FESTA DELLA REPUBBLICA TRA VIOLAZIONI DI PRINCIPI COSTITUZIONALI ED INTERPRETAZIONI DI COMODO

Siamo ad un passo dalla celebrazione della festa della Repubblica che fu istituita con un referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e 3 giugno di 68 anni fa per decidere se lo Stato italiano dovesse avere una forma monarchica o diventare una  Repubblica democratica.

Oggi, alla luce della realtà economica e sociale che vive il nostro paese,mi chiedo se i padri costituenti immaginavano questa Repubblica democratica in cui stiamo vivendo.

L’articolo 1 della nostra Costituzione recita che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro; ciò lascerebbe presupporre che lo Stato mediante il governo democraticamente eletto dovrebbe garantire il lavoro ad ogni cittadino. Essendo certificato che in Italia esiste un tasso di disoccupazione al 13% credo si possa affermare che tale principio sia disatteso.

Gli articoli 3 e 13 della stessa Costituzione prevedono la pari dignità sociale di tutti i cittadini. Un cittadino che non ha lavoro, che non percepisce un reddito, non può avere quella dignità a cui si fa riferimento, poiché credo sia inconfutabile la perdita di dignità sociale in mancanza d’un reddito da lavoro.

All’articolo 1 delle appendici generali della Costituzione è possibile leggere che ogni cittadino ha diritto al minimo indispensabile di mezzi di sussistenza che garantiscano una sopravvivenza decorosa, così come all’ultimo comma dell’articolo 1 si afferma che il popolo deve esercitare la sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ciò significa che sia i cittadini che i pubblici poteri sono soggetti al rispetto della Costituzione e dei suoi principi.

Film mai visto in Italia !

Quelle rare volte che qualche governo abbia accennato a voler ristabilire un minimo di equilibrio tra alcuni lavoratori del paese con stipendi da nababbi e privilegi insopportabili soprattutto in tempi di crisi  e gli altri che hanno salari da fame, è stato stoppato dalla Corte Costituzionale che ha sentenziato di non poter procedere in tal senso per l’evidente incostituzionalità del progetto.

Vorranno scusarmi questi grandi luminari di diritto costituzionale,ma come mai non hanno sentito l’esigenza di far rilevare l’incostituzionalità di diversi articoli della nostra Carta ?

La risposta è semplice:da sempre ha fatto strada la concezione che più il popolo è affamato più facile diventa la sua gestione, o se la vogliamo dire in altri termini, maggiore è l’iniquità in un paese, più diventa concreto il mantenimento di certi poteri se gli interessi personali di quest’ultimi sono coincidenti con quelli degli esecutivi.

Ritengo pertanto che fino a quando i principi della Costituzione non troveranno reale e totale applicazione nella società, non potremo affermare con serenità di giudizio che la nostra sia una Repubblica democratica.

Buona festa della Repubblica !

 

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