Fermarsi con i parchi eolici al Sud e nelle Isole. L’Unsic critica sugli impatti ambientali

Il secco no arriva dall’Unsic, l’Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, che parla di difesa di territori già sviliti e da tutelare da “scriteriati investimenti infrastrutturali”. Uno di questi sarebbe l’eolico. “Pur pienamente concordi nel costruire un’economia sostenibile per le future generazioni e coscienti del ruolo che l’agricoltura può svolgere nella spinta alle rinnovabili, concorrendo già per circa il 10 per cento alla produzione elettrica da fonti d’energia alternativa, mettiamo in guardia in particolare le Isole – afferma il presidente Domenico Mamone – bene il solare, il geotermico, ma basta pali eolici che in nome della sostenibilità hanno già svilito tanti lembi di paesaggio, al Sud, nelle Isole e non solo. Meglio puntare sull’idrogeno quale fonte di energia, rendendolo competitivo”.

L’intervento dell’Unsic arriva con l’aggiornamento del Pnrr e risorse per 2 miliardi e 700 milioni a fondo perduto specifiche per il settore energetico.

“Ciò genererà indubbi vantaggi per molte realtà locali del nostro Paese. Sul tappeto ci sono i temi della transizione verde, cioè la spinta all’energia rinnovabile che può venire anche dalle imprese, la diversificazione delle forniture energetiche, il ruolo dell’idrogeno, il risparmio in bolletta – conclude Mamone – ai benefici ambientali ed economici si sommano quelli occupazionali. Un documento pubblicato sul sito della Banca d’Italia attesta che il prossimo anno ci saranno tra 300mila e 375mila lavoratori in più grazie al Pnrr. Ma ci dobbiamo soffermare sulla qualità della spesa, cioè sulla capacità di utilizzare queste risorse in modo concentrato e strategico, efficace e funzionale per assicurare al Paese una crescita sostenibile e duratura”.

La Sicilia, dal versante occidentale a quello orientale, attrattore di parchi eolici off-shore.

Diversi i parchi eolici, il cui “pass” è atteso sia nel mare della zona di Trapani che in quello ibleo. Le procedure sono curate dal Ministero della transizione energetica e proprio nei suoi uffici sono depositati diversi progetti che, se realizzati, dovrebbero portare ad una autonomia per l’isola in fatto di energia.

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