È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
FESTIVAL DEL’ECONOMIA TRENTO
05 Giu 2013 14:59
Quest’anno si è conclusa il 2 giugno, a Trento, l’8° edizione del Festival dell’Economia, durato quattro giorni molto intensi con economisti, sociologi, filosofi e politici.
Tema di questa rassegna: “Sovranità in conflitto”;, responsabile scientifico del festival, è stato Tito Boeri (professore ordinario di Economia del Lavoro alla Bocconi di Milano e molto altro). Il festival si apre e si chiude con due Premi Nobel dell’Economia Michael Spence e James Mirrless sul tema del “governo della catena produttiva mondiale” e sulla “perseguibilità dell’abbandono dell’euro”. L’agenda delle presenze e dei temi, è stata molto fitta. Il filosofo americano Michael Sandel ha riscosso molto successo per quello che ha detto riguardo tutti i valori, che il denaro non può comprare o non dovrebbe, perché se a tutto si dà un prezzo, se a qualsiasi valore si dà una quantificazione economica, la democrazia viene corrotta e svuotata di significato.
La conferenza cui ho partecipato personalmente è stata quella di Roberto Saviano, che si è tenuta all’Auditorium, e parlava di ciò che tratta nel suo ultimo libro uscito: ZeroZeroZero. Scrive del narcotraffico e soprattutto della cocaina e dei riflessi sull’economia mondiale.
L’incipit del libro che ho citato dice. “La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l’ha presa per svegliarsi stamattina o l’autista al volante dell’autobus che ti porta a casa, perché vuole fare gli straordinari senza sentire i crampi della cervicale. Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non è tuo padre o tua madre, se non è tuo figlio, è il tuo capoufficio. O la sua segretaria che tira solo il sabato per divertirsi. Se non è il tuo capo, è sua moglie che lo fa per lasciarsi andare. Se non è sua moglie è la sua amante…. E via di questo passo per quasi quattro pagine, ma voglio mettere anche la conclusione che è altrettanto (mi si passi il gioco di parole) stupefacente: Ma se, pensandoci bene, ritieni che nessuna di queste persone possa tirare cocaina, o sei incapace di vedere o stai mentendo. Oppure, semplicemente, la persona che ne fa uso sei tu.Saviano dice che il centro del narcotraffico mondiale è una altro Paese emergente, il Messico, che sta subito dietro a Cina e India come sviluppo. Grazie ai cartelli, organizzati sui modelli della mafia e ‘ndrangheta italiane. Il guadagno migliore è la distribuzione più che la produzione, perché la coca la usano ‘tutti’, quindi si sono impossessati di tutta la filiera. E i sistemi per tenere sotto controllo tutto sono brutali ed efficaci oltre che spettacolari.
I numeri fanno gola, si parla di un giro di denaro pari a 300 miliardi di dollari! Il 97,4% viene riciclato attraverso le banche americane ed europee. Roberto Saviano sottolinea che “NewYork e Londra sono le due più grandi lavanderie di denaro sporco”. Naturalmente durante la conferenza ha citato esempi e riferimenti.
Quello che più rattrista lo scrittore, che come è noto vive sotto scorta dal 2006 in seguito alle minacce dei clan che ha denunciato (a questo proposito alla fine ha ringraziato pubblicamente gli uomini della sua scorta), è l’indifferenza della politica italiana di fronte a un fenomeno tanto grave. “Le organizzazioni criminali non sono state citate in Italia durante la campagna elettorale, mentre gli USA le hanno inserite nell’elenco delle minacce alla propria democrazia.” E ancora “Solo apparentemente si sa come opera la mafia”.
Nel Nord Italia (e citava anche il Trentino ovviamente) non c’è consapevolezza delle attività mafiose e così in queste zone le imprese che non sanno più come cavarsela ricorrono al capitale del narcotraffico. Questo permette di far rimanere in piedi la propria azienda (almeno formalmente), mentre di fatto di diventa debitori verso una entità molto potente e oppressiva che porta poi via quello che si credeva di avere salvato. Punta il dito contro i commercialisti che sono i primi a sapere quando un’azienda va in crisi e di quanto e sono proprio loro che i malavitosi cercano, per diventare soci occulti di queste aziende in difficoltà, di cui poi, percepiscono gli utili.
Infine lancia una richiesta: La prima cosa che chiederei a Letta (anche lui partecipe al festival), è che provi il governo italiano ad utilizzare quello che è stato il Patriot Act negli Stati Uniti, forme creative nuove per riprenderci il denaro del riciclaggio”.
Infine conclude con un messaggio di speranza: “Ridare priorità a questi temi può salvarci”.
Un’ora e tre quarti di spiegazioni, pubblico attento e partecipe. Applausi prolungati e meritati. Auditorium strapieno.
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