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GRAZIE A ROSA PARKS PER ESSERSI RIFIUTATA DI CEDERE IL POSTO SUL BUS AD UN UOMO BIANCO
01 Dic 2016 08:50
Non è nostro compito approfondire notizie nazionale e internazionali ma alcune volte lo facciamo con la volontà di offrire un ulteriore spunto di riflessione ai nostri lettori. Oggi 1 dicembre parliamo della storia di Rosa Louise Parks, attivista statunitense, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus ad un bianco, dando così origine al boicottaggio degli autobus a Montgomery.
Era il 1º dicembre del 1955, a Montgomery e Rosa stava tornando a casa in autobus dal suo lavoro di sarta. Nella vettura, non trovando altri posti liberi, occupò il primo posto dietro alla fila riservata ai soli bianchi, nel settore dei posti comuni. Dopo tre fermate, l’autista le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all’automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Ella, mantenendo un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto. P
er di più, se avesse obbedito al conducente, dato che tutti i posti a sedere erano occupati, sarebbe dovuta rimanere in piedi con un problema di dolore ai piedi che l’affliggeva. Il conducente ferma così il veicolo e chiama due agenti di polizia per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligavano le persone di colore a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando in quello a loro riservato non ve n’erano più di disponibili.
Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana, guidati da Martin Luther King, si riunirono per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto, mentre già avevano avuto luogo le prime reazioni violente. Il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durò per 382 giorni; dozzine di pullman rimangono fermi per mesi finché non viene rimossa la legge che legalizza la segregazione. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull’episodio descrivendolo come «l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà», aggiunse che Rosa «rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future».
Nel 1956 il caso della signora Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, che decretò, all’unanimità, incostituzionale la segregazione sui pullman pubblici dell’Alabama. Da quel momento, Rosa Parks diventò un’icona del movimento per i diritti civili. Un diritto che oggi ci sembra assolutamente scontato e naturale, poco più di 60 anni fa non lo era. Una vicenda che ci ricorda come anche oggi nel mondo continuino ad esserci le discriminazioni raziali.
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