Fondi comuni d’investimento, nel ragusano impiegato 1 miliardo di euro

I siciliani riscoprono l’investimento, ma con passi ancora timidi rispetto al resto d’Italia. Sono circa 454 mila gli isolani che hanno scelto di affidare i propri risparmi ai fondi comuni di investimento, per un totale che sfiora i 19 miliardi di euro. Lo certifica il report annuale di Assogestioni, la principale autorità che monitora il risparmio gestito in Italia.

Un dato in crescita (+5% in un anno), che segnala una maggiore propensione a diversificare e valorizzare il proprio patrimonio. Ma che, allo stesso tempo, evidenzia un ritardo preoccupante: solo il 9,5% dei siciliani investe in questi strumenti finanziari. Peggio fa soltanto la Sardegna. Per fare un confronto, in Emilia Romagna, capofila della classifica nazionale, a puntare sui fondi comuni è quasi un terzo della popolazione.

Palermo regina degli investimenti, Trapani la più fiduciosa

A livello provinciale, Palermo si conferma la capitale finanziaria dell’Isola con 5 miliardi di euro investiti nei fondi, seguita da Catania (4 miliardi) e Messina (2,6 miliardi). Ma è Trapani a distinguersi per l’incidenza: l’11,2% dei residenti ha scelto i fondi comuni, anche se con un investimento medio più basso (34 mila euro contro i 46 mila di Palermo e i 52 mila della media nazionale).

Ragusa si ferma a 1 miliardo, mentre in coda alla classifica ci sono Caltanissetta (932 milioni) ed Enna (523 milioni).

Fondi comuni: occasione o rischio?

I fondi comuni raccolgono capitale da più risparmiatori per investirlo in maniera diversificata – in azioni, obbligazioni, liquidità o immobili – offrendo così una protezione più ampia rispetto ai rischi del singolo investitore. Il trend è in crescita in tutta Italia, ma in Sicilia l’approccio resta ancora cauto, quando non diffidente.

Secondo Assogestioni, il limite principale rimane l’assenza di educazione finanziaria diffusa. Molti siciliani – nonostante un patrimonio spesso consistente – continuano a lasciare i propri risparmi fermi sui conti correnti, rinunciando a farli fruttare in modo efficace.

Eppure i segnali di cambiamento ci sono: oltre 24 mila nuovi investitori si sono affacciati a questo mondo tra il 2023 e il 2024. È un piccolo balzo in avanti, ma sufficiente a dimostrare che la fiducia cresce, anche grazie alla maggiore diffusione di strumenti digitali, consulenze accessibili e piattaforme fintech.

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