ESSERE TEDESCHI NON SIGNIFICA ESSERE NAZISTI

Avrei voluto scrivere questa noticina il 27 gennaio, giorno in cui si celebra la giornata della memoria, istituita per legge dalla Repubbilca Italiana. Ma ho preferito far trascorrere i canonici quindici giorni così da avere più tempo per meditare quanto mi è venuto in mente. Che adesso, confermandolo, passo alle colonne di RagusaOggi per la cortesia del direttore Franco Portelli.

Ho riflettuto sul fatto che io sono un fortunato. Perchè se è vero che anzichè a Ragusa sarei potuto nascere a Stoccolma, o a Oslo, o a Melbourne, o ad Aukland, è vero anche che sarei potuto nascere a Calcutta, o a Kinsasha. E, cosa forse più tremenda, essere nato tra Berlino e Stoccarda. Insomma, in Germania. Perchè è tremendo essere nati in Germania (si intende da tedeschi, non da turchi o da italiani o polacchi). E’ tremendo, a mio modestissimo parere, perchè non si può esere tedeschi senza dover fare i conti col quindicennio hitleriano. Non si può essere tedeschi e vivere senza pensare mai, nemmeno una volta nella propria vita, di essere stato con la camica bruna a sostenere i dittatore (nella migliore delle ipotesi), quando non direttamente coinvolti. Non si può essere tedeschi senza avere mai, ma proprio mai, nemmeno il più piccolo dubbio sulla propria genetica.

E’ chiaro ed evidente che si è stati nazisti (il discorso non vale per chi nazista lo è tuttora) in una contingenza che non poneva alternative se non il carcere e la eliminazione fisica. Ma il dubbio che non può non rodere tutti i nati dalla genia teutonica è solo e soltanto quello: perchè tutti i tedeschi hanno sostenuto Hitler? Perchè i tedeschi hanno ucciso sei milioni di ebrei per il fatto di essere ebrei? Perchè hanno consentito l’orrore? Perchè si è arrivati a tanto? Perchè nessuno (o pochissimi) ha fatto qualcosa?

Non ho alcun dubbio: meglio essere bassi e neri, coi baffi e introversi, gelosi e tradizionalisti; insomma siciliani.

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