Francesco Aiello, un uomo solo al comando. “Non mi dimetterò, provino a sfiduciarmi”

È sempre più solo alla guida della città. La coalizione che lo ha eletto nell’ottobre 2021 si sta lentamente dissolvendo.

I quattordici consiglieri di maggioranza oggi si sono ridotti. Solo nove sono rimasti fedeli al sindaco. Altri stanno facendo scelte diverse (Mpa, gruppo misto… ), ma soprattutto fanno sentire il loro peso all’interno dell’aula consiliare.

Nella nuova situazione il sindaco Francesco Aiello rischia di avere difficoltà nell’approvazione dei principali atti della sua amministrazione. Le avvisaglie si sono avute due settimane fa, quando il consiglio ha bocciato il rendiconto finanziario.

“Un fatto gravissimo, inaudito – commenta Aiello – il rendiconto è una delibera tecnica, non politica. Non è emendabile. Chi ha votato contro si è assunto una grave responsabilità”. Ora si attende la nomina di un commissario regionale. La Regione, nel frattempo, ha scritto al comune per sollecitare l’approvazione e il comune ha risposto.

Aiello, non ha più la maggioranza. Crescono le defezioni

Come farà Aiello a proseguire nel cammino amministrativo? L’agenda politica potrebbe finire in mano alla nuova maggioranza che osteggia l’attuale giunta. Anche se le posizioni, nello schieramento di opposizione, sono distanti, distantissime. Ci sono i consiglieri di destra (sei in tutto), i consiglieri di sinistra (tre in tutto), eletti venti mesi fa e ci sono cinque consiglieri che hanno lasciato la maggioranza che sosteneva il sindaco. C’è chi critica Aiello e il suo stile “Un uomo solo al comando”, c’è chi magari avrebbe voluto avere un assessorato e non l’ha ottenuto.

“Non mi farò intimidire, né ricattare – afferma – anzi li sfido: perché non provano a sfiduciarmi ? Devono essere conseguenti e andare fino in fondo. È vero, non ci sono i numeri. Ma li trovino, provino pure a trovare la maggioranza che manca per mandare via il sindaco”.

Ma alcuni atti importanti potrebbero rimanere al palo. C’è il Piano regolatore generale (oggi Puc). Il piano approvato da Moscato è stato bocciato dal consiglio comunale, revocati tutti gli atti della giunta di centrodestra. “Abbiamo ripristinato la legalità – spiega Aiello – il piano approvato dalla giunta Moscato e dal consiglio comunale era sovradimensionato. Si prevedeva un a popolazione accresciuta di 25.000 persone. È un fatto gravissimo, inaudito. Io l’ho denunciato e ora segnalerò tutto alla procura e alla Corte dei conti. Quali interessi si celavano dietro tutto questo? “

Il sindaco è come un sacerdote. Vive per la sua città!

Nonostante sia sempre più solo e isolato, Aiello non pensa affatto alle dimissioni. “Assolutamente no. È un’ipotesi che non esiste. Io sono stato eletto dalla gente e alla gente devo rispondere. Il sindaco vive per la sua città. Paragoni pure un sindaco a un sacerdote. Il sacerdote onora l’altare, il sindaco ha lo stesso approccio con l’amministrazione della sua città. Non può cedere a ricatti o pressioni. Egli deve seguire solo una strada: l’attuazione del programma amministrativo che la gente ha votato. Se i consiglieri eletti non lo consentiranno, se hanno deciso di fendere impossibile l’attuazione del programma, si assumeranno le loro responsabilità. Ognuno è responsabile delle proprie scelte e ne risponderà agli elettori”.

Aiello non vuole cedere alle pressioni dei gruppi che lo hanno eletto. “La nostra miliare è il programma. Dobbiamo attuare il programma per cui i vittoriesi ci hanno votato. Io voglio lavorare con la mia coalizione. Voglio farlo proprio su questo, sugli impegni che abbiamo assunto con la città. È l’unica priorità: il resto non conta”.

In altre città le cariche assessoriali sono decise con un rigido Manuale Cencelli, un tempo tanto vituperato allorché prevedeva regole e modi per raggiungere un accordo tra i partiti nei governi di coalizione. Oggi queste regole non scritte, ma vigenti, sono approdate anche nei comuni e nei consigli comunali.

“La legge prevede l’elezione diretta del sindaco – spiega con forza – la responsabilità della giunta e del governo della città è del sindaco. I cittadini lo assegnano a un sindaco. Ma è assurdo che si pensi che i partiti possano condizionare la vita amministrativa. I partiti non possono chiedere nulla. Io sono certamente aperto e disponibile a parlare con tutti, ma solo di temi che riguardano l’attuazione del programma. Quello è l’impegno assunto con i cittadini e quello dobbiamo fare”.

Cinquanta giorni fa si è dimesso il vicesindaco Filippo Foresti. Era considerato un suo fedelissimo. Né Foresti, né Aiello hanno commentato le dimissioni, limitandosi a una scarna comunicazione il sindaco, e con un lungo messaggio molto cortese Foresti, che però ha ringraziato tutti tranne lo stesso primo cittadino e i suoi colleghi dell’amministrazione. Dopo un mese e mezzo Aiello non ha ancora nominato un assessore al suo posto. Si era fatto il nome di Paolo Monello, ex sindaco e deputato nazionale, poi non se n0è fatto nulla. Lo stesso sindaco, a metà giugno ci aveva detto che avrebbe sciolto la riserva di lì a poco. “Non ho ancora sciolto la riserva, non ho assunto una decisione. Sono stato impegnato con l’avvio complicato della stagione estiva. Appena superato questo momento, mi dedicherò anche a questo”.

Quale ruolo avranno i partiti della coalizione nella sua scelta ?

“La scelta e la nomina degli assessori appartiene al sindaco. La legge la assegna al primo cittadino. I partiti devono collaborare per il perseguimento del programma amministrativo, non chiedere posti di potere, né condizionare le scelte del sindaco”.

Conferma che non si dimetterà, anche se la sua amministrazione è nell’occhio del ciclone e gli occhi della Regione siciliana si sono appuntati su di essa. Sono state avviate ben due ispezioni regionali. Una è stata conclusa, la seconda lo sarà a breve. Gli atti ritenuti illegittimi o non corretti sono tanti. Ma Aiello non si scompone. Va avanti per la sua strada.

“Io non bo obiettivi personali. Non devo fare il deputato, non devo fare il presidente della Regione, non devo fare il presidente della Repubblica. Non ho fratelli e parenti accanto a me. Sono – come si dice in gergo franco di naca. Non ho obiettivi personali. Non sono facilmente condizionabile. Fare il sindaco è una missione. Io vivo per la mia città. Da sindaco. Come un sacerdote vive per il suo altare.

Per la sua città, è un giorno di lutto per la morte improvvisa di Giuseppe Erminio Spalla. Lo è ancora di più per lui. “Perdo un amico, un caro amico. Sono notizie che arrivano all’improvviso, come un pugno nello stomaco. Ci accomunavano i luoghi di origine: i quartieri San Biagio e San Giovanni. Avevamo un legame forte e una sincera amicizia, anche se di recente ci vedevamo meno”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it