Frittelle e vino novello: a Ragusa rispettata la tradizione ecco le ricette più golose da fare a casa

Oggi, 11 novembre, si celebra la festa di San Martino: una ricorrenza dal profondo valore simbolico e gastronomico, particolarmente sentita in Sicilia. Scopriamo insieme chi era San Martino, perché è famoso per il suo mantello, e come in provincia di Ragusa (e in buona parte dell’isola) si festeggia con frittelle e vino novello.


Chi era San Martino e perché il “mantello”

San Martino di Tours, nato intorno al 316/317, visse da ufficiale nell’esercito romano e poi, dopo il celebre episodio del mantello, si dedicò alla vita monastica e divenne vescovo di Tours.
La leggenda più nota racconta che, durante una ronda invernale, vide un povero seminudo che tremava per il freddo. Martino, indossando il suo mantello militare, lo tagliò a metà e ne donò una parte al mendicante. Il giorno seguente, in sogno, gli apparve Gesù vestito proprio con quel mantello, ringraziandolo per averlo “vestito” nel povero.

Il mantello diventa così metafora della protezione e del prendersi cura dell’altro, ma anche del cambiamento: dal soldato al missionario, dall’indifferenza alla compassione. E ancora oggi la festa dell’11 novembre richiama questo spirito di dono e di passaggio: dalla vendemmia al freddo dell’inverno, dalla terra al vino, dalla miseria alla condivisione.


Tradizioni in Sicilia e in provincia di Ragusa: frittelle & vino

In Sicilia, la festa di San Martino assume una dimensione popolare e gastronomica: è il momento in cui si assaggia il vino nuovo (“novello”), si celebrano i frutti della terra e si gustano dolci o frittelle aromatizzate con finocchietto, uvetta, spezie o altri ingredienti locali.

In provincia di Ragusa, la tradizione è molto viva: le “frittelle di San Martino” (o “firitèddi ri San Martinu” nel dialetto locale) sono un classico dell’11 novembre. Nei bar e nelle rosticcerie della zona si preparano versioni diverse — dalla tradizionale con uvetta e finocchietto, a varianti come cioccolato, noci, o persino acciughe — sempre accompagnate da un bicchiere di vino novello.

La frittella diventa così simbolo di festa, convivialità e calore, un modo per rendere più sopportabile l’arrivo dell’inverno e condividere momenti di gioia.


Ricetta: Frittelle di San Martino da preparare in casa

Ingredienti:

  • 300 g di farina
  • 1 bicchiere d’acqua
  • 1 bicchiere di latte
  • ¼ panetto di lievito di birra fresco
  • semi di finocchietto selvatico q.b.
  • 1 bustina di uvetta sultanina
  • zucchero semolato q.b.
  • cannella in polvere facoltativa
  • 1 l circa di olio di semi per friggere

Procedimento:

  1. Sciogliere il lievito nell’acqua a temperatura ambiente.
  2. In una ciotola versare la farina, aggiungere l’acqua con lievito e il latte, mescolando fino a ottenere un impasto morbido e leggermente colloso.
  3. Aggiungere finocchietto e uvetta.
  4. Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare circa 3 ore, finché l’impasto raddoppia di volume.
  5. Scaldare abbondante olio in una pentola dai bordi alti. Prelevare una porzione di impasto con un cucchiaio e lasciarla cadere nell’olio caldo, formando palline. Friggere fino a doratura uniforme.
  6. Scolare su carta assorbente, passare le frittelle calde nello zucchero semolato e nella cannella se gradita. Servire calde con un bicchiere di vino novello.

Varianti:

  • Aggiungere noci tritate nell’impasto o in superficie.
  • Sostituire l’uvetta con gocce di cioccolato o pezzi di acciughe per la versione salata.
  • Friggere piccole palline per evitare che restino crude all’interno.

Perché questa festa ci parla ancora oggi

La festa di San Martino è un momento di passaggio, tra la vendemmia conclusa, l’inverno prossimo, il lavoro dei campi che rallenta, il vino che si assaggia, le frittelle che profumano nelle case e nei bar della Sicilia.
È la memoria di un gesto di generosità che diventò leggenda, di un mantello condiviso che oggi diventa condivisione di tavola, di caldo e di vino. È convivialità che fa comunità, tradizione che riscopre la terra. Preparare o assaggiare le frittelle e brindare oggi è un modo per ricordare che il dono è ancora possibile.

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