“ESODATA” DALL’AZIENDA PER CUI LAVORAVA, LA TESTIMONIANZA DI UNA DIPENDENTE DI POSTE ITALIANE

La riforma economica del Governo Monti continua a destabilizzare ulteriormente la situazione delle famiglie italiane le quali, se prima non riuscivano ad arrivare a fine mese, ora, difficilmente arrivano alla terza settimana e i lavoratori di Poste Italiane si fanno testimoni dell’attuale situazione di crisi: Anna Nuzzi, dipendente proprio di Poste Italiane, con una lettera spiega il quadro di sofferenza che lei e altri 5000 lavoratori della sua categoria stanno attraversando. Il problema che la Nuzzi pone con le sue accorate parole potrebbe però non limitarsi ai dipendenti delle Poste ma aprirsi anche ai dipendenti di Telecom o aziende simili.

Nella sua lettera Anna racconta di come nel 2011 riceve dall’azienda per cui lavora, Poste Italiane, una proposta di “Esodo incentivato” a patto che ad aprile dello stesso anno lasci il lavoro ottenendo in cambio da marzo 2016 una pensione con un incentivo di 80mila euro a copertura parziale dell’assenza di reddito per cinque anni, oppure, in alternativa, l’assunzione di una figlia con contratto part-time a tempo indeterminato e la riduzione dell’incentivo a 30mila euro.

Anna continua confidando le sue preoccupazioni: “La scelta di un genitore consapevole delle difficoltà attuali, per una giovane, di trovare un lavoro stabile, è quasi obbligata. Io e mio marito sapevamo di andare in contro a pesanti difficoltà economiche ma stringendo la cinghia e dando fondo ai nostri risparmi, ci siamo convinti che era possibile arrivare fino al 2016 con qualche sacrificio, sistemando però una figlia.”

Il tipo di contratto di cui la Nuzzi parla, supportato dalle leggi vigenti, è siglato in Confindustria con la firma dell’Azienda, del Sindacato e del lavoratore in data 29 aprile 2011. Il seguito è storia nazionale: il crollo economico, i mercati,  le manovre finanziarie, le pensioni, il governo Monti e via dicendo. Il risultato è che il contratto della signora è diventato carta straccia, la pensione che avrebbe dovuto ricevere dal 2016 le sarà erogata dal 2021.

“Questa manovra – continua Anna – colpisce le famiglie, impoverisce, distrugge, strozza e condanna anche alla sofferenza fisica le persone che non vedono più il futuro, solo in Poste Italiane sono circa 10.000 e la Ministra Fornero, con le sue lacrime, ha certo percepito chiaramente. La parola equità è diventata un vacuo non-sense: ho subito un allungamento di cinque anni nell’attesa della pensione e quanto ho perso nella cosiddetta attesa di vita? Se avessi conosciuto gli sviluppi futuri delle leggi, avrei fatto le stesse scelte o avrei preferito continuare a lavorare? Quanto ho contribuito, come ipotetica pensionata, alla manovra “Salva Italia”? E’ presto detto: 5 anni di assenza di reddito, calcolato sull’ipotetica pensione sono circa 120mila euro. Mi domando ora a quanto ammonterà il contributo dei più ricchi o dei pensionati a 20mila euro al mese e se questi soldi serviranno per rimpinguare i bilanci della Difesa che acquista 100 caccia bombardieri spendendo 13 miliardi. Occorre giustizia! Migliaia di famiglie sono stritolate da questa nuova legge sulle Pensioni. I patti sottoscritti prima devono essere preservati!”

Così conclude la sua lettera Anna Nuzzi, fra amarezza e sconforto e questa la situazione che si sta profilando in Italia. Che futuro dobbiamo aspettarci dunque? Tanti i dubbi che accompagnano il decollo di questa manovra economica “Salva Italia” sempre più “Lacrime e Sangue”: nella provincia di Ragusa esistono un centinaio di casi simili a quelli della signora Nuzzi e proprio per queste persone presso la CGIL, Camera del Lavoro di Ragusa è stato attivato uno sportello di ascolto per mettere insieme SLC-CGIL, Poste e tutti gli “esodati” al fine di sensibilizzare il Governo Nazionale.

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