Fuochi, arazzi e statue a cavallo: ecco come si festeggia San Giorgio a Malta. Potrebbe nascere un gemellaggio con San Giorgio di Ibla. FOTO GALLERY


C’è un angolo di Malta dove il tempo si ferma e l’aria profuma di incenso, cera, bandiere e storia. È Qormi, città devotissima a San Giorgio, che ogni anno – l’ultima domenica di giugno – dà vita a una delle feste religiose più spettacolari dell’isola. Un’esplosione di fede, arte e comunità che incanta chiunque si trovi a passare da quelle strade bardate a festa. E che, a guardar bene, ha molto in comune con un altro cuore barocco del Mediterraneo: Ragusa Ibla

Siamo andati a Malta, la scorsa settimana, per documentare come si festeggia nell’isola dei Cavalieri, il Santo Cavaliere che sconfigge il drago, ovvero San Giorgio.

A Qormi, in occasione della festa, ogni via si trasforma in un piccolo palcoscenico: dagli eleganti balconi spuntano drappi rosso porpora e oro ricamato, arazzi monumentali che raccontano episodi della vita del santo, mentre nelle finestre fanno capolino piccole statue di San Giorgio a cavallo, nell’atto eroico di trafiggere il drago. È una scenografia collettiva, partecipata: ogni famiglia contribuisce a rendere più bella la strada in cui vive, e negli androni delle case – come da tradizione – si mettono in mostra le cose più preziose che si possiedono. Servizi in ceramica, cristallerie, argenteria, centri ricamati a mano: un modo per onorare il santo e mostrare al quartiere (e ai visitatori) il meglio della propria casa.

Il culmine della festa è la processione della statua lignea di San Giorgio, scolpita nel Settecento e portata in spalla tra le vie affollate, accompagnata da marce trionfali eseguite dalle bande musicali. Ma a rendere la celebrazione davvero indimenticabile sono i giochi pirotecnici, veri protagonisti della notte maltese. I fuochi d’artificio sono tanti, lunghi e potenti, ma soprattutto sono piromusicali: sincronizzati con la musica, esplodono al ritmo delle marce in un crescendo spettacolare che emoziona grandi e piccini.

Non è solo una festa, è un’esperienza immersiva. Un rito collettivo in cui fede e folklore si fondono. Le strade si animano per giorni, tra celebrazioni religiose, mercatini, tavolate imbandite, visite e scambi nei quartieri. Ed è proprio in questo spirito di apertura e comunità che si inserisce l’idea – ormai sempre più concreta – di una collaborazione più stretta con la festa di San Giorgio di Ragusa Ibla.

Tra i due comitati c’è già una stima reciproca: delegazioni maltesi hanno spesso visitato Ibla in occasione della festa siciliana, che si svolge invece l’ultima domenica di maggio. E viceversa. Ma c’è chi sogna, come noi, qualcosa di più: perché non immaginare, ad esempio, che durante la festa a Ibla vengano esposti gli arazzi di Qormi, portando così un tocco di Malta dentro il barocco siciliano? Sarebbe un colpo d’occhio straordinario: gli stendardi maltesi appesi ai balconi iblei, tra putti e fregi in pietra dorata, a sancire un gemellaggio culturale e spirituale tra due comunità tanto vicine per fede quanto per bellezza architettonica.

E non finisce qui. Perché dopo Qormi, i festeggiamenti per San Giorgio continuano anche a Gozo, nell’isola sorella di Malta, dove un’altra celebrazione coinvolge l’intera comunità tra canti, fuochi e processioni. È un percorso che unisce fede e identità mediterranea, e che forse – grazie a nuove sinergie – potrebbe coinvolgere sempre più anche la Sicilia e il suo gioiello barocco: Ibla.

San Giorgio, insomma, non conosce confini. Ed è pronto a cavalcare, ancora una volta, tra Malta e Sicilia, tra fuochi e fede, in nome di una devozione che parla la lingua del Mediterraneo.

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