HARRY IL GRANCHIO E NATALE

Era un granchio strano, diverso dai suoi amici granchi. Passava tutto il tempo a leggere i libri di certi alieni, chiamati “gli Umani”, che considerava un popolo rozzo, sporco e cannibale. Il suo nome era Harry ed era un crostaceo molto molto curioso, proprio come il nonno. Il suo sogno era quello di diventare un esploratore famoso e un giorno di inverno cominciò a nuotare fino ad arrivare in Sicilia. Una volta arrivato sulle coste dell’isola si nascose dietro una foglia di lattuga, perché un cagnone si stava per avvicinare nella sua direzione. Era Natale, un cane randagio, bianco come la neve, chiamato così perché era nato il giorno della Vigilia.

Con il suo nasone si mise ad annusare la lattuga, fino a quando Harry, impaurito da quell’essere peloso, gli diede con le sue chele un bel pizzicotto. Presto i due diventarono amici, perché il granchio, al contrario di molti umani, era capace di chiedere scusa. Così Natale  diventò  la sua guida in Sicilia, gli spiegò cosa fosse il giorno della Vigilia e lo mise in groppa per fargli conoscere “la città di Pomodorolandia”, conosciuta anche con il nome di Vittoria.

Qui incontrarono Tobia, un barboncino tutto nero e con un brutto caratteraccio che odiava il Natale. Infatti quando scoccava la mezzanotte i bambini della città non potevano aprire i loro regali, perchè Tobia si divertiva a distruggerli tutti. Harry il granchio chiese a Natale perché quel barboncino fosse così cattivo e venne a scoprire che il suo padroncino lo trattava male e lo lasciava spesso senza crocchette e non gli faceva mai le coccole. Harry non poteva credere che gli umani fossero così cattivi con gli animali!

Ma ad un tratto, i due inseparabili amici sentirono piangere dei bambini con in mano i loro giochi, fatti tutti in tanti pezzettini. Allora capirono subito che Tobia era entrato in azione per distruggere la magia e l’armonia del natale.

 

Così Harry si ricordò di avere nella cassaforte del nonno una pozione che donava la gioia a tutto il mondo e andò subito a prenderla. Il filtro magico, però, doveva essere lanciato sulle nuvole per poi cadere giù come pioggia. Ma essendo un piccolo granchietto e non avendo nemmeno le ali per volare, il suo amico cane gli consigliò di andare a chiedere aiuto proprio a Babbo Natale, che li fece salire sulla slitta. Portarono così il filtro sulle nuvole e, ben presto, dal cielo scese una pioggia fatata e colorata come un arcobaleno. Grazie all’amicizia di Harry e di Natale, la felicità ritornò sui volti dei bambini! Da quel giorno, infatti, tutti diventarono più buoni, compresi Tobia, che chiese scusa ai bimbi per aver distrutto i loro regali sotto l’albero, e il padroncino che da quel momento credette nel giorno di Natale e riempì di coccole il suo cagnolino. 

 

Grazie alla maestre e alla classe V E del 1° circolo didattico “Papa Giovanni XXIII” di Vittoria che hanno partecipato alle lezioni del “laboratorio di scrittura creativa”, in collaborazione con “RagusaOggi”

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