Filippo Foresti, ex vicesindaco di Vittoria e appassionato di storia. Il ricordo dell’operazione Husky

Ha lasciato quaranta giorni fa la carica di assessore e vicesindaco della giunta guidata da Francesco Aiello. Filippo Foresti, ex primario di Medicina, appassionato di storia e di letteratura, non ha dato spiegazioni, né suscitato polemiche, ha mantenuto un profilo basso ed è uscito in punta di piedi.

Ma le sue dimissioni hanno “parlato” al di là delle parole e costituiscono uno dei tasselli della storia politica recente a Vittoria e delle difficoltà della giunta guidata da Francesco Aiello.

Foresti non ha dato spiegazioni ma, nonostante le dimissioni irrevocabili, era presente, il 10 luglio scorso, in occasione delle celebrazioni organizzate dal comune per rievocare lo sbarco degli Alleati, con due momenti, uno in piazza Andrea Castelli e un secondo vicino a una delle casematte costruite lungo la costa, casematte che, visibili ancora oggi, danno un colpo d’occhio e rievocano con la loro stessa presenza, gli eventi che furono.

“Ho voluto partecipare – spiega Foresti – perché avevo curato io, nella prima parte, l’organizzazione di questi eventi. Sogno il progetto di un percorso dello sbarco in Sicilia, così come avviene per lo sbarco in Normandia. L’Operazione Husky del 10 luglio 1943 ha interessato parecchi comuni, anche della costa ionica e del siracusano. Con il Gal si può avviare un percorso simile e far si che la storia di questi eventi diventi patrimonio della nostra terra, accomunando i vari comuni coinvolti. Perché lo sbarco è storia: e porta con se non solo il ricordo degli eventi bellici, ma anche la storia delle vicende umane di cui questo territorio e la gente di Sicilia sono stati testimoni”

Il ricordo personale. Il padre arruolato a vent’anni combatté nei luoghi dello sbarco

Foresti ha vissuto con passione la preparazione di questi eventi, per ricordare lo sbarco degli Alleati in Sicilia che portò alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. “Ero coinvolto anche sul piano personale – racconta – nel 1942, io padre, che allora aveva venti anni, venne chiamato alle armi. Si ritrovò così di stanza con la guarnigione schierata lungo l’asse da Chiaramonte ad Acate”. Con un fucile della Grande Guerra in mano, quei soldati giovani appena arruolati erano l’ultimo avamposto dell’Italia che stava crollando. “L’Operazione Husky fu tutt’altro che la storia di una liberazione – continua Foresti – fu una guerra cruenta. Morirono più di 4300 soldati italiani e 3500 statunitensi. Chi combatteva non aveva una posizione politica, aveva un ferro vecchio in mano ed obbediva agli ordini. Vi furono combattimenti, vi furono stragi anche di civili, come nel caso di Piano Stella, ad Acate, a lungo dimenticata. Questa terra ha il dovere di ricordare e probabilmente anche di fare qualcosa in più per coltivare la memoria e custodire i luoghi, anche per le prossime generazioni”.

Un ritorno all’impegno amministrativo ? “Non è in programma”

Filippo Foresti, per il momento, non tornerà alla politica attiva. Villeggia con la moglie, Angela Maria Riolo, dirigente scolastica in pensione, in quel di Scoglitti. Come sempre, come ogni estate. Anche se, in città, si erano diffuse le voci di un riavvicinamento con l’attuale sindaco Francesco Aiello, dopo le dimissioni fredde e senza un ringraziamento, né da una parte, né dall’altra.

Foresti è stato visto dalle parti di Palazzo Iacono e in molti, specie dopo la sua presenza alle celebrazioni dell’ottantesimo anniversario dello sbarco, hanno voluto vedere nella sua presenza il segnale di un possibile riavvicinamento. “Sono stato presente alle celebrazioni dell’anniversario dello sbarco perché avevo curato la preparazione e perché avevo accarezzato il progetto di un percorso collettivo con gli altri comuni. Sarebbe interessante riuscire a farlo. Ho ovviamente incontrato e salutato il sindaco. Sono stato a Palazzo Iacono in un giorno di sabato per incontrare un dirigente: nulla a che fare con la politica”.

Dopo le dimissioni ha ricevuto molte telefonate. “Mi hanno chiamato in tanti, anche consiglieri di opposizione. Sono grato a tutti per le parole che mi hanno riservato. Ho sempre agito nel rispetto dei ruoli e delle persone. E questo mi è stato riconosciuto. Anche i consiglieri comunali si sono sempre rivolti nei miei confronti con rispetto e correttezza. Ne do atto e gliene sono grato”.

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