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GINEVRA, LETTURA DRAMMATURGICA
05 Giu 2013 09:27
Il prossimo giovedì 6 giugno 2013, alle ore 18,00, presso il Salone del Seminario, Vescovado di Ragusa, via Roma 109, si svolgerà la lettura drammaturgica del racconto di Franco Cilia “Ginevra”.
Interpreteranno il testo Valeria Iacono e Franco Cilia, su musiche originali di Peppe Arezzo.
La regia è di Franco Giorgio.
Presenterà l’evento Padre Giorgio Occhipinti e interverrà S.E. Mons. Paolo Urso, Vescovo di Ragusa.
Ingresso libero.
Proiettato su un futuro avanti di una generazione, le voci narranti sondano il legame misterioso che unisce, attraverso gli affetti, il cuore e la mente degli uomini nel tempo sospeso tra una vita terrena che svanisce e un’altra che vive il suo fulgore. Sullo sfondo l’impalpabile sincronia che segue le fila della trama esistenziale nel finalismo provvidenziale che contiene il tempo e l’eternità, la materia e lo spirito.
Scrive nella prefazione al libro S.E. Mons. Paolo Urso Vescovo di Ragusa:
“Una pura coincidenza ha voluto che leggessi Ginevra contemporaneamente a L’ultima riga delle favole di Massimo Gramellini. Contestando l’espressione del “pensatore più famoso della città” che “l’amore è il cibo degli illusi”, una ragazza “con gli zigomi alti e i capelli corvini” aveva detto che “questo mondo tanto orribile a lei sembrava solo addormentato. E che a risvegliarlo non sarebbe stata la logica dei sapienti, ma l’energia degli innamorati: gli unici ancora capaci di coniugare i verbi al futuro”. Il conferenziere rispose che “per lui una fanciulla così carina aveva tutto il diritto di credere nell’amore, prima di uscire dal mondo delle favole e andare incontro alla realtà”. Ma la ragazza osservò: “L’amore è la realtà”.
L’amore di nonno Franco per Ginevra è tenero e forte, mette insieme presente e futuro Ho letto Ginevra, l’ultimo lavoro di Franco Cilia, con interiore commozione. Il racconto, semplice e breve, è capace di suscitare emozioni e bei sentimenti. La proprietà del linguaggio e la varietà delle immagini permettono di “vedere” ciò che viene raccontato, tra sogno e realtà, in un intreccio positivo e costruttivo.
Egli la “sogna” (lei, che oggi è ancora una bambina) giovane donna, laureata alla Sorbona, esperta d’arte, che si fa notare “per i suoi saggi sull’arte del novecento, il cui rigore filologico e capacità di analisi” hanno contribuito a rileggere la storia degli artisti che hanno solcato la scena dell’arte nel secolo appena trascorso. La “osserva” a Parigi, dove si è recata per presentare una antologica del nonno, mentre attraversa lentamente le sale dell’importante museo o quando respira profondamente e regala il suo sorriso all’uditorio.. …
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