Ha fondato il Disability Pride, ma ora rischia l’isolamento: l’appello disperato di Carmelo “Senza aiuto finirò rinchiuso”

“Senza un progetto di vita indipendente finirò in un istituto”: Carmelo, tetraplegico da 27 anni, lancia un appello dopo la sconfitta in Tribunale.

VITTORIA – «Ciao, sono Carmelo Comisi, ho 43 anni e da 27 vivo con una tetraplegia totale. Da quel maledetto incidente stradale del 1997, ogni mio gesto quotidiano dipende da due persone: i miei genitori, oggi ultra settantenni, che da allora non mi hanno mai lasciato solo. Ma il tempo passa per tutti. E io oggi ho paura.»

E’ questo l’appello, disperato, che sui social lancia Carmelo Comisi, che nel frattempo si è laureato in Filosofia, ha conseguito un master e ha fondato il movimento Disability Pride Italia. E’ uno dei volti più attivi nella battaglia per il diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità gravissima. Ma la sua stessa battaglia, adesso, rischia di fermarsi.

Per poter continuare a vivere con dignità, Carmelo ha chiesto un progetto personalizzato che gli garantisca assistenza adeguata attraverso un budget di salute, come previsto dalla legge. Ma il primo grado del ricorso contro il Comune di Vittoria e l’Asp di Ragusa si è concluso con una sentenza negativa. Adesso, per affrontare il secondo grado, servono risorse economiche che Carmelo non ha: 1.800 euro per coprire le spese processuali e le trasferte legali.

Per questo ha deciso di lanciare una raccolta fondi su GoFundMe:
👉 https://gofund.me/67af3e9c

«Questa non è solo la mia battaglia – scrive – ma quella di tutte le persone che in Italia vivono con disabilità gravissima e che chiedono una sola cosa: non essere rinchiusi in un istituto solo perché lo Stato non offre alternative».

L’appello è forte, umano, diretto. E merita attenzione. Anche solo con una piccola donazione o una condivisione, si può contribuire a tenere viva questa battaglia che riguarda l’intera società.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it