FILIPPO FOTI ED EDOARDO MARTINI

In questo periodo, (in cui l’onestà di troppi servitori dello stato latita) le verità sulle stragi, attentati, non si riesce a conoscere veramente,  però se ne parla, quindi nella gente  rimane la coscienza che  sono successi fatti tragici e dolorosi.

Invece si parla poco o niente degli anni di terrorismo in Alto Adige soprattutto dal 20 settembre 1957 quando iniziò col primo attentato a un traliccio fino al 30 ottobre 1988. Trentadue anni di attentati che rischiarono di trasformarsi in una guerra civile. “Los von Trient”  (“Via da Trento”) era lo slogan coniato da Silvius Magnago e fatto proprio dai terroristi.altoatesini. In quegli anni ci furono ben 361 attentati, 21 morti di cui 15 delle forze dell’ordine (due di loro erano siciliani), 2 civili e 4 terroristi; 57 feriti di cui 24 tra le forze dell’ordine e 33 civili. Gli anni  maggiormente cruenti furono il 1965 – 1966.

Ci furono condanne, ma quanto veramente fosse dietro e perché ad un certo punto sembra sia diventato non argomento tabù, non è dato sapere.

Veniamo ora al 30 settembre 1967.  

Alla stazione di Trento la polizia ferroviaria ricevette una segnalazione,  dove si comunicava che  a bordo del treno proveniente da Innsbruck, l’Alpen Express si trovava una valigia sospetta. Tale bagaglio era stato lasciato in uno scompartimento apparentemente incustodito. Le fermate alle varie stazioni si susseguivano, ma  nessuno veniva a prenderlo. Fu un viaggiatore preoccupato a segnalare al capotreno la situazione  strana e  il capotreno a sua volta avvertì Trento, la  successiva stazione in cui si sarebbe fermato l’Alpen Express.

Quando il treno  arrivò in stazione sul primo binario, la guardia scelta Edoardo Martini assieme al brigadiere Filippo Foti, erano già lì. Salirono raggiungendo subito lo scompartimento segnalato e notando una valigia gialla con cinghie marroni e senza etichette  o altri segni distintivi. Il brigadiere insospettito  la aprì e  trovò due panetti di tritolo  collegati a una vecchia sveglia e a una batteria tampone (serve per assicurare la trasmissione elettrica), ma non c’è più tempo. Urlarono a squarciagola alla gente di allontanarsi e cercarono  di portare la valigia con l’ordigno in una zona deserta della stazione ovvero il deposito bagagli, allo scalo merci.

 Non fecero in tempo ad allontanarsi e la bomba esplose e uccise sul colpo i due uomini.

Filippo Foti nacque a Syracuse, NY,  Stati Uniti il 4 luglio 1916. La sua famiglia era originaria di S. Leo presso  Reggio Calabria da dove erano emigrati.

Tornato in Italia entrò in Polizia nel 1940. Prestò servizio in  diversi città e infine a Trento dove grazie a lui si salvarono chissà quante persone.

Nel 2005  gli è stata dedicata una scuola elementare al suo paese d’origine.

Edoardo Martini  nacque a Vicenza, l’11 febbraio 1923, entrò in polizia  nel 1948. Morì, come si è detto insieme al  brig. Foti  a Trento il 30 settembre 1967. Lasciò  moglie e tre figli.

Entrambi, l’anno successivo furono insigniti della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Memoria molto corta come si è visto. A tutt’oggi la città che ha visto questo atto di vero eroismo non ha intitolato nemmeno una via, una piazzetta, un vicolo… So che è stata inoltrata domanda da parte del Corpo di Polizia perché si provvedesse in merito, ma solo  da questo mese, e quindi non è dato sapere quando  e se ci sarà.

Il Club Armonia, ha fatto un recital proprio in questi giorni  per ricordare questi due  eroici servitori dello stato…   Stiamo a vedere.

Dal libro libro del Midrash:

Si sono chiesti i nostri Maestri: “Perché all’inizio  il Signore ha creato un solo uomo?”

Hanno risposto: Perché i suoi discendenti comprendano che da un uomo nasce una intera umanità: perciò chi uccide un uomo è come se uccidesse l’intero mondo, e chi salva un uomo è come se salvasse il mondo intero”.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it