Molti associano il loro volto alle vacanze estive, al sole che illumina Marina di Modica e al movimento dei mesi più caldi. Per altri, invece, sono un punto di riferimento imprescindibile della frazione marinara modicana anche quando arriva l’inverno, le strade si fanno silenziose e il mare cambia colore. Sono Giovanna, Jole e Veronica: le […]
Gatti che saltano: condannare i gesti, senza aggredire i ragazzi
26 Ott 2023 09:16
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Ho scelto di non guardare il video pubblicato dapprima su Instagram e poi altrove. Per non soffrire. Sto diventando vecchio. Non scherzo. Di recente mi è capitato di commuovermi perché uno dei gatti che mi ospitano a casa si è … non voglio dirlo. Non riesco nemmeno a ricordarlo. Figuratevi il video! Già solo il racconto delle immagini per me è un orrore e un supplizio del profondo. Il video della non empatia più assoluta, scaraventato su un profilo social privato, mostrerebbe un adolescente (si presume) nella sua stanza, in compagnia di una coetanea, mentre tiene in mano un micetto di poche settimane, trovatello inerme e, ridendo, lo lancia in aria fino al tetto (almeno due metri di altezza) per lasciarlo precipitare e schiantare sul pavimento. Un volo infernale a cui il gattino non è preparato. Rimane attonito, non atterra sulle zampe e forse sbatte anche la testolina. Troppo piccolo. Indifeso. Innocente. Sfortunato.
Il video si concluderebbe in modo “sulfureo” e inquietante con il ragazzo che ride guardando la videocamera del cellulare. Era finito inizialmente sui social e poi, anche se rimosso, ha continuato a girare su Whatsapp. È la nemesi della rete. È come l’Inferno dantesco: non puoi pentirti. Mai.
Le associazioni animaliste sembrano ora muoversi verso nuove denunce. Ma ciò che inevitabilmente accade dopo è la shitstorm implacabile, gli insulti e persino le minacce di morte (a quanto pare).
In un cortocircuito assurdo in ossequio al quale chi empatizza così intensamente verso una creatura animale non riesce a non “brutalizzare” due esseri umani così giovani sottoponendoli alla gogna mediatica. Cortocircuito emotivo.
Mi dicono che il ragazzo si è già pentito pubblicamente del suo gesto inaccettabile. Dice forse di non essersi reso conto della gravità delle sue azioni. È facile immaginare che, al di là di tutto, si sia pentito davvero. Ma per molti comunque non basta. E potrei capirlo. Ma fino ad un certo punto.
La civiltà adulta alla quale aspiro è un pianeta nel quale i cittadini riescono ad adorare gli animali, a condannare severamente le violenze sulle creature viventi, senza però distruggere gli adolescenti che sbagliano. Distinguere tra la gravità di un errore crudele e le persone che se ne rendono autori. La vedo così. Demolire nell’era di internet con le falci di internet due ragazzi non alimenterà in nessun altro ragazzo la sensibilità verso gli altri esseri viventi. Altri impareranno solo che, se pubblicano le loro azioni violente e sadiche nei confronti degli animali, rischieranno di essere coperti di insulti e minacce in mezzo a qualche like. Non capiranno che un gatto ancora piccolo non saprà mai cadere sul pavimento come fanno i gatti poco poco più grandi. Non capiranno mai che, dinanzi alla sofferenza lacerante di un indifeso, l’unica emozione possibile è la commozione. E ridacchiare è aberrante.
E tuttavia, compatitemi, sarò sincero sino in fondo. Le rare volte in cui mangio una fettina di carne a tavola, non mi chiedo come vengono trattati nelle camerette il bue, il maialino, il pollo, il cavallino. Do per scontato che vengano addormentati soavemente con la pillola della felicità in una tisana latte e miele, solo dopo aver vissuto oramai quasi per intero la loro vita e lieta vicenda e parabola terrena. Sono certo. Nel dubbio, ipocrita, non mi pongo troppe domande. Non sopporterei mai di vedere un cavallo saltare due metri dal soffitto. Sino al marmo delle nostre coscienze. E i nostri occhialini ad un tempo appannati e spietati, modello “Bernardo Guy”.
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