Ecomuseo Carat, il consigliere Giovanni Gurrieri: “Percorso condivisibili ma ci sono aspetti da migliorare”

“La creazione dell’ecomuseo Carat deve impegnarci ad affrontare la materia del riutilizzo del nostro patrimonio, paesaggistico, culturale, ambientale, tradizionale, da un altro punto di vista. Deve favorire l’interazione tra la città e chi, trovandosi alla guida di un’amministrazione comunale o ricoprendo il ruolo di componente del comitato scientifico, sa di potere intervenire per ridare slancio alla città sul piano delle idee che possono fungere da richiamo per i visitatori così come per gli stessi ragusani”. La pensa in questi termini il consigliere comunale M5s Ragusa, Giovanni Gurrieri, dopo che il civico consesso ha sposato l’idea proposta dall’amministrazione comunale che, a sua volta, ha accolto il progetto dell’architetto Paola Schininà sulla scorta di quanto già accade in altri ambiti territoriali, elevando all’ennesima potenza la passione e l’amore per la nostra terra.
“Tutto ciò, però, pur condividendo una volta tanto la scelta fatta dalla Giunta Cassì – prosegue Gurrieri – deve rappresentare un valore aggiunto affinché possano essere messi in vetrina i punti di forza della nostra area. Certo, come ho già avuto modo di chiarire in commissione (a proposito, perché i lavori riguardanti un argomento così importante, come sempre più spesso sta accadendo, sono incardinati la mattina in seno all’organismo consiliare per poi approdare in aula il pomeriggio stesso, senza alcun margine di riflessione politica ad ampio respiro?) ci sono ancora alcuni aspetti che cozzano. E cioè mi chiedo se questo territorio sia già pronto a diventare un museo a cielo aperto quando per mettere una semplice segnaletica al castello di Donnafugata si è dovuto muovere mezzo mondo oppure se le strade per raggiungere i siti culturali preminenti risultano essere piene di spazzatura; o, ancora, se non esiste alcun tipo di sinergia tra il castello, il museo della Cattedrale o quello di Kamarina. E, ancora, se gli agricoltori del nostro territorio non possono neppure partecipare al Psr per ristrutturare le proprie masserie. Ritengo che l’ecomuseo sarà pronto quando questi micro o macro interventi saranno consolidati. Tra l’altro, alcuni tra questi erano indicati in una serie di emendamenti che, condivisi dai colleghi Alessandro Antoci e Mario D’Asta, hanno cercato di porre l’attenzione su una serie di questioni irrisolte”.
Gurrieri spiega quali: “La necropoli del Carmine, nonostante i riflettori siano adesso puntati sulla vallata Santa Domenica, continua ad essere non fruibile; il museo archeologico avrebbe bisogno di essere posto maggiormente sotto la luce dell’attenzione; manca un ticket unico tra i siti che potrebbe invogliare il visitatore o il turista a muoversi ancora meglio sul nostro territorio comunale. Sarà poi compito del comitato scientifico dell’ecomuseo (composto, oltre che dalla stessa Schininà, anche da Nuccio Iacono, Carmelo Arezzo e Fabio Manenti, a cui vanno i miei personali auguri di buon lavoro, certo che si tratti di professionisti la cui professionalità è indiscutibile oltre che di una certa levatura e che svolgeranno al meglio i compiti loro assegnati), laddove si riscontrano immobili non utilizzati o sottoutilizzati, anche mediante le istanze che arriveranno dal basso, attivare quei processi di riqualificazione che si rendono necessari per migliorare ulteriormente l’azione di valutazione dei percorsi che meritano di essere posti in evidenza nella maniera dovuta”. Il consigliere Gurrieri spiega altresì che “il punto dell’emendamento 6, a mia firma, all’articolo 11 del regolamento è stato approvato ed è legato all’utilizzo del patrimonio comunale alle finalità sociali e culturali dell’ecomuseo. Mi sono sempre battuto per avviare dei processi di riuso e di rigenerazione urbana e il punto inserito deve rappresentare un primo passo verso questa direzione”.

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