È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GAETANO FARINA NON FESTEGGIA PER QUESTI MOTIVI
14 Mar 2011 19:07
E’ il ritorno alla professionalità. Quella dell’era Borbonica. La professionalità che dai 1861 manca in Sicilia. Gaetano Farina medico veterinario di Santa Croce Camerina è uno di quelli che non ritiene di festeggiare i centocinquant’anni dell’unità d’Italia, che pur non essendo leghista che pensa che Garibaldi ci abbia fregato:
Sotto il regno della Real Casa Borbonica delle due Sicilie (1734-1860) furono tanti i “primati” che segnarono la civiltà Meridionale. Per l’industria: Primo ponte sospeso in ferro in Italia , prima ferrovia e prima stazione in Italia (la tratta Napoli-Portici), primo Piroscafo nel Mediterraneo per l’America (26 giorni impiegati). Per L’economia (minor numero di tasse pagate).Per la giurisprudenza: Primo Codice militare. Società, scienza e cultura. La scuola musicale Napoletana. Il primo osservatorio scientifico nasce a Capodimonte.
Per noi “Borbonici” il 1861 rappresenta un periodo in cui il Sud d’Italia è stato “obbligato” ad essere riunificato, quasi all’insaputa dei Siciliani. Potenze Europee come la Francia e l’Inghilterra danno il via al governo Piemontese ad un’invasione solo apparentemente Pacifica. Invasione che avviene grazie alla corruzione dell’esercito Borbonico. Nasce il brigantaggio, che non è altro che la ribellione della gente al dominio Piemontese.
Nasce da qui la “Questione Meridionale”. Le conoscenze avanzate nel campo dell’industria, nel sociale, vengono sradicate con la violenza. Indietro non si può tornare ma è certo che il Sud è stato depredato in favore del Nord ed è ancora così. Al Nord vi è un aeroporto ogni 100KM. Al Sud quello di Comiso non riesce a decollare. Il Nord ha autostrade costruite anche con i soldi del Sud. Ci hanno fregato con il miraggio del ponte sullo stretto e non abbiamo le strade per arrivarci.
Importanti tecnici affermano che la Sicilia può essere una “portaerei” sul Mediterraneo, in realtà nessuna industria riesce a decollare, tranne quelle sulla lavorazione degli idrocarburi, tutte il resto non decolla. Le industrie che si occupano di agricoltura, di zootecnia non solo non decollano ma addirittura, specie in campo zootecnico importano dall’estero. Queste importazioni rompono quel cerchio virtuoso che farebbe crescere l’indotto. L’allevatore che importa materie prime, come soia o frumento dai pesi europei non può investire sul territorio, non chiama il muratore per costruirsi la casa, non chiama l’elettricista, importa materie prime e esporta i suoi soldi.
La politica non riesce a salvaguardare queste produzioni, non mette in campo una concreta programmazione a tutela dell’artigianato, della ricerca o della produzione. Non investe nella letteratura, nella cultura. Oggi i giovani non hanno stimoli per una conoscenza fine a se stessa. Festeggiare l’Unità d’Italia. Noi del sud cosa dobbiamo festeggiare?
Garibaldi ci ha “fregato” Eravamo sotto il Regno Borbonico uno stato solido, con uno stato finanziario altrettanto solido. Siamo arrivati al collasso.
Che abbiamo da festeggiare?
Gesualdo Bufalino che di Sud e Siciliani “Ne capisce” dice: Noi Siciliani abbiamo raccolto Greci, Romani, Spagnoli, Arabi e li abbiamo digeriti. Ci è rimasta un eccesso di identità. Non si sa se nel bene o nel male.
Intervista raccolta da Pina Cocuzza
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Grazie dott. Farina noi festeggiamo ma tante cose dette nella sua intervista purtroppo sono vere, ma non possiamo tornare indietro…ormai.
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