. Santa Croce ha però riservato alla Giunta comunale la selezione della proposta da realizzare tra quelle presentate dai cittadini (mentre la legge prevede che anche la selezione sia in capo alla cittadinanza). In ogni caso, Santa Croce Camerina ha dato decisamente un’accelerata ai propri atti e ha già pubblicato l’avviso per la presentazione delle proposte a valere sul processo del 2023.

Il lavoro di monitoraggio è stato effettuato da “Spendiamoli Insieme” e proseguirà nel 2023 con la speranza che la democrazia partecipata in Sicilia sia anno dopo anno più efficace, coinvolgente, inclusiva. Partecipata per davvero.

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