Ecco i motivi che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Vittoria. Pubblicati in Gazzetta ufficiale.

Una lunga relazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana rende note le motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Vittoria. La relazione è preceduta dal decreto di scioglimento del Consiglio Comunale firmato da Mattarella e controfirmato dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro dell’interno Salvini.

Ecco testualmente i motivi evidenziati dal Prefetto di Ragusa, Cocuzza, che hanno portato allo scioglimento dell’ente:

Oggetto: Comune di Vittoria – Relazione ai sensi  dell’art.  143,

comma 3, del  decreto  legislativo  18  agosto  2000,  n.  267,  come

sostituito dall’art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94.

La Citta’ di Vittoria, ricca di storia, di tradizione e di  arte,

e’ un centro a vocazione prevalentemente  agricola,  il  cui  tessuto

sociale   e’   caratterizzato   da   una   presenza   imprenditoriale

intraprendente e fattiva  che  ha  saputo  rivoluzionare  il  sistema

produttivo ortofrutticolo conquistando consistenti quote di mercato.

L’Ente comunale, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle

consultazioni  amministrative  del  5  giugno  2016,   e’   da   anni

all’attenzione delle Forze di Polizia e della  Magistratura,  le  cui

indagini hanno permesso  di  accertare  la  presenza  di  un  tessuto

socio-economico-ambientale  particolarmente  complesso,   in   quanto

connotato, fra l’altro, dalla presenza di una organizzazione mafiosa,

il cui potere si e’ esteso in modo  determinante  su  alcuni  settori

dell’economia, in special modo sulle realta’  imprenditoriali  legate

al Mercato ortofrutticolo vittoriese che per  importanza  si  colloca

tra i primi in Italia e i cui prodotti vengono commercializzati anche

all’estero.

In particolare, come meglio e’ stato  delineato  nella  relazione

della Commissione ispettiva, e’ emerso  che  alcuni  esponenti  della

citata consorteria mafiosa, a vario  titolo  legati  da  rapporti  di

parentela o di vicinanza con amministratori  comunali  o  dipendenti,

sembrerebbero aver avuto la possibilita’  di  influenzare  scelte  di

governo  con  particolare  attenzione  alle  numerose  e  consistenti

omissioni nell’attivita’  di  gestione  del  mercato  ortofrutticolo,

governato dall’amministrazione comunale,  all’interno  del  quale  e’

stata dimostrata una consistente presenza delle  consorterie  mafiose

nel settore dell’indotto commerciale delle forniture  di  imballaggi,

dei trasporti e dello smaltimento dei rifiuti.

In tale contesto, particolarmente indicativo appare  il  Cap.  XI

della relazione ispettiva, concernente le cointeressenze dei soggetti

appartenenti  alla  criminalita’  organizzata   di   stampo   mafioso

coinvolti nelle operazioni di polizia giudiziaria, con  le  attivita’

presenti  all’interno  del   Mercato   ortofrutticolo   e   con   gli

amministratori del comune di Vittoria.

Altro settore particolarmente permeabile e’ quello della gestione

dei rifiuti solidi urbani dimostratosi di rilevante interesse per  la

malavita, in considerazione della disponibilita’ in tale comparto, di

risorse economiche pubbliche.

Altresi’ alcune forme di condizionamento hanno tra l’altro, preso

corpo anche attraverso ipotesi di  reato,  cosi’  come  emerso  dalla

recente operazione denominata «Exit Poll»  coordinata  dalla  Procura

Distrettuale della Repubblica – D.D.A. di Catania che ha  evidenziato

collegamenti tra il omissis e il omissis con esponenti  della  locale

consorteria mafiosa denominata «Stidda», nonche’  il  condizionamento

esercitato da questi ultimi sui  primi  in  termini  di  aspettative,

benefici  e  altre  utilita’  specificate  nella  allegata  relazione

ispettiva, collegamento  attraverso  ripetuti  contatti  personali  e

telefonici minando  cosi’  nel  suo  fondamento  il  prestigio  e  la

credibilita’ delle Istituzioni amministrative.

La  Commissione  di  accesso  ha  messo   in   rilievo   che   la

funzionalita’ dell’Ente  e’  stata  condizionata  dalla  presenza  di

alcuni  personaggi  malavitosi,  cosi’   come   evidenziatisi   nelle

operazioni della DDA di Catania che, come detto, hanno  coinvolto  il

omissis,   il   omissis   consigliere    comunale    facente    parte

dell’amministrazione eletta nel  2016,  anche  quest’ultima  ritenuta

omissis, alcuni dipendenti comunali  vicini  all’ambiente  malavitoso

vittoriese e personaggi ritenuti affiliati  alla  locale  consorteria

mafiosa.

Condizionamenti  nell’azione  amministrativa  che  hanno  trovato

sostanza attraverso gravissime omissioni nell’attivita’ di  controllo

nella gestione  del  mercato  ortofrutticolo  cosi’  consentendo  una

pervasiva incidenza degli interessi economici di personaggi affiliati

alla Stidda e della loro fisica e assidua presenza all’interno  dello

stesso, condizionamento  in  tale  contesto  resosi,  poi,  oltremodo

palese e conclamatosi attraverso gravissime intimidazioni  e  minacce

perpetrate nei confronti dei membri  della  commissione  giudicatrice

che, di fatto, hanno paralizzato lo svolgimento della gara  d’appalto

per l’assegnazione di alcuni box all’interno del suddetto Mercato.

Box che a tutt’oggi non risultano ancora  assegnati  proprio  per

l’impossibilita’ di formare  una  nuova  commissione  a  causa  delle

minacce subite dai commissari stessi.

Allo stesso modo l’azione amministrativa, cosi’  come  dimostrato

dalle indagini  della  DDA  di  Catania,  ha  evidenziato  ricorrenti

anomalie nell’espletamento della gara per  la  raccolta  dei  rifiuti

solidi urbani aggiudicata,  con  procedura  ritenuta  irregolare,  ad

un’azienda il cui titolare e’ stato recentemente tratto  in  arresto,

nell’ambito della operazione della DDA di Catania  (Gorgoni)  perche’

ritenuto prestanome e affiliato  alla  famiglia  mafiosa  omissis  di

Catania, operazione che ha dato origine al recente  scioglimento  per

infiltrazioni mafiose del Comune di omissis.

Significativo, poi, e’ lo spaccato che la commissione di  accesso

fornisce nell’illustrare forme di abuso nella gestione dell’ente  sia

nell’attribuzione,  negli  anni,  di  vari   incarichi   dirigenziali

temporanei a persone non  legate  dal  rapporto  di  lavoro  a  tempo

indeterminato con  l’amministrazione  in  settori  nevralgici  e  non

adeguatamente giustificato e supportato normativamente.

Analoga considerazione la commissione  di  accesso  ha  formulato

riguardo  alle  anomalie  rilevate  nella   gestione   dei   voucher,

irregolarita’ evidenziate soprattutto dopo le ultime elezioni.

Sintomatica, poi, di  una  sottovalutazione  del  condizionamento

mafioso e’ la rilevata poco incisiva attivita’ posta  in  essere  dal

Comune che,  verosimilmente  anche  a  causa  dell’esiguo  numero  di

addetti, cosi’ come evidenziato dalla commissione ispettiva ha  posto

in essere una inefficace azione di contrasto sugli accessi al mercato

ortofrutticolo. Cio’ ha consentito, di fatto, facilita’  di  ingresso

all’interno del mercato anche di  «personaggi»,  che  nella  sostanza

potrebbe aver determinato, anche per  la  mera  presenza  fisica,  un

inquinamento   delle   normali    dinamiche    di    formazione    di

domanda-offerta,   principalmente   per   cio’   che   riguarda    il

confezionamento dei prodotti,  il  loro  trasporto,  non  escludendo,

altresi’, l’incidenza negativa  nella  formazione  del  prezzo  delle

merci, dello sfruttamento dei produttori, della falsificazione  della

provenienza dei prodotti agricoli commercializzati.

Tutto cio’ premesso si rassegna una  sintesi  delle  verifiche  e

delle  vicende  politico  amministrative  del  Comune  di   Vittoria,

rinviando  per  ogni  ulteriore  approfondimento  agli   accertamenti

effettuati ed  esposti  nella  documentata  relazione  redatta  dalla

Commissione di indagine nominata, con  provvedimento  prefettizio  n.

670/R/OES/Area I, del 29 settembre 2017 su delega della S.V., di  cui

al decreto n.o 17102/128/67(3) Uff. V – Affari Territoriali, al  fine

di verificare l’eventuale sussistenza degli elementi di cui al  comma

1, dell’art. 143, del decreto legislativo n. 267/2000 come sostituito

dall’art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94.

La citata Commissione, cui era stato  inizialmente  assegnato  un

termine di tre mesi per gli accertamenti,  successivamente  prorogato

per   un   analogo   periodo   con   il   decreto   prefettizio    n.

887/R/O.E.S./Area  I  in  data  20  dicembre  2017,  ha  concluso  le

conseguenti verifiche in data 30 marzo 2018 ed ha depositato in  pari

data presso questa Prefettura – nei termini assegnati – la  relazione

che si allega e che fa parte integrante della presente proposta.

Gli accertamenti svolti dalla Commissione di indagine sono  stati

oggetto di esame da parte del Comitato Provinciale per l’Ordine e  la

Sicurezza Pubblica nel corso dell’apposita seduta in data  14  maggio

2018, alla quale hanno partecipato, unitamente ai Vertici Provinciali

delle Forze di Polizia, il Procuratore Aggiunto  della  Repubblica  –

D.D.A.  presso  il  Tribunale  di  Catania,  omissis,  delegato   del

Procuratore Distrettuale, il Procuratore della Repubblica  presso  il

Tribunale di Ragusa e il Capo Centro della DIA di Catania.

In tale sede  la  Commissione  ha  illustrato  nel  dettaglio  le

attivita’ svolte.

Insediatasi presso il Comune di Vittoria il 2  ottobre  2017,  la

Commissione di indagine ha preliminarmente ripercorso le  circostanze

che hanno  portato  all’accesso  ispettivo,  ovvero  l’operazione  di

polizia giudiziaria disposta dalla DDA di  Catania  denominata  «Exit

Poll», circostanza indicativa di gravissime anomalie e  criticita’  a

carico sia della struttura burocratica che di  alcuni  Amministratori

ed  ha  conseguentemente  proceduto  ad  approfondire  la  situazione

dell’apparato politico e amministrativo dell’Ente,  non  mancando  di

fornire inizialmente anche un quadro della  criminalita’  organizzata

presente nel territorio.

Al riguardo, ha  effettuato,  con  il  supporto  delle  Forze  di

Polizia, una disamina dell’ambito territoriale nel quale e’ collocato

il Comune di Vittoria.

La Commissione  ha  dato  atto,  quindi,  della  acquisizione  di

ingente documentazione, a  far  data  dall’insediamento  della  prima

omissis (maggio 2006), fino a quella omissis (da giugno 2016  fino  a

marzo 2018,  data  di  conclusione  delle  attivita’  del  menzionato

Organismo).

In particolare: regolamenti comunali, ordinanze e  determinazioni

sindacali, delibere di giunta, delibere di consiglio,  determinazioni

del Segretario Comunale e dei Dirigenti di Settore.

Ha acquisito altresi’  numerosissimi  atti  relativi  a  tutti  i

Settori  del  Comune,  fra  i  quali  quelli  attinenti   i   servizi

economico-finanziario,    i    lavori     pubblici,     i     servizi

socio-assistenziali,  urbanistica   ed   edilizia,   nonche’   quelli

riguardanti il Mercato ortofrutticolo.

Prima di esporre, nel dettaglio, le  risultanze  delle  verifiche

delta    Commissione    di    indagine    nei     singoli     settori

politico-amministrativi  del  Comune  di  Vittoria,  si  ritiene   di

illustrare il  contesto  ambientale  in  cui  si  e’  inserita  detta

attivita’.

L’accesso ispettivo presso l’Ente,  disposto  con  il  richiamato

provvedimento del 29 settembre 2017, ha tratto origine,  come  detto,

da fatti concreti, univoci e rilevanti, a seguito  di  quanto  emerso

nell’ambito  di  recenti  operazioni  di  polizia   giudiziaria,   in

particolare quella denominata «Exit Poll» del settembre 2017, nonche’

sulla scorta di mirate attivita’ istituzionali di questa  Prefettura,

sintomatici di possibili ingerenze di soggetti contigui  alla  locale

consorteria mafiosa nei processi di formazione della  volonta’  degli

organi elettivi ed amministrativi del Comune.

La Citta’ di Vittoria rappresenta, nell’ambito della provincia di

Ragusa,   il   contesto   territoriale   dove   tradizionalmente   le

organizzazioni criminali  (Cosa  nostra  e  Stidda)  sono  fortemente

radicate.

Fra gli interessi della locale criminalita’ organizzata, precipuo

risulta quello nei confronti del mercato  all’ingrosso  dei  prodotti

ortofrutticoli di Vittoria, che costituisce  la  realta’  commerciale

principale del sistema  economico  ipparino,  all’interno  del  quale

insistono  74  box,  di  cui  65  attivi,  gestiti  da  titolari   di

concessioni ed operatori  del  commercio  delle  produzioni  agricole

provenienti dalle campagne ragusane e non.

Notevole  importanza  riveste  l’indotto   creato   dal   Mercato

ortofrutticolo che ingloba migliaia di aziende e decine  di  migliaia

di lavoratori,  impiegati  in  svariati  settori,  che  hanno  grande

rilevanza all’interno del  sistema  economico  vittoriese,  come  per

l’appunto testimoniato dall’interesse per essi dimostrato da soggetti

legati alle consorterie mafiose,  tant’e’  che  la  problematica  del

mercato   ortofrutticolo   di   Vittoria   e   del   suo    possibile

condizionamento mafioso assume un ruolo di particolare rilievo.

In tale scenario, il Comune di Vittoria,  i  cui  attuali  organi

sono stati eletti nel giugno del 2016, e’ stato interessato, nel mese

di settembre del 2017,  dalla  sopra  citata  operazione  di  Polizia

Giudiziaria «Exit Poll» che ha, fra gli altri, coinvolto omissis,  il

omissis, Consigliere comunale in carica e, seppure in misura minore e

con modalita’ diverse, omissis.

In  particolare,  in  data   21   settembre   2017,   il   Gruppo

Investigazione Criminalita’ Organizzata (G.I.C.O.) della  Guardia  di

Finanza di Catania eseguiva, in territorio di Vittoria, sei ordinanze

cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute  responsabili

del  reato  di  cui  all’art.  416-ter  del  codice  penale,  scambio

elettorale   politico-mafioso   in   relazione   alle   consultazioni

elettorali, tra le quali quelle amministrative del  giugno  2016  per

l’elezione del Sindaco ed il rinnovo del Consiglio comunale di quella

Citta’.

Nella circostanza, veniva disposta  l’applicazione  delle  misure

cautelari degli arresti  domiciliari,  successivamente  revocati  dal

Tribunale del Riesame,  anche  nei  riguardi  di  omissis,  all’epoca

Consigliere comunale di Vittoria, e del omissis, gia’  omissis  della

stessa Citta’ per due mandati consecutivi, nel 2006 e  nel  2011,  in

quanto dalle indagini, di cui all’ordinanza in data 13 settembre 2017

del Giudice per  le  Indagini  Preliminari  presso  il  Tribunale  di

Catania, emergevano collegamenti e  complicita’  tra  i  predetti  ed

alcuni affiliati al clan omissis, riferibili all’associazione mafiosa

denominata  «Stidda»,  che  avrebbero  influito  sulle   competizioni

elettorali  degli  anni  precedenti   ed,   in   particolare,   sulle

consultazioni amministrative del giugno 2016.

Nell’ambito del medesimo procedimento penale, avente  ad  oggetto

l’accordo di scambio politico-mafioso, risultavano indagati, tra  gli

altri, omissis, omissis, e il gia’ Assessore omissis, per il reato di

cui all’art. 86, decreto del Presidente della Repubblica n. 570/1960.

Con la stessa ordinanza, il  predetto  Giudice  per  le  Indagini

Preliminari  disponeva,   altresi’,   l’applicazione   della   misura

cautelare interdittiva della sospensione temporanea, per la durata di

mesi quattro, dall’esercizio del pubblico ufficio di  omissis  presso

il cennato Ente nei confronti di omissis, gia’ Assessore comunale  al

omissis durante l’ultimo mandato del omissis, attualmente in servizio

presso omissis del citato Ente locale, avendo acclarato –  a  seguito

dell’attivita’ investigativa – la sussistenza di accordi perfezionati

durante  le  elezioni  amministrative  del  giugno  2016  tra  alcuni

protagonisti della vita politica della citta’ di Vittoria e  soggetti

appartenenti all’associazione mafiosa riferibile storicamente al clan

omissis, la c.d. «Stidda».

Gli accertamenti di polizia si sono  fondati  prevalentemente  su

attivita’ tecnica di captazione delle conversazioni,  su  servizi  di

osservazione, controllo e pedinamento a supporto  e  riscontro  delle

intercettazioni, sulla documentazione posta sotto sequestro  in  data

16 giugno 2016 presso le abitazioni anche dei predetti e/o presso  le

sedi elettorali interessate dalle  consultazioni  amministrative  del

2016, nonche’ sul  contributo  fornito  da  alcuni  collaboratori  di

giustizia con le loro dichiarazioni.

In particolare, il quadro  indiziarlo  ha  evidenziato  il  ruolo

chiave dei omissis (omissis, gia’ omissis, e il  omissis,  eletto  al

Consiglio comunale nel 2016).

L’alleanza dei omissis con elementi  di  spicco  del  clan  della

«Stidda» e’ stata orientata  all’elezione  di  omissis  al  Consiglio

comunale e  allo  spostamento  del  bacino  di  voti,  nel  turno  di

ballottaggio, a favore del omissis (Consigliere comunale dal  2006  e

individuato quale  persona  in  grado  di  perpetuare  la  linea  dei

omissis).

I  omissis  avrebbero  promesso  utilita’  sia  a  omissis  (noto

esponente del clan omissis) sia a omissis  (gia’  reggente  del  clan

omissis), per lo  sgombero  di  un  edificio  pubblico  occupato  dai

migranti ai fini dello svolgimento di una diversa attivita’.

Tra i fatti oggetto dell’indagine: l’erogazione di fondi comunali

(benefici  sociali)  a  favore   di   cittadini   di   Vittoria   per

l’acquisizione dei rispettivi voti; firme false per la  presentazione

delle liste elettorali; concessione di posti di lavoro; controllo dei

voti dei dipendenti della omissis (societa’ che nel 2016  gestiva  il

servizio omissis) attraverso il rinnovo del  relativo  appalto  e  la

conseguente stabilizzazione di 60 posti di lavoro.

Si soggiunge che nel  corso  dell’anno  2017,  il  territorio  di

Vittoria e’ stato interessato da diverse ed importanti operazioni  di

Polizia  Giudiziaria,  di  cui  due,  «Survivors»  e  «Ghost  Trash»,

riguardano da vicino attivita’  criminali  nell’indotto  connesso  al

Mercato ortofrutticolo insistente in quel Centro; una, la gia’ citata

«Exit Poll», attiene strettamente alle vicende di organi politici  ed

amministrativi del Comune di Vittoria; infine,  l’ultima,  denominata

«Gorgoni» si collega alla questione del servizio  di  rifiuti  solidi

urbani e  all’affidamento  dello  stesso,  da  parte  del  Comune  di

Vittoria, all’impresa omissis, il cui amministratore unico  e’  stato

tratto in arresto proprio nell’ambito di tale  ultima  operazione  di

P.G. in quanto ritenuto vicino ad elementi di spicco dei clan mafiosi

omissis e omissis di Catania.

Non   puo’   inoltre   sottacersi   che   omissis,   appartenente

all’associazione di stampo mafioso denominata «Stidda», operante  nel

territorio di Vittoria, gravato da numerosissimi precedenti penali di

rilievo, tra cui associazione per delinquere  di  stampo  mafioso,  e

gia’ sorvegliato speciale  di  P.S.,  risulta  tratto  in  arresto  e

successivamente scarcerato nell’ambito della  piu’  volte  menzionata

operazione «Exit Poll» del  settembre  2017,  per  il  reato  di  cui

all’art.   416-ter   del   Codice    Penale    (scambio    elettorale

politico-mafioso).

A conferma della sua appartenenza alla  consorteria  mafiosa  del

territorio il predetto omissis e’ altresi’ coinvolto  nell’operazione

denominata «Ghost Trash» del 13 dicembre 2017 nel cui ambito e’ stato

arrestato ed e’ tuttora detenuto, in quanto – avvalendosi della forza

di intimidazione  del  vincolo  associativo  e  della  condizione  di

assoggettamento e di omerta’ che ne deriva  –  commetteva  una  serie

indeterminata di delitti per acquisire in modo diretto o indiretto la

gestione o il controllo delle attivita’ economiche nel settore  della

produzione degli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli.

Nello stesso procedimento, il  medesimo  e’  indagato  con  altri

soggetti per ulteriori ipotesi di reato,  tra  cui  associazione  per

delinquere finalizzata  a  commettere  piu’  delitti  in  materia  di

attivita’ organizzate per il traffico illecito di rifiuti nonche’ per

altri reati in materia ambientale.

In merito all’operazione «Survivors» del 15 settembre 2017, si fa

presente che la  Polizia  di  Stato  e  il  Comando  Provinciale  dei

Carabinieri di Ragusa eseguivano,  nel  territorio  di  Vittoria,  15

ordinanze di custodia  cautelare  in  carcere  per  associazione  per

delinquere  di  stampo  mafioso   finalizzata   alle   estorsioni   e

all’intestazione fittizia di  beni,  in  danno,  fra  gli  altri,  di

commercianti  di  prodotti  ortofrutticoli   e   di   altre   imprese

dell’indotto connesso al Mercato ortofrutticolo.

Le attivita’ investigative hanno permesso di appurare l’esistenza

di un sodalizio criminale  riconducibile  alla  «Stidda»  vittoriese,

delineandone le piu’ attuali modalita’ operative.

Dato assai rilevante  e’  che  con  i  proventi  delle  attivita’

illecite  alcuni  degli  indagati  avevano   creato   l’azienda   per

imballaggi denominata omissis, avente come oggetto  la  produzione  e

commercializzazione di cassette, bancali e vaschette in plastica  per

prodotti ortofrutticoli;  azienda  in  atto  sottoposta  a  sequestro

preventivo ai fini della confisca.

Nello specifico, le indagini  hanno  accertato  che  la  predetta

azienda era nella effettiva disponibilita’  e  gestione  di  soggetti

appartenenti alle  organizzazioni  mafiose  quali  omissis,  omissis,

omissis e omissis, ed era fittiziamente intestata a  soggetti  legati

da rapporti di parentela con gli stessi omissis e omissis.

La sede dell’impresa era anche utilizzata dalla famiglia omissis,

dai omissis e dagli  altri  sodali  come  quartier  generale  per  le

riunioni e la pianificazione di attivita’ criminali.

Nei confronti della omissis, questa Prefettura ha emesso, in data

3 ottobre 2017, provvedimento antimafia interdittivo.

Anche l’operazione «Gorgoni»  del  28  novembre  2017  –  seppure

riguardante piu’ da vicino la provincia di Catania e  le  consorterie

mafiose operanti nell’area etnea, come i clan omissis e omissis –  ha

stretti collegamenti con Vittoria, atteso che urto dei  provvedimenti

di custodia cautelare e’ stato disposto  nei  confronti  di  omissis,

gia’ amministratore unico della omissis, impresa affidataria, fino al

31 dicembre 2017,  del  servizio  di  igiene  urbana  nel  territorio

comunale di Vittoria, operazione che ha fra  l’altro  interessato  il

Comune di omissis, e  che  ha  determinato,  lo  scorso  omissis,  lo

scioglimento degli organi ordinari di  quell’Ente  per  infiltrazioni

mafiose, ai sensi dell’art. 143 del T.U.E.L.

L’attivita’ di indagine ha consentito di  rilevare  irregolarita’

formali nelle procedure per l’affidamento del  servizio  di  raccolta

dei rifiuti in  diversi  Comuni  e  di  certificare,  come  detto,  i

rapporti del  menzionato  omissis  con  la  criminalita’  organizzata

etnea.

Egli, infatti, risulta, tra l’altro, indagato per il  delitto  di

cui all’art. 416-bis C.P. in  quanto,  unitamente  a  numerosi  altri

soggetti, faceva parte della associazione di tipo mafioso  denominata

omissis, promossa da omissis e organizzata da  omissis,  elemento  di

vertice di quella consorteria.

Tale operazione ha anche messo in luce  le  attivita’  svolte  da

omissis nell’ambito del  Comune  di  Vittoria  dove  la  omissis  era

risultata aggiudicataria dei servizio di nettezza urbana.

Le verifiche poste in essere dalla Commissione di indagine  hanno

consentito di appurare l’iter attraverso il  quale  l’Amministrazione

comunale di Vittoria ha affidato il cennato servizio all’azienda  del

omissis, mentre  l’attivita’  tecnica  di  intercettazione  ha  fatto

emergere il «modus operandi» di  quest’ultimo,  che  da  un  lato  si

preoccupava di chiedere una sorta di «autorizzazione» a  spendere  il

«nome» di un personaggio malavitoso vittoriese qualora dovesse essere

chiamato in causa da  qualche  esponente  della  consorteria  mafiosa

operante in quel territorio, al fine di scongiurare atti  minatori  e

danneggiamenti dei propri mezzi impiegati  per  il  servizio  R.S.U.,

dall’altro sembrerebbe essere in contatto diretto con  amministratori

e/o funzionari del Comune di Vittoria.

Infine, a seguito dell’operazione «Ghost Trash» del  13  dicembre

2017 sono stati tratti in arresto, tra gli altri,  omissis,  omissis,

omissis e omissis, elementi di spicco  della  organizzazione  mafiosa

vittoriese  denominata  «Stidda»,  storicamente  riferibile  al  clan

omissis ed attualmente capeggiata da omissis.

Nei confronti dei predetti  sono  stati  ipotizzati  i  reati  di

associazione   per   delinquere   di   stampo   mafioso   finalizzata

all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore  economico  degli

imballaggi, intestazione fittizia di imprese e traffico  illecito  di

rifiuti.

In  particolare,  gli  elementi  investigativi  acquisiti   hanno

palesato l’esercizio da parte del omissis  di  un  potere  penetrante

nelle istituzioni pubbliche ed economiche del territorio ipparino  in

grado di indirizzare a proprio favore e/o in favore  dei  membri  del

gruppo   mafioso   di   appartenenza   le   decisioni   dell’apparato

amministrativo locale e imprenditoriale, riconoscendo la connotazione

dell’associazione mafiosa.

Quanto sopra, come gia’ precedentemente evidenziato,  era  emerso

anche dall’attivita’ di indagine relativa all’operazione «Exit Poll»,

nell’ambito  della  quale   il   omissis,   sebbene   successivamente

scarcerato, e’ stato sottoposto a custodia cautelare  ed  e’  tuttora

indagato.

Situazione politico-amministrativa.

L’analisi ha riguardato le Amministrazioni comunali che  si  sono

succedute nell’ultimo decennio, le omissis e quella omissis.

In particolare, le consultazioni amministrative del giugno  2016,

che hanno portato alla elezione a Sindaco  del  omissis,  sono  state

caratterizzate, nei giorni  immediatamente  precedenti  il  turno  di

ballottaggio, da una significativa attivita’ di polizia  giudiziaria,

consistente in numerose perquisizioni locali che hanno  riguardato  i

principali candidati Sindaco, compreso quello successivamente eletto,

omissis, omissis e omissis, l’ex omissis, i  candidati  al  Consiglio

comunale omissis e omissis  della  lista  omissis,  omissis,  facente

parte di una delle liste della  coalizione  a  sostegno  di  omissis,

nonche’ omissis, non partecipante alla competizione elettorale.

Nel prosieguo delle attivita’ investigative, dalle quali sono poi

scaturiti   i   provvedimenti   restrittivi   del   settembre    2017

dell’operazione «Exit Poll», si e’ accertato che nel medesimo  ambito

e’ risultato indagato anche omissis – seppure con imputazioni  minori

e senza il rigore delle misure cautelari adottate nei confronti degli

altri soggetti inquisiti – per il reato di cui agli articoli 110,  81

c.p. e 86 del decreto del Presidente del Presidente della  Repubblica

  1. 570/1960 (Corruzione elettorale).

Dall’esame degli atti della citata operazione si evince  come  «i

omissis avrebbero appoggiato omissis in virtu’ di un accordo politico

con lo stesso,  al  fine  di  mantenere  la  propria  egemonia  sulle

decisioni amministrative».

In particolare, le conversazioni captate farebbero  evincere  «il

rapporto di sudditanza che legherebbe da tempo omissis all’ex omissis

…» e la circostanza che «l’eventuale avvento  di  omissis»  avrebbe

potuto  favorire  la  stabilizzazione  dei  dipendenti  della   ditta

omissis, impresa che all’epoca gestiva H servizio dei rifiuti  solidi

urbani.

Al riguardo, si segnala la conversazione del 7 giugno  2016  (due

giorni dopo il primo turno elettorale) fra l’allora candidato omissis

– omissis – e tale omissis, dipendente della omissis, che viene cosi’

rassicurato dal omissis: «tu gli puoi dire ai picciotti che in questo

momento votare me non e’ tradire i omissis e’ solo  stare  tranquilli

con la famiglia, punto e basta».

E’ stato anche evidenziato,  nel  corso  dell’istruttoria  svolta

dalla Commissione di indagine, che ben due Consiglieri  comunali,  il

gia’ menzionato omissis ed il suo  subentrante  omissis,  sono  stati

tratti in arresto.

Il primo, omissis, successivamente scarcerato dal  Tribunale  del

Riesame, nell’ambito della piu’ volte citata operazione «Exit  Poll»,

che ha evidenziato uno stretto collegamento tra  esponenti  del  clan

della «Stidda» omissis e la classe politica del Comune di Vittoria.

In particolare, gli atti della predetta indagine mettono in  luce

come «i omissis sarebbero indissolubilmente  legati,  direttamente  o

indirettamente, con soggetti  quali  omissis  e  omissis  –  entrambi

condannati per il reato di cui  all’art.  416-bis  c.p.  –  ai  quali

avevano chiesto il sostegno elettorale promettendo vantaggi e  favori

economici nel caso in cui omissis fosse  stato  eletto  al  consiglio

comunale, cosa poi di fatto avvenuta».

Tutto cio’ e’ sostenuto da specifica attivita’ di captazione  che

ha svelato come «per sostenere la candidatura di omissis,  omissis  e

omissis prendevano contatti con omissis, e, a loro volta,  omissis  e

omissis provvedevano a contattare omissis».

In particolare, emblematica si rivela l’attivita’ di captazione e

di intercettazione ambientale del  1°  giugno  2016  quando  «omissis

interveniva  personalmente  a  contattare  omissis,   provvedendo   a

chiamarlo telefonicamente per fissare un  incontro  che  puntualmente

gli veniva concesso».

Tali fatti – che  non  sono  stati  smentiti  dal  Tribunale  del

Riesame, intervenuto successivamente solo ai  fini  dell’esame  delle

esigenze cautelari in capo agli  indagati  –  mettono  in  luce  come

l’Ente appaia permeabile sotto il profilo amministrativo e  politico,

rilevando anche estremi evidenti di dolo, non essendo accettabile che

un  candidato  al  Consiglio  comunale  si  rivolga  ad  un  soggetto

«controindicato» e legato alle consorterie mafiose  per  ottenere  il

sostegno elettorale.

Tanto piu’ che si tratta di un  candidato  –  poi  eletto  ed  in

carica fino ai settembre 2017, avendo rassegnato le  dimissioni  solo

dopo  gli  esiti  dell’operazione  «Exit  Poll»  –  gia’  Consigliere

comunale  nella  precedente  legislatura   amministrativa,   omissis,

anch’egli pesantemente coinvolto in fatti che evidenziano almeno  una

«familiarita’»  con  soggetti  malavitosi,  ed  entrambi  artefici  e

promotori di una sorta  di  «accordo  elettorale»  con  il  candidato

omissis, poi eletto.

Per quanto concerne il Consigliere comunale  omissis,  la  misura

cautelare emessa nei suoi confronti e’ relativa a gravi reati comuni.

A seguito delle sue dimissioni, il omissis e’  stato  sostituito,

lo scorso mese di aprile, con il secondo dei non eletti  nella  lista

omissis,  precisamente  omissis,  gia’   Assessore   della   omissis,

anch’egli coinvolto ed  indagato  nell’ambito  dell’operazione  «Exit

Poll».

Inoltre,  un  Assessore  della  omissis,  omissis,  nominato  dal

omissis in data omissis,  e’  stretto  congiunto  (omissis)  di  tale

omissis, dipendente, in qualita’ di omissis, delle diverse ditte  che

hanno gestito il servizio dei rifiuti a Vittoria (in  atto  in  forza

alla omissis, societa’ affidataria di detto servizio dal 31  dicembre

2017), sul cui conto si rinvengono gravi pregiudizi penali.

Difatti, il omissis e’ stato condannato, in data 28 giugno  1999,

con sentenza del G.U.P. del Tribunale di  Catania,  per  associazione

mafiosa ed estorsione. Gia’ sottoposto  alla  misura  di  prevenzione

della sorveglianza speciale di  P.S.  per  la  durata  di  anni  due,

successivamente revocata, a carico del medesimo  figurano,  altresi’,

condanna per falso ideologico commesso dal privato in atto  pubblico,

tratto  in  arresto  per  associazione  per  delinquere   e   truffa;

segnalazione  per  associazione  a  delinquere,  falsita’   materiale

commessa dal privato, sostituzione di persona e truffa (in merito  al

relativo procedimento penale, la Corte di  Appello  di  Catania,  con

sentenza del 16 dicembre 2009, ha dichiarato  non  doversi  procedere

per estinzione dei reati per sopravvenuta prescrizione).

Non puo’ non evidenziarsi, inoltre, la posizione  della  omissis,

omissis, ex Assessore al omissis, anche lei indagata per gravi  reati

nell’ambito dell’operazione «Exit Poll», la  quale,  in  particolare,

nella qualita’ di pubblico ufficiale, dovra’ rispondere del reato  di

falso ideologico in atto pubblico, avendo  falsamente  autenticato  –

come apposte in sua presenza – numerose firme  per  la  presentazione

della lista elettorale in cui era candidato omissis;  firme  che,  di

fatto,  sarebbero  state  apposte  da  omissis  e  omissis,  soggetti

contigui  alla  criminalita’  organizzata   ed   anch’essi   indagati

nell’ambito della stessa operazione, i  quali  non  avrebbero  potuto

perpetrare tale operato  senza  la  complicita’  della  omissis,  che

invece   avrebbe   dovuto   controllare    la    regolarita’    delle

sottoscrizioni.

«Sicuramente una persona di fiducia  per  l’allora  omissis,  era

colei  che  rivestiva  l’incarico  di  Assessore  al  omissis,  ossia

omissis», cosi’ viene descritta nell’Ordinanza del GIP del  Tribunale

di Catania, con la quale le viene applicata  la  misura  interdittiva

della sospensione dai pubblici uffici per il periodo di quattro mesi.

Peraltro, gli stessi inquirenti hanno avuto modo di acclarare «la

familiarita’ della omissis  con  omissis  e  con  omissis  attraverso

l’attivita’  captativa  di  conversazioni  che  vedeva   la   omissis

abbastanza propensa a cercare di risolvere le problematiche  avanzate

dai predetti».

In  proposito,  gli  atti  dell’operazione  «Exit   Poll»   hanno

confermato un sistema di intrecci di interessi e di reciproci  scambi

di vantaggi  in  danno  dell’amministrazione  pubblica  ad  opera  di

esponenti  politici,  quale  era  all’epoca  la  omissis,  che,   con

meccanismi collaudati, agevolando infiltrazioni ambigue nell’apparato

amministrativo del Comune di Vittoria, contribuendo ad  inquinarlo  e

piegandolo al tornaconto personale.

A fronte di un quadro di tale  gravita’,  forti  perplessita’  ha

suscitato la decisione degli attuali Organi  comunali,  allo  scadere

del  periodo  di  interdizione,  di  reintegrare  la  omissis   nella

posizione  e   funzione   precedentemente   ricoperta,   perdendo   –

sicuramente – l’occasione di dare un forte segnale di  discontinuita’

con  la  vecchia  amministrazione  di  cui  la  omissis,  come  sopra

osservato, era «persona di fiducia».

Infine, dall’esame dei componenti dei Consigli comunali  via  via

succedutisi dai 2006 al 2016 emerge  la  presenza  –  oltre  ai  gia’

citati omissis  e  omissis,  entrambi  destinatati  di  provvedimenti

cautelari da parte dell’Autorita’ Giudiziaria –  di  omissis,  eletto

nel 2006, il quale e’ nipote del omissis, ucciso  in  data  18  marzo

1989, all’epoca elemento di spicco della criminalita’ organizzata  di

Vittoria, nonche’ fratello di omissis, anch’egli ferito a  morte  nel

Tutte  circostanze  sintomatiche  di  una  diffusa  e  prolungata

presenza  di  soggetti  controindicati  nell’ambito   del   Consiglio

comunale di Vittoria.

L’apparato burocratico.

L’imponente apparato burocratico del Comune di Vittoria  registra

una serie di anomalie, fra  le  quali,  non  ultima,  una  permanente

divergenza tra l’organico di diritto e quello di fatto.

Infatti, la consistenza della dotazione organica,  approvata  con

la Deliberazione di G.C. n.  556  del  6  dicembre  2016,  supera  il

rapporto di un dipendente ogni 117 abitanti fissato – quale indiretto

parametro di buona amministrazione – dal D.M. Interno del  24  luglio

2014, per il triennio 2014-2016, ex art. 263, comma  2,  del  decreto

legislativo n. 267/2000.

La corretta applicazione del suddetto parametro porterebbe quindi

ad una valutazione, per il Comune di Vittoria, di  un  fabbisogno  di

personale pari a circa 547 unita’ complessive, contro le  719  unita’

fissate nell’attuale pianta organica.

Irregolarita’ sono state evidenziate negli incarichi di  omissis,

i cui contratti sono stati prorogati per lungo tempo,  in  violazione

delle vigenti disposizioni di legge, per lo svolgimento  di  funzioni

ordinarie istituzionali della omissis, laddove e’ stato rilevato  che

«il dirigente della Direzione omissis del  Comune  di  Vittoria,  nel

periodo 2012-2016, omissis,  ha  conferito  incarichi  di  omissis  a

omissis (sempre i medesimi), utilizzati nell’ambito  delle  attivita’

relative alla omissis e al  omissis  presso  la  suddetta  Direzione,

prorogando i contratti di  collaborazione  originariamente  stipulati

con gli stessi negli anni 2009, 2010 e 2012 …».

Irregolarita’ evidenti  appaiono  anche  nel  conferimento  degli

incarichi di omissis dovute a  parziale  osservanza  dell’obbligo  di

relazionare  al  Consiglio  Comunale  sull’attivita’  degli  omissis;

mancata stipula dei contratti  con  i  soggetti  incaricati;  mancato

invio degli atti alla Sezione di controllo  della  Corte  dei  conti;

superamento dei limiti di spesa delle consulenze.

Anomalie  sono  emerse,  inoltre,  in  relazione  all’Ufficio  di

omissis, quale  un’eccessiva  parcellizzazione  degli  incarichi  che

appaiono piu’ che altro  finalizzati  al  reclutamento  di  personale

esterno, tramite nomine fiduciarie del omissis, piuttosto che  essere

di supporto agli organi politici  nell’esercizio  delle  funzioni  di

indirizzo e controllo.

Si evidenzia, altresi’, il mancato  rispetto  delle  disposizioni

contenute nell’art. 90 del T.U.E.L. e dei  principi  affermati  dalla

costante giurisprudenza amministrativa e contabile che sanciscono  il

divieto di svolgimento di funzioni gestionali per  gli  addetti  agli

Uffici di omissis, situazione riscontrata per l’incarico conferito al

omissis quale dirigente del omissis, e per il omissis.

E’ stato, inoltre, appurato che  gli  emolumenti  corrisposti  ai

dirigenti  a  tempo  determinato  (ex   art.   110   T.U.E.L.)   sono

particolarmente elevati, tali da suscitare quantomeno  dei  dubbi  su

possibili condizionamenti da parte dell’organo politico.

Proprio in relazione ai dirigenti assunti ex art. 110,  comma  1,

del T.U.E.L., sia la Ragioneria Generale  dello  Stato,  in  sede  di

verifica ispettiva, sia il Collegio dei Revisori dei Conti presso  il

Comune hanno segnalato che la Disciplina del Regolamento degli Uffici

e Servizi non e’ conforme  a  quella  dello  Statuto  dell’Ente,  con

riguardo alla durata dei contratti dei dirigenti assunti ai sensi del

richiamato art. 110, comma 1, del T.U.E.L.

In particolare, omissis, disapplicando il comma  3  dello  stesso

art. 110 – che  lega  la  scadenza  degli  incarichi  dirigenziali  a

contratto con la durata del mandato elettivo del Sindaco in carica  –

ha mantenuto i medesimi dirigenti  nominati  durante  il  omissis  ai

sensi dell’art. 110, comma 1, T.U.E.L., i cui contratti erano  ancora

in corso di validita’, non essendo scaduto il termine minimo dei  tre

anni dalla  loro  stipulazione  previsto  dall’art.  19  del  decreto

legislativo n. 165/2001.

Quanto ai dipendenti, l’analisi condotta  ha  fatto  emergere  la

presenza di rilevanti criticita’.

Intanto, la  persistente  presenza  di  omissis,  omissis,  e  di

omissis, omissis, entrambi coinvolti nell’operazione «Exit Poll»  del

settembre 2017 ed in relazione ai quali omissis non  ha  ritenuto  di

dare un forte segnale di discontinuita’, limitandosi  ad  adottare  –

ritualisticamente – i provvedimenti di norma assunti, senza  incidere

drasticamente  in  una  modifica  della  loro  rilevanza  all’interno

dell’Ente.

I sunnominati sono stati sottoposti a procedimento  disciplinare:

la dipendente omissis, gia’ Assessore nella  omissis,  alla  scadenza

del  periodo  di  sospensione,  coincidente  con   quella   stabilita

dall’Autorita’ Giudiziaria,  il  21  gennaio  2018  e’  rientrata  in

servizio presso l’Ufficio omissis, ove prestava attivita’  lavorativa

precedentemente all’applicazione della misura cautelare,  mentre  per

quanto riguarda il omissis,  malgrado  la  grave  imputazione  a  suo

carico, e’ rimasto  assegnato  all’Ufficio  di  omissis  fino  al  18

febbraio 2018, quando, a seguito di  una  disposizione  del  omissis,

omissis, del 31 gennaio 2018, viene trasferito al omissis.

Al riguardo, e’ stato evidenziato come in data 23  gennaio  2018,

omissis, sentito, su sua richiesta, dalla Commissione di indagine, in

sede di audizione e a seguito di esplicita domanda,  dichiarava,  fra

l’altro, che era stato avviato nei confronti del omissis un  apposito

procedimento disciplinare, ma che, nelle more della conclusione delle

indagini,  detto  procedimento  era   stato   sospeso   e   che,   in

considerazione della esperienza maturata dal omissis, aveva  ritenuto

di mantenerlo nello omissis,

In proposito, i componenti della Commissione  di  indagine  hanno

sottolineato  che  omissis,  solo  pochi  giorni  dopo   l’audizione,

verosimilmente percependo le perplessita’ che  tale  presenza  poteva

suscitare, ha pensato di privarsene.

La  stessa  Commissione  ha  inoltre  rilevato  che  il  predetto

omissis, incardinato nello omissis gia’ da  omissis,  rappresenta  la

continuita’ con la  precedente  omissis  ed  e’  strettamente  legato

all’attuale omissis, con il quale risulta  indagato  nell’ambito  del

procedimento relativo all’operazione «Exit Poll».

Infine, la posizione del omissis e’ stata approfondita anche  nel

Capitolo «La gestione dei contributi, sussidi, ecc.»,  per  il  ruolo

chiave rivestito in ordine all’attribuzione dei cc.dd. «voucher».

L’attivita’ di verifica ha altresi’ evidenziato  la  presenza  di

altri dipendenti che risultano affini o stretti congiunti di soggetti

legati alle  organizzazioni  malavitose  del  vittoriese  o  comunque

controindicati.

In particolare, omissis, in servizio  presso  l’Ufficio  omissis,

omissis, risulta coniugata con il gia’ citato omissis, condannato per

i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e  detenzione  di

armi,  nonche’  destinatario  di  misura  cautelare,  successivamente

revocata dal Tribunale del Riesame, nell’ambito dell’operazione «Exit

Poll».

Omissis, in servizio presso l’Ufficio omissis, omissis, e’  madre

di omissis, coniugata con omissis (figlio di omissis, reggente  della

«stidda» nel territorio ipparino), gravato da innumerevoli precedenti

e di recente tratto in arresto dalla Squadra Mobile della Questura di

Ragusa nell’ambito dell’operazione «Survivors».

Inoltre, fra i dipendenti a tempo indeterminato  del  Comune,  si

segnala la presenza di omissis, incardinato nella Direzione  omissis,

con  mansioni  di  omissis,   cugino   dell’omonimo   omissis,   noto

pregiudicato,   anch’egli   coinvolto   nelle    indagini    relative

all’operazione «Exit Poll».

In relazione a quanto appena esposto, si ritiene di  considerare,

sia pure sotto un aspetto  di  mera  opportunita’  se  non  a  titolo

prudenziale, che tutti e  tre  i  dipendenti  menzionati  –  nei  cui

confronti, comunque, non risultano pregiudizi di polizia – continuino

ad espletare attivita’ lavorativa  in  uffici  delicati  del  Comune,

quale   l’Ufficio   omissis   e   l’Ufficio   omissis,   quest’ultimo

particolarmente  «sensibile»  per  le   possibili   ingerenze   della

criminalita’ organizzata all’interno del omissis.

Infine,   nell’apposito   Capitolo   dedicato   alla    struttura

burocratica dell’Ente, la Commissione ha  attenzionato  la  posizione

del dirigente della Direzione omissis, omissis, in relazione  ad  una

vicenda, risalente all’anno 2011, relativa alla «stabilizzazione»  di

alcuni dipendenti facenti parte dell’Ufficio omissis.

E’ stato, in particolare, riferito come la figura del omissis sia

stata tratteggiata con particolare severita’ dal Giudice Penale nella

sentenza n. omissis, che stigmatizza il parere  espresso  da  omissis

nella richiesta  di  stabilizzazione  avanzata  da  quattro  soggetti

(componenti lo omissis).

Osserva il magistrato estensore della sentenza, «per favorire  il

disegno  illecito  dei  precari»,  omissis  ha  posto  in  essere  un

«formidabile caleidoscopio di lacune e di opzioni» la cui conseguenza

e’ stata «la clamorosa distorsione ermeneutica della questione».

Sebbene – come detto – la vicenda  risalga  all’anno  2011,  tali

comportamenti e prassi, valutati dal  Giudice  nel  2017,  comprovano

ulteriormente  la  diffusa  tendenza,  piu’  volte  registrata  dalla

Commissione di  indagine,  di  un  utilizzo  volutamente  distorto  e

sottilmente mistificatorio delle norme.

In proposito, la stessa Commissione ha rilevato  che,  a  seguito

delle conclusioni dell’Autorita’ Giudiziaria, non  risultano  avviate

iniziative, quantomeno sul  piano  disciplinare,  nei  confronti  del

omissis, da parte dell’omissis, che – anche in questa  circostanza  –

si pone in perfetta e piena continuita’ con omissis.

Situazione finanziaria.

In relazione a tale punto, il dato particolarmente significativo,

emerso nel corso dell’attivita’ di indagine, e’  rappresentato  dalla

riscontrata carenza di efficaci iniziative di recupero  dell’evasione

tributaria, come quella piu’  in  generale  della  riscossione  delle

entrate attraverso idonee misure di accertamento e di riscossione.

In particolare, dai dati acquisiti dalla  Commissione  presso  la

Direzione omissis del Comune di Vittoria, si rileva  che  le  entrate

derivanti  dal  recupero  dell’evasione  tributaria  nel  periodo  di

riferimento, dal 2006 al 2017, ammontano, per ICI, ad euro 470.305,00

(a fronte di un «non riscosso», comprensivo anche di IMU e TASI,  per

euro 8.163.759), pari ad una percentuale  di  recupero  evasione  del

5,7609%; mentre per il canone idrico, le entrate sono  pari  ad  euro

3.788.688 (a fronte di un ruolo coattivo di euro 26.839.891), pari ad

una percentuale di recupero evasione del 14%.

Significativo l’affidamento a omissis,  societa’  consortile  del

omissis, per la somma di euro 94.048,36, ai  fini  dello  svolgimento

del servizio  di  riscossione  coattiva,  che  –  come  riferito  dal

dirigente della Direzione omissis – e’ stato effettuato sulla base di

«una ricerca di mercato», affidamento peraltro avallato  da  omissis,

come  meglio  precisato  nel  Capitolo  IV  della   relazione   della

Commissione di indagine.

L’Ente  comunale,  a  seguito   della   predetta   attivita’   di

riscossione coattiva posta in essere da  omissis,  ha  incamerato  la

somma  di  euro  251.907,65,  pari  a  circa  il  2,28%  dell’importo

complessivo  affidato   per   il   recupero,   ammontante   ad   euro

11.044.225,88.

Particolarmente gravi le risultanze  delle  verifiche  effettuate

sulle  posizioni  contributive  degli  appartenenti  a  omissis   che

evidenziano posizioni debitorie sia da parte di omissis, sia da parte

degli omissis e dei rispettivi familiari conviventi, i cui debiti nei

confronti dell’Ente ammontano complessivamente ad euro 39.479,26.

Per  cio’  che  concerne  i  omissis  e  i  rispettivi  familiari

conviventi, e’ stata rilevata una posizione debitoria complessiva nei

riguardi dell’Ente di euro 96.374,41.

Esposizioni  debitorie  risultano  anche  a  carico  di  numerosi

soggetti appartenenti alle locali consorterie mafiose,  i  quali  non

risultano aver corrisposto al Comune tributi da svariati anni, sia  a

titolo di tassa rifiuti che di canone idrico.

Erogazione di contributi.

La Commissione di indagine ha operato un focus approfondito sulla

gestione dei cc.dd. «voucher», attivita’ che non e’ risultata affatto

trasparente e corretta come richiesto invece  da  una  sana  gestione

contabile  e  che,  peraltro,  lascia  margini  di  permeabilita’  di

condotte illecite nell’amministrazione dell’Ente.

L’impiego dei lavoratori occasionali non  risulta  improntato  ai

principi   della   trasparenza   e   imparzialita’   della   pubblica

amministrazione e  con  quelli  di  buona  amministrazione  enunciati

dall’art. 97 Cost. e dalla legge n. 241/1990.

L’attenta analisi effettuata ha consentito di verificare  che  le

modalita’ di ricorso ai voucher  risultano  decisamente  anomale  per

«tempistica e individuazione di lavoratori», nonche’  difformi  dalle

norme regolamentari, in quanto, contrariamente alle disposizioni  che

pongono in capo al  dirigente  del  omissis  la  responsabilita’  del

procedimento  amministrativo,  volto  all’assegnazione   del   lavoro

accessorio, l’attivita’ in oggetto e’ stata gestita da  personale  in

forza al omissis.

In  particolare,  come  diffusamente   illustrato   nell’apposito

Capitolo VI, della relazione dei commissari,  il  Dirigente  delegava

alla gestione dei voucher il omissis, dipendente a tempo  determinato

del Comune di Vittoria dall’11 ottobre 2010 e tuttora in servizio.

Il predetto omissis, come  esposto  in  precedenza,  e’  uno  dei

dipendenti indagati nell’operazione «Exit Poll». Il medesimo, assunto

da omissis, e’ stato mantenuto nella stessa posizione di  omissis  da

omissis fino al gennaio 2018, quindi ancora per alcuni mesi  dopo  il

suo coinvolgimento nella citata operazione di polizia giudiziaria.

Peraltro e’ stato rilevato dalla Commissione di indagine  che  il

omissis ha  operato  con  modalita’  illegittime  in  difformita’  al

Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e  Servizi  del  Comune  di

Vittoria.

In altri termini, a differenza degli incarichi conferiti ai sensi

dell’art. 110 del T.U.E.L.,  al  personale  di  omissis  difettano  i

requisiti propri dell’attivita’ gestionale, intestati dalla legge  ai

dirigenti  dell’ente  locale  cosi’  come   espressamente   declinati

nell’art. 107 dello stesso T.U.E.L. (funzioni e responsabilita’ della

dirigenza).

Sono state evidenziate una serie di irregolarita’ e  di  anomalie

afferenti le modalita’ di inserimento delle istanze  dei  lavoratori,

la loro ammissione nelle varie categorie, l’impiego degli stessi.

Il dato particolarmente significativo rilevato e’ che,  dal  2010

al 2017, a fronte di 420 istanze di lavoratori  soltanto  57  persone

risultano complessivamente impiegate e retribuite con i voucher.

Peraltro, per molti di  tali  soggetti  si  registra  un  impiego

reiterato negli  anni,  non  essendo  stati  rispettati  affatto,  in

assenza di alcuna rotazione nelle chiamate, i principi di trasparenza

e imparzialita’ della pubblica amministrazione.

Inoltre, piu’ di un terzo (20) dei 57 lavoratori beneficiari  dei

voucher e’ stato impiegato pur  in  assenza  di  istanza  per  essere

ammesso al lavoro occasionale.

In particolare, e’ stato evidenziato che  20  dei  lavoratori  in

questione non risultano  inclusi  negli  elenchi  dell’apposito  atto

deliberativo e dunque sono stati impiegati in  violazione  di  quanto

disposto nello stesso atto deliberativo.

Ancora, i 17 lavoratori che, dall’anno  2013  in  poi,  non  sono

stati piu’ occupati sono tutti esenti da irregolarita’ amministrative

nell’impiego,  immuni   da   precedenti   penali,   non   frequentano

pregiudicati   e   non   hanno   legami   parentali   con    soggetti

controindicati; mentre, invece, i 37 lavoratori  utilizzati  fino  al

2017,  anche  piu’  volte  negli   anni,   sono   caratterizzati   da

irregolarita’ amministrative nell’impiego, vantano pregiudizi penali,

taluni anche di  particolare  rilievo,  frequentano  pregiudicati  di

spessore e hanno rapporti  di  parentela  con  soggetti  legati  alla

criminalita’ organizzata.

E’ stata anche messa in luce la «peculiare»  attivita’  posta  in

essere subito dopo la conclusione delle elezioni  amministrative  del

giugno 2016; infatti, in data 30 giugno 2016, con determinazione  del

omissis, e’ stata impegnata la somma complessiva  di  euro  23.000,00

per l’acquisto di voucher.

Nei successivi mesi di luglio  e  agosto  veniva  registrata  una

anomala procedura di acquisto di voucher per un  importo  complessivo

di euro 6.658,00, attraverso dei mandati nominativi emessi  a  favore

di unita’ organiche allo omissis per  la  riscossione  di  somme  non

superanti  il  limite  individuale  di  euro  1.000   imposto   dalla

tracciabilita’ finanziaria e che venivano rendicontate il 29 dicembre

Tale somma veniva consegnata in contanti  al  omissis,  il  quale

provvedeva    ad    acquistare    voucher    telematici,    incassati

successivamente da sei soggetti di cui due, omissis e omissis,  dagli

accertamenti eseguiti,  sono  risultati  avere  stretti  rapporti  di

parentela con soggetti appartenenti alla locale consorteria mafiosa.

Tutte  circostanze  gravemente  sintomatiche  di  condizionamento

evidenziate  in  un  settore,   quale   quello   socio-assistenziale,

fortemente connotato, oltre che  da  diffuse  irregolarita’,  da  una

oggettiva  permeabilita’  da  parte  di   soggetti   beneficiari   di

emolumenti, parenti, conviventi o comunque legati  ad  organizzazioni

malavitose.

Affidamenti di lavori e servizi.

Dalla attivita’ svolta, in materia di verifica degli  affidamenti

diretti, la Commissione ha constatato che non appaiono  rispettati  i

parametri fissati dalla legge nell’affidamento dei vari servizi posti

in essere dal Comune di Vittoria, laddove il decreto  legislativo  n.

50 del 2016 prevede che il valore stimato  dell’appalto  deve  essere

calcolato in osservanza dei criteri fissati all’art.  35  del  Codice

dei contratti pubblici.

Cio’,  come  piu’  volte  sottolineato  dalla  giurisprudenza   e

dall’ANAC,  al  fine  di   evitare   un   artificioso   frazionamento

dell’appalto, volto ad eludere la disciplina comunitaria.

E’ stato evidenziato che tali  affidamenti  hanno  riguardato  il

servizio di  raccolta,  spazzamento,  trasporto  e  conferimento  dei

rifiuti solidi urbani differenziati ed indifferenziati, gia’  gestito

da altro operatore economico,  per  cui  il  responsabile  unico  del

procedimento avrebbe dovuto programmare e stimare, al  momento  della

indizione della procedura di gara, il reale fabbisogno dell’ente  per

la gestione dei servizi, ivi compresi i costi per lo smaltimento  dei

rifiuti, per non incorrere  in  un  frazionamento  artificioso  degli

incarichi, poi invece assegnati  con  affidamenti  diretti  in  luogo

delle  doverose   procedure   ad   evidenza   pubblica   maggiormente

concorrenziali.

Gli affidamenti esaminati hanno messo in  luce  il  frazionamento

degli stessi che, in un caso, sarebbe ammontato  a  un  totale  annuo

complessivo di 350 mila euro (e dunque ben al di sopra  della  soglia

di legge).

Peraltro, dagli accertamenti  effettuati  e’  emerso  che  alcune

delle ditte affidatarie risultano essere state sottoposte a sequestro

preventivo per reati ostativi in materia antimafia.

Infine,  non  puo’  non  evidenziarsi  la  mancata  attivita’  di

controllo periodico  da  parte  del  Comune  sulle  imprese  iscritte

nell’Albo delle ditte di fiducia, tant’e’ che due  imprese  risultano

tuttora  iscritte  malgrado  siano  state  colpite  da  provvedimenti

antimafia interdittivi, l’una con decreto del  omissis,  l’altra  con

decreto del omissis, oltre al diniego  della  iscrizione  nella  c.d.

«white list» con provvedimento omissis.

La pianificazione urbanistica e l’abusivismo edilizio nel territorio.

E’ stata osservata, da parte della Commissione  di  indagine,  la

scarsa   incisivita’   dell’azione   di   contrasto    al    fenomeno

dell’abusivismo edilizio, apparsa in  tutta  evidenza  nell’esame  di

singole pratiche riconducibili  a  soggetti  controindicati  nei  cui

confronti sono state accertate violazioni in  materia  di  abusivismo

edilizio.

In relazione alle acquisizioni al patrimonio comunale di immobili

abusivi, dall’esame  dei  provvedimenti  e’  emerso  che  gli  stessi

risultano adottati dal dirigente che, in via unilaterale,  ha  emesso

tale provvedimento, disattendendo in tal modo il  disposto  normativo

che prevede la competenza del  Consiglio  Comunale,  non  consentendo

cosi’  di  garantire  il  pubblico  dibattito  all’interno  dell’aula

consiliare per procedimenti di tale rilevanza.

Peraltro, non risulta, per le pratiche esaminate, che  sia  stata

sottoposta al Consiglio Comunale la valutazione se l’immobile abusivo

rivesta un interesse generale per l’Ente locale,  atteso  che  quando

l’immobile acquisito non riveste alcun interesse, esso dovra’  essere

demolito.

Di contro, le verifiche effettuate hanno consentito di constatare

che almeno quattro abitazioni  continuano  ad  essere  occupate  sine

titulo dai precedenti proprietari, ma molte di esse, insistendo nella

frazione  balneare  di  Scoglitti,  sono   risultate   non   abitate,

probabilmente  per  l’effettuazione  dei  controlli  nella   stagione

invernale.

In merito  a  tali  beni,  l’eventuale  occupazione  sine  titulo

comporta la mancata riscossione delle  dovute  sanzioni  in  caso  di

abuso, agevolando oltremodo gli  occupanti,  non  tenuti  nemmeno  al

pagamento dei tributi comunali. Pertanto,  non  solo  l’Ente  non  ha

irrogato ai contravventori le dovute sanzioni con grave danno per  le

casse comunali, ma non ha neanche attivato interventi sostitutivi  di

riduzione in  pristino,  con  l’ulteriore  conseguenza  che  l’autore

dell’illecito e’ rimasto totalmente impunito.

Il fenomeno delle occupazioni  abusive  degli  immobili  riguarda

anche gli alloggi popolari. Singolare che l’unico  alloggio  popolare

di  proprieta’  comunale  e’   risultato   affidato   al   precedente

assegnatario sulla base di una semplice  «dichiarazione»  dell’allora

Sindaco pro tempore, mentre, in atto, risulta residente nell’alloggio

un  nucleo  familiare  sebbene  lo  stesso  ufficio  comunale   abbia

comunicato che allo stato non vi sono assegnatari.

La gestione dei rifiuti.

Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel  territorio

comunale di Vittoria, nel corso del periodo decennale esaminato dalla

Commissione, presenta  diffuse  criticita’  e  disfunzioni,  peraltro

riscontrate anche dall’Ufficio Speciale presso  la  Presidenza  della

Regione Siciliana.

Sul piano strettamente amministrativo, e’ stato messo in evidenza

come solo  dal  17  novembre  2016  il  Comune  ha  proceduto  ad  un

affidamento a terzi mediante procedura aperta, aggiudicata alla ditta

omissis.

Tuttavia, anche la procedura di gara aperta, che  ha  portato  al

primo affidamento semestrale nei confronti  della  omissis,  presenta

anomalie particolarmente significative.

In primo luogo, come si evince dalla deliberazione n. omissis del

25 luglio 2016, e’ la omissis ad approvare il progetto del  «Servizio

di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento  allo  smaltimento

dei rifiuti solidi urbani differenziati  e  indifferenziati  compresi

quelli assimilati – «Servizio temporaneo»,  finalizzato  alla  scelta

dell’operatore  economico  mediante  procedura  aperta   nelle   more

dell’avvio della gestione ordinaria del Servizio con l’A.R.O, per  la

durata di mesi sei.

Dunque e’ omissis ad esprimersi su procedure e termini  di  gara,

laddove il Codice dei Contratti di  cui  al  decreto  legislativo  n.

50/2016  fissa  chiaramente  i  termini  da  rispettare   e   prevede

espressamente le procedure di evidenza  pubblica  da  utilizzare  nel

caso di appalti di servizi sopra soglia comunitaria.

Nell’approfondito excursus posto in essere dalla  Commissione  di

indagine e’ stato, altresi’, sottolineato che tale modus operandi  e’

continuato anche in occasione dell’altra gara  ad  evidenza  pubblica

per l’affidamento del medesimo servizio al omissis.

Infine, e’ stata evidenziata una ulteriore  grave  criticita’  in

relazione alla procedura di aggiudicazione del servizio ARO (7 anni),

come peraltro sottolineato dall’Ufficio Speciale presso la Presidenza

della Regione Siciliana che ha contestato al Comune  di  Vittoria  di

avere omesso per oltre due anni e tre mesi le procedure di  gara  del

Piano di Intervento ARO, approvato in data 22 maggio 2015.

A tal proposito, la Commissione ha rilevato come l’ingiustificato

mancato  svolgimento  delle  procedure  di  appalto  del   Piano   di

Intervento con  invio  all’U.R.E.G.A.  della  documentazione  per  la

celebrazione della gara, risulta tuttora disattesa.

Se  tali  condotte,  sotto  l’aspetto  procedimentale,  sono   da

ascriversi parimenti sia agli  organi  gestionali  che  a  quelli  di

indirizzo politico del Comune, sono state parallelamente  evidenziate

le possibili refluenze, sul  pano  della  permeabilita’  a  possibili

infiltrazioni della  criminalita’  organizzata,  delle  irregolarita’

procedimentali segnalate (termine  breve  e  servizi  analoghi),  sul

servizio affidato alla omissis.

In particolare, la Commissione si e’ interrogata sulle  possibili

connessioni fra il termine breve di 15 giorni  per  la  presentazione

delle  offerte  irregolarmente  indicato  nel  bando  di   gara,   in

esecuzione di un  irrituale  indirizzo  dell’organo  politico,  e  la

circostanza che solo  un’unica  impresa  abbia  presentato  l’offerta

nell’ambito della gara e che sia stata proprio  la  omissis,  il  cui

legale rappresentante, omissis, poi  tratto  in  arresto,  da  ultimo

nell’ambito  dell’operazione  «Gorgoni»  del  28  novembre  2017,  e’

risultato essere contiguo ad ambienti criminali di stampo mafioso sia

del catanese  che  del  siracusano  e  destinatario,  nel  corso  del

contratto, di ben due misure cautelaci e, di conseguenza, colpito  da

interdittiva antimafia.

Peraltro, come gia’ sopra  precisato,  il  omissis  e’  stato  al

centro  dell’attivita’  che  ha  portato,  nel  omissis,  al  recente

scioglimento   per   accertate   infiltrazioni   della   criminalita’

organizzata del Comune di omissis.

In proposito, non puo’ non evidenziarsi la singolare  coincidenza

delle modalita’ operative e delle procedure,  che  palesano  condotte

illecite, tra quelle riscontrate presso il Comune di  Vittoria  dalla

Commissione ispettiva e quelle poste in essere dal  medesimo  omissis

nell’ambito dell’affidamento del servizio di igiene urbana presso  il

citato Comune di omissis,  come  quelle  che  hanno  consentito  allo

stesso di ottenere ulteriori benefici economici grazie  alla  proroga

del servizio e al ricorso ai servizi suppletivi.

Infatti, per quanto riguarda l’attivita’ svolta dalla omissis nel

territorio   vittoriese,   il   medesimo,    come    risulta    dalle

intercettazioni telefoniche ed ambientali, anch’esse riportate  nella

relazione della Commissione, risulta ben addentro anche agli ambienti

criminali  ipparini  e  vanta  collegamenti   con   l’Amministrazione

comunale di Vittoria.

In particolare, nel corso delle citate  attivita’  di  captazione

(conversazione con la  moglie),  il  omissis  riferiva  dell’avvenuta

aggiudicazione dell’appalto evidenziando che detta aggiudicazione era

stata facilitata dal fatto che la sua  impresa  era  l’unica  ammessa

alla gara.

Inoltre sollecitato dalla moglie riferisce che l’appalto  ha  una

durata «di sei mesi piu’ sei mesi».

Dette affermazioni comprovano la piena sovrapponibilita’  con  le

accertate anomalie del bando di gara aperta, che ha visto affidataria

la omissis: il termine breve di 15 giorni per la presentazione  delle

offerte e il  riferimento  (pretestuoso  oltre  che  illegittimo)  ai

servizi  analoghi  che,  di  fatto,  fanno  dire   al   omissis   che

l’affidamento avra’ la durata  di  sei  mesi  piu’  sei,  pur  avendo

partecipato ad un bando di gara semestrale.

Altre  conversazioni  intercettate  hanno  consentito   di   fare

emergere tutti quegli elementi  esplicativi  del  modus  operandi  di

omissis  che   non   prende   iniziative   imprenditoriali   se   non

preventivamente concordate proprio  con  il  referente  del  omissis,

omissis, anche se tali iniziative erano state sollecitate  attraverso

una «chiamata» diretta di un pubblico amministratore intenzionato  ad

affidargli i servizi di R.S.U.

Questo  assunto,  come  gia’  precedentemente  riportato,  emerge

chiaramente dalla lettura  della  conversazione  ambientale  n.  4998

dell’8 agosto 2016, nel corso della quale  omissis,  nell’evidenziare

di essere stato investito da taluno dell’amministrazione  del  Comune

di Vittoria, per la fornitura del servizio di RSU, chiedeva di  poter

parlare con omissis per ottenere la sua autorizzazione a spendere  il

suo «nome» qualora  dovesse  essere  chiamato  in  causa  da  qualche

esponente della consorteria mafiosa operante in quel territorio.

Lo stesso omissis spiegava che  tale  autorizzazione  si  rendeva

necessaria per scongiurare futuri atti  minatori  con  danneggiamenti

dei propri mezzi impiegati per il servizio di R.S.U. in quel  Comune,

e confida al suo interlocutore di avere individuato un  soggetto  che

funga  da  intermediario  in  ambito  amministrativo  locale,  quindi

direttamente con il omissis, omissis, quest’ultima,  che  sembrerebbe

avere gia’ avanzato richieste di assunzione presso la ditta omissis.

In effetti, risultano assunti  dalla  omissis,  con  contratto  a

tempo indeterminato, omissis e omissis.

Sebbene  nessun  collegamento  con  un  eventuale  interessamento

diretto  di  componenti  dell’Amministrazione  Comunale   sia   stato

riscontrato, si ritiene di dover  evidenziare  che  omissis,  assunto

dalla omissis in data 23 gennaio 2017 con  mansione  di  omissis,  e’

figlio di omissis, anche lei dipendente a tempo  indeterminato  della

omissis, che ha legami  di  parentela  con  soggetti  controindicati,

gravati da precedenti anche per associazione di tipo mafioso.

Per quanto concerne omissis, il medesimo  risulta  assunto  dalla

omissis il 29 marzo 2017 quale omissis con un contratto di  lavoro  a

tempo determinato, trasformato in data  1°  aprile  2017,  dunque  ad

appena due giorni di distanza, in contratto a tempo indeterminato.

Si sottolinea, inoltre, che ne’  omissis  ne’  omissis  risultano

transitati alla omissis da precedenti gestori del servizio di  igiene

ambientale nell’ambito del  comune  di  Vittoria,  anche  se  omissis

risulta aver svolto attivita’ lavorativa stagionale,  come  operatore

ecologico, presso omissis negli anni 2010, 2011 e 2012.

Con riguardo, poi, alla presenza di lavoratori controindicati  in

seno  alla  omissis,  transitati  in  quell’impresa  dalla   societa’

cessante per effetto della clausola di salvaguardia sociale, se da un

lato il omissis, con nota n. omissis del 12  ottobre  2016,  intimava

alla stessa omissis di «effettuare ogni utile accertamento al fine di

escludere ogni forma di infiltrazione criminale nel nostro territorio

…», dall’altro, al di la’ delle  dichiarazioni  di  principio,  non

risulta che siano stati  chiesti  alla  ditta  atti  e/o  documentati

elementi  sui  lavoratori   che   fossero   risultati   eventualmente

controindicati.

Soltanto successivamente agli esiti dell’operazione di P.G. «Exit

Poll»,  nell’ambito  della  quale  era  rimasto  coinvolto  anche  un

dipendente della omissis (omissis), il omissis interessava nuovamente

quella  societa’,  chiedendo  «di  voler   porre   in   essere,   con

immediatezza,  ogni  misura  consequenziale  che   dia   garanzia   a

quest’Amministrazione  della  totale  affidabilita’  degli  operatori

impegnati  nello   svolgimento   del   servizio   pubblico,   dandone

contestuale informazione alla stessa».

Sempre in relazione alla  presenza  di  dipendenti  aventi  gravi

precedenti penali, anche attinenti alla criminalita’ organizzata,  lo

stesso omissis, con nota n. omissis del 24 gennaio 2018,  interessava

la  omissis,  nuova  aggiudicataria   del   servizio   di   raccolta,

spazzamento, trasporto e conferimento dei  rifiuti,  evidenziando  la

«intransigenza della amministrazione su tutti i rapporti di lavoro in

essere al fine di escludere ogni forma di infiltrazione criminale».

Al riguardo, giova fare presente che il omissis  si  e’  attivato

nei confronti della omissis soltanto dopo il richiamo  di  attenzione

da parte di questa Prefettura in ordine ad un soggetto, tale omissis,

gia’ alle dipendenze della societa’ cessante con rapporto di lavoro a

tempo  indeterminato,  che  aveva  riportato  sentenza  di   condanna

definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso.

Inoltre, trai lavoratori a tempo indeterminato della omissis,  e’

presente omissis, condannato per associazione mafiosa ed  estorsione,

gia’ destinatario della  misura  di  prevenzione  della  sorveglianza

speciale di P.S., nonche’ cognato dell’Assessore omissis.

Dunque, sia nel caso del dipendente  tratto  in  arresto  che  in

quest’ultima circostanza, l’intervento dell’Amministrazione  Comunale

di Vittoria si pone – piu’ che su un piano di effettiva prevenzione e

di puntuale controllo – su una posizione  di  mera  dichiarazione  di

intenti.

In merito alle modalita’ di affidamento del servizio di  raccolta

e smaltimento dei  rifiuti  solidi  urbani,  la  circostanza  che  e’

l’organo politico ad esprimersi  su  procedure  e  termini  di  gara,

laddove il Codice dei Contratti di  cui  al  decreto  legislativo  n.

50/2016  fissa  chiaramente  i  termini  da  rispettare   e   prevede

espressamente le procedure di evidenza  pubblica  da  utilizzare  nel

caso di appalti di servizi sopra soglia comunitaria, il termine breve

di 15 giorni impropriamente utilizzato  per  la  presentazione  delle

offerte ed il singolare ricorso ai «servizi analoghi» adottati  sulla

base di non ben comprovati motivi di  contingibilita’  ed  urgenza  e

senza  tenere  conto  degli  indirizzi  regionali  in   materia,   si

configurano senz’altro come conseguenze di criticita’ organizzatine e

strutturali radicate nel contesto  territoriale  e  mettono  in  luce

l’assenza di  incisive  iniziative  dei  vertici  politici  idonee  a

ripristinare la legittimita’ dell’azione amministrativa.

Inoltre, dai  fatti  enunciati  non  sembra  illogico  trarre  un

giudizio di probabile condizionamento dell’ente locale.

Sebbene non si evinca l’esistenza di rapporti con  il  omissis  o

con altri omissis,  dalle  intercettazioni  riportate  a  carico  del

omissis non puo’ escludersi che l’ente fosse del tutto impermeabile a

condizionamenti.

Pertanto,  se  anche  il   omissis   non   risulta   direttamente

responsabile, tuttavia e’ un  fatto  che  l’amministrazione  nel  suo

complesso non ha posto rimedio alla situazione di condizionamento che

le strutture amministrative subivano.

La gestione dei beni confiscati.

La Commissione ha avuto modo di verificare che il «Regolamento di

assegnazione dei beni confiscati alla mafia di cui alla legge n.  109

del 7 marzo 1996», risalente al  2007,  non  e’  stato  modificato  o

integrato e dunque non e’ stato tenuto  conto  ne’  delle  variazioni

apportate dal decreto legislativo 6 settembre 2011, n.  159,  recante

il «Codice delle leggi  antimafia  e  delle  misure  di  prevenzione,

nonche’ nuove disposizioni in materia di  documentazione  antimafia»,

ne’ tantomeno di  quelle  introdotte,  per  ultimo,  dalla  legge  17

ottobre 2017, n.  161,  recante  «Modifiche  al  codice  delle  leggi

antimafia  e  delle  misure  di  prevenzione,  di  cui   al   decreto

legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e  alle  norme

di attuazione, coordinamento e transitorie del  codice  di  procedura

penale e altre disposizioni …».

L’unica modifica che risulta e’ quella relativa  all’art.  9  del

Regolamento circa la durata della assegnazione, variazione che  viene

comunicata  alle  associazioni  assegnatarie  con   la   sorprendente

asserzione da parte del dirigente: «Naturalmente detta modifica e’ da

sottoporre all’esame del C.C.».

La Commissione  ha  rilevato  che  tale  modifica  non  e’  stata

approvata dal Consiglio comunale.

Inoltre, non  puo’  sottacersi  quanto  emerso  dalle  risultanze

giudiziarie dell’operazione «Exit Poll» in merito  all’immobile  gia’

appartenuto a omissis, che  comprovano  il  rischio  concreto  di  un

utilizzo quantomeno «indiretto» da parte del medesimo, laddove  viene

osservato che «sussistono gravi indizi in ordine alla conclusione  di

un accordo elettorale tra omissis e omissis ed il omissis, in  virtu’

del quale il omissis si sarebbe dovuto attivare per l’acquisizione di

voti in favore di omissis in cambio dello sgombero  dell’immobile  al

medesimo confiscato e della successiva destinazione dello  stesso  ad

un centro per disabili».

Tale  fatto,  acclarato  dalle  intercettazioni  telefoniche,   a

prescindere dai pronunciamenti giudiziari  susseguitisi,  costituisce

una circostanza particolarmente grave, in quanto gli stessi  soggetti

preposti a garantire la legalita’ – quale per l’appunto omissis ed il

omissis, poi eletto al Consiglio comunale – scenderebbero a patti,  o

quanto meno agevolerebbero  il  convincimento  di  poter  scendere  a

patti, con un noto appartenente alla locale organizzazione criminale,

gia’ proprietario dell’immobile, quasi a dargli o a  fargli  ritenere

di  aver  acquisito  una  nuova  legittimazione   sul   bene,   cosi’

vanificando  l’essenza  di  tutta   la   complessiva   strategia   di

aggressione ai patrimoni illeciti.

Il Mercato Ortofrutticolo.

La dettagliata disamina effettuata dalla Commissione di  indagine

ha consentito  di  evidenziare  numerose  e  rilevanti  criticita’  e

ambiguita’ nella gestione, da  parte  del  Comune  di  Vittoria,  del

Mercato ortofrutticolo, considerato uno dei mercati piu’ importanti a

livello nazionale e che costituisce la realta’  economica  principale

del comprensorio vittoriese, configurandosi – per dimensioni e volume

di affari – come uno dei mercati piu’ importanti a livello nazionale.

Analoga rilevanza economica ha l’indotto che ruota  attorno  alla

suddetta struttura  mercatale,  comprendente  un  elevato  numero  di

operatori economici  con  alle  dipendenze  migliaia  di  lavoratori,

impegnati nei settori della lavorazione e trasformazione dei prodotti

agricoli; del trasporto  su  gomma;  della  produzione  di  cassette,

pedane ed  imballaggi;  dello  smaltimento,  recupero  e  riciclo  di

materiali  plastici;  della  commercializzazione  di  fitofarmaci   e

prodotti fitosanitari.

In tale contesto, il Mercato  e’  considerato  come  un  elemento

«sensibile»  ai  tentativi  di  infiltrazioni  delle   organizzazioni

criminali, interessate all’enorme giro d’affari che ruota attorno  ad

esso.

Le evidenze informative e processuali sul mercato  ortofrutticolo

di Vittoria hanno, da una parte, confermato  lo  stretto  legame  tra

imprenditori mafiosi e soggetti affiliati alle  famiglie  vittoriesi,

dall’altra,   aggiornato   il   livello   di   pericolosita’   e   di

interdipendenza tra  le  diverse  matrici  nel  settore,  fondate  su

reciproche convenienze, che potrebbe costituire banco  di  prova  per

collaborazioni di piu’ ampio respiro.

Tale situazione avrebbe dovuto comportare la  messa  in  atto  di

iniziative efficaci finalizzate ad una sana gestione delle  attivita’

mercatali volte  a  controlli  stringenti  e  a  continue  azioni  di

contrasto finalizzate ad impedire presenze non  titolate  all’interno

della struttura.

L’attivita’ di accesso ha invece  consentito  di  constatare  che

tutte le criticita’ e le ambiguita’ spesso rilevate nel  corso  degli

anni sono rimaste sostanzialmente immutate nel  tempo  a  prescindere

dalle Amministrazioni in carica.

Il Mercato e’ infatti da sempre gestito e controllato  unicamente

dal Comune di Vittoria, per il  tramite  dell’Ufficio  Mercati,  gia’

facente parte della Direzione omissis e  incardinato,  dal  settembre

2016 in poi, nella Direzione omissis.

Ed invero omissis hanno tenuto comportamenti analoghi: da un lato

atti formali di impegno, disposizioni regolamentari e annunci di giri

di vite nel controllo del Mercato; dall’altro sostanziale continuita’

nell’inerzia, nella tolleranza, nel mantenimento  dello  status  quo,

tanto utile  a  chi  controlla  di  fatto  in  via  occulta  il  giro

commerciale che gravita intorno al Mercato.

Tuttavia, nei fatti, emerge un’assoluta continuita’ e omogeneita’

di comportamenti, in quanto omissis hanno dimostrato di  disattendere

concretamente quanto annunciato.

Sintomatico e’ quanto evidenziato circa la figura  del  Direttore

del Mercato.

Si  tratta  di  un  incarico  di  grande  rilievo  previsto   dal

Regolamento ma vacante  da  anni,  responsabile,  nei  confronti  del

Comune, del regolare funzionamento del Mercato e dei servizi.

Tra i numerosi compiti attribuitigli,  il  Direttore  accerta  il

possesso dei requisiti per l’ammissione alle vendite e agli acquisti,

segnala al Comune le carenze, attiva  tutte  le  forme  di  controllo

volte a  contrastare  ogni  fenomeno,  di  devianza  all’interno  del

mercato, accerta che tutte le  operazioni  di  compravendita  vengano

eseguite in  ottemperanza  al  Regolamento,  adotta  i  provvedimenti

disciplinari piu’  lievi,  sovrintende  e  coordina  il  servizio  di

vigilanza e di controllo degli accessi e delle attivita’  di  mercato

tramite la omissis.

Malgrado il Regolamento preveda che il Direttore del Mercato  sia

individuato  dall’Ente  Gestore  (il  Comune),   «tramite   selezione

pubblica, nel rispetto  della  normativa  vigente  in  materia»,  non

risultano indette selezioni pubbliche per l’assegnazione del posto di

Direttore di Mercato, talche’ le relative funzioni  sono  rimaste  in

capo al Dirigente competente e precisamente  il  omissis,  e  poi  al

omissis.

Non puo’ non rilevarsi, al riguardo, che il mancato  adempimento,

da parte del Comune, dell’art. 6 del Regolamento – norma finalizzata,

attraverso  un  concorso  pubblico,  alla   individuazione   di   una

professionalita’ specifica che possa garantire in maniera ottimale  e

in posizione di terzieta’ i delicati compiti di gestione e  controllo

propri del ruolo – lascia sussistere perplessita’  sulle  motivazioni

che conducono, di fatto, a voler riservare tali funzioni  al  omissis

competente per materia, tra l’altro sottoposto al particolare  regime

dell’art. 110 del T.U.E.L.

Inoltre,  l’Ufficio  Mercati,  sito  all’interno  del   perimetro

dell’area mercatale, risulta allo stato costituito  solo  da  quattro

persone in tutto: un  Responsabile  e  tre  dipendenti,  di  cui  uno

risulta essere omissis dell’omonimo omissis, indagato nell’operazione

«Exit Poll» quale soggetto vicino alla locale consorteria criminale e

tramite della stessa con il omissis e con il consigliere omissis.

Appare fin troppo evidente che la natura, la  complessita’  e  il

numero delle attribuzioni in materia di controllo  non  possa  essere

minimamente assicurata da  una  quantita’  cosi’  esigua  di  risorse

umane.

Cio’ che salta  agli  occhi  e’  la  mancata  predisposizione  di

risorse umane, strumentali e finanziarie in grado di poter esercitare

una reale opera di controllo all’ingresso e all’interno del  Mercato.

Affidare il controllo di una struttura cosi’ complessa, cosi’  estesa

e cosi’ rilevante dal punto di vista  economico,  cosi’  pesantemente

infiltrata dalla criminalita’ organizzata a pochissime  persone,  con

controlli saltuari  e  senza  idonei  strumenti  significa  non  solo

omettere il controllo ma anche disinteressarsi  di  cio’  che  accade

dentro le mura del Mercato e, in definitiva, tollerare e  assecondare

la presenza criminale.

In particolare, per quanto riguarda la vigilanza ed il  controllo

da parte del Comune sulle attivita’ mercatali, a  fronte  di  impegni

formali e nuove regolamentazioni, si deve registrare quanto  meno  la

completa incapacita’ di porre in essere  azioni  di  controllo  e  di

contrasto   alla   pure   ripetutamente   rilevata   presenza   della

criminalita’ organizzata all’interno e all’esterno del Mercato.

Anche dal punto di vista della vigilanza da parte della  omissis,

si deve registrare una certa insufficienza dei servizi.

Non  risulta  istituito  un   omissis,   sebbene   previsto   nel

Regolamento, o altro organo specializzato  dedicato  ai  controlli  e

neppure che vi siano omissis o omissis che espletino questo  servizio

in via continuativa.

E’ evidente che tale organizzazione  riduca  la  possibilita’  di

accertare le irregolarita’ e le devianze nelle attivita’  ed  escluda

la  possibilita’  di  individuare  comportamenti  sintomatici   della

presenza della criminalita’ organizzata.

Per cio’ che concerne l’esito dei controlli,  risultano  sanzioni

lievi a fronte di violazioni gravi ovvero procedimenti iniziati e mai

definiti.

Allo stesso modo, si rileva l’applicazione sempre e  soltanto  di

pochi giorni di sospensione dalle attivita’ anche per fatti  gravi  e

ripetuti.

E’ stato anche rimarcato l’assoluto non funzionamento del sistema

sanzionatorio, caratterizzato  da  complessita’  e  connotato  da  un

eccesso di discrezionalita’ facente capo alla Commissione di  Mercato

presieduta da omissis, che e’ titolare, per le sanzioni  piu’  gravi,

di  un  parere  molto  significativo  per  l’autorevolezza   politica

dell’organo che lo emette.

Non  mancano,  inoltre,  forti  ingerenze  della  politica  sulla

gestione, in quanto, dopo il parere della Commissione,  gia’  di  per

se’ di natura spuria, sulla eventuale proposta di revoca e’  chiamato

a decidere non il omissis, ma omissis.

C’e’ da chiedersi a questo punto perche’ il  Comune  di  Vittoria

nel licenziare, poco piu’ di un anno fa,  il  nuovo  Regolamento  nel

nome della le legalita’ e del contrasto alle devianze all’interno del

Mercato,  non  abbia  pensato,  nonostante  ben   conoscesse   queste

inadeguatezze, di  introdurre  un  sistema  sanzionatorio  preciso  e

rigoroso ed un  procedimento  altrettanto  semplice  e  disgiunto  da

valutazioni  politiche,  affidandolo  a  un  organismo  terzo  e  non

condizionabile.

Tra le varie carenze nei controlli, la piu’  evidente  e’  quella

sull’accesso  al  Mercato,  le  cui  modalita’   di   ingresso,   pur

disciplinate rispetto al passato,  non  sono  tuttavia  in  grado  di

evitare  l’ingresso  di  soggetti  sconosciuti,  anzi  consentono   a

chiunque di accedere facilmente. Paradossalmente, una delle  maggiori

falle dei sistema di controllo degli accessi e’ rappresentato proprio

dal cancello di ingresso ed uscita del omissis, la cui sede si  trova

all’interno del perimetro dell’area marcatale, in posizione adiacente

al confine e in prossimita’ del varco di accesso al Mercato.

In particolare la stessa Commissione di indagine ha rilevato  che

tale cancello di ingresso, che dovrebbe essere ad uso esclusivo della

omissis e del pubblico che ha  necessita’  di  accedere  ai  relativi

uffici, e’ spesso  aperto  o  viene  aperto  a  distanza  a  semplice

richiesta senza controlli sull’identita’ di chi chiede di  entrare  e

sulla sua effettiva destinazione. E’ evidente che tale stato di fatto

consente a chiunque di  fare  ingresso  al  mercato  con  il  proprio

veicolo o anche a piedi senza nessuna identificazione.

Appare quanto meno singolare che  proprio  omissis  sia  titolare

dell’unico varco di accesso al Mercato privo di sistemi di  controllo

e di identificazione, utilizzabile praticamente da ogni  persona  che

dica  semplicemente  di  voler  accedere  agli  uffici   omissis   e,

addirittura, spesso lasciato aperto e liberamente fruibile.

Le suddette  circostanze,  peraltro  riscontrate  de  visu  dalla

Commissione  di  indagine,  risultano  essere   state   ripetutamente

segnalate dalla omissis al  omissis  e  al  omissis  della  Direzione

omissis del Comune.

Tuttavia, ad oggi, nessun  rimedio  e’  stato  posto  alla  grave

situazione sopra  rappresentata,  se  si  escludono  gli  annunci  di

intensificazione  dei  controlli,  fatti  da  omissis  su  stampa   e

televisioni locali.

Tutto cio’, ovviamente, vanifica completamente  la  capacita’  di

controllo  sugli  accessi  al  Mercato,  pure  affermata   e,   anzi,

rivendicata da omissis come forma di prevenzione  e,  in  definitiva,

conferma la persistente permeabilita’ della struttura  alla  presenza

della criminalita’ organizzata.

Di grande rilievo e’ la costante ingerenza degli organi  politici

nella gestione, nei controlli e  nelle  sanzioni,  essendo  riservate

alla omissis o al omissis funzioni  tipiche  della  Dirigenza,  quali

bandi  per  le  gare,  rinnovi  delle  concessioni,  adozione   delle

sanzioni,  nomina  delle  Commissioni  senza  contare  le   ingerenze

improprie della politica, ad esempio quelle riscontrate  in  sede  di

completamento della gara ad evidenza pubblica per i sei box vacanti.

Dall’esame della  documentazione  acquisita,  la  Commissione  di

indagine ha rilevato che il omissis ha  emanato  una  serie  di  atti

rientranti nelle competenze del omissis, quali ad esempio  le  nomine

delle Commissioni  giudicatrici  delle  gare  di  assegnazione  delle

concessioni dei posteggi.

Altri atti, rientranti nelle attribuzioni del omissis, sono stati

invece, adottati da omissis, quali ad  esempio  le  assegnazioni  dei

posteggi; le proroghe delle assegnazioni dei  posteggi;  le  proroghe

della durata delle procedure ad evidenza pubblica ecc.

D’altronde, un organismo di indubbia  rilevanza  nella  gestione,

quale la Commissione di Mercato, titolare di funzioni  decisionali  e

consultive nella gestione del mercato e dei relativi  servizi,  nella

concessione dei posteggi, nei procedimenti sanzionatori nei confronti

degli operatori, sulle  modifiche  regolamentari,  sull’attivita’  di

controllo  sulla  trasparenza  e  regolarita’  delle  attivita’,   e’

presieduta dal omissis (o da un suo omissis) e da omissis nominata.

Pur nella complessita’ dell’organizzazione, traspare  chiaramente

come le scelte gestionali e le strategie operative  siano  nel  pieno

controllo del Comune e, per esso, della stessa omissis.

La Commissione ha evidenziato  che,  nel  corso  degli  anni,  la

concessione dei box non e’  mai  stata  preceduta  da  una  procedura

selettiva o altra forma di gara ad evidenza pubblica.

Nello stesso identico senso ha proceduto anche la omissis  che  –

dopo aver introdotto  con  il  nuovo  Regolamento  del  Mercato,  nel

frattempo approvato, la durata quinquennale delle  concessioni  –  ha

disposto di  procedere  con  un  «bando  di  rinnovo»,  evidentemente

riservato ai concessionari (deliberazione n. omissis del 30  dicembre

2016).

Dalla approfondita analisi  della  documentazione  operata  dalla

Commissione emerge con evidenza come il Comune di Vittoria, in  oltre

quarant’anni, non abbia mai portato a compimento una  sola  procedura

ad evidenza pubblica, con  cio’  facilitando  il  condizionamento  da

parte della criminalita’ organizzata che puo’ rapportarsi sempre  con

i medesimi e ben conosciuti soggetti.

Molto significativa si presenta la gara per l’assegnazione  di  6

box, iniziata il 10 febbraio 2015 con l’approvazione di un  bando  da

parte della omissis e, ad oggi, non ancora conclusa.

Nel corso della procedura sono  state  poste  in  essere  plurime

minacce nei confronti di tutti i omissis, minacce rimaste anonime  ma

che,  per  tempi,  modalita’  ed  effetti,  hanno   rappresentato   e

rappresentano tuttora un condizionamento nella gestione del  Mercato,

che gli stessi  destinatari  delle  minacce  ritengono  provenire  da

ambienti criminali.

Non e’ revocabile in dubbio che la vicenda costituisca  un  grave

condizionamento dell’attivita’ amministrativa del Comune, per di piu’

di  un’attivita’  fortemente  caratterizzata  dal  punto   di   vista

decisionale perche’ destinata ad incidere, per  la  prima  volta,  in

maniera significativa sulla  presenza  degli  operatori  e  su  tutta

l’attivita’ del Mercato ortofrutticolo di Vittoria.

Sembrerebbe che gli effetti delle gravi minacce ricevute nel 2015

perdurino ancor oggi.

Tant’e’ che omissis,  al  pari  della  omissis,  con  motivazioni

formali ogni volta diverse, non e’ stata in  grado  di  nominare  una

nuova Commissione e di chiudere la procedura e, anzi, cerca riscontri

alla possibilita’ di revocarla.

Anche per cio’ che riguarda il nuovo Regolamento,  si  riscontra,

da un lato, l’inidoneita’ di alcune prescrizioni volte a garantire la

trasparenza e la prevenzione di condotte illecite e,  dall’altro,  la

mancata completa attuazione dello stesso.

Ed invero detta  regolamentazione,  di  fatto,  non  assicura  la

formazione lineare e trasparente  del  prezzo  di  compravendita  dei

rilevanti guantitativi di prodotti ortofrutticoli che vi  transitano,

danneggiando di conseguenza i produttori agricoli  e  gli  acquirenti

finali, soggetti deboli della filiera produttiva.

Di conseguenza non consente l’emersione di ipotesi estorsive  e/o

di lievitazione anomala dei prezzi di rivendita.

In definitiva, la macchina comunale di gestione e  controllo  del

Mercato si e’ rivelata  del  tutto  insufficiente  a  contrastare  il

sistema di interessi economici illeciti ad esso correlato e  concreti

elementi inducono a ritenere la presenza di taluni condizionamenti da

parte della criminalita’ organizzata sulla  gestione  del  Mercato  e

sulle attivita’ commerciali e la sussistenza di  inerzie,  debolezze,

omissione di vigilanza e controllo,  incapacita’  di  gestione  della

«macchina amministrativa» da parte degli omissis che si sono rivelati

idonei  a  beneficiare  soggetti   appartenenti   alla   criminalita’

organizzata.

Permeabilita’   del   Mercato   ortofrutticolo   alla    criminalita’

organizzata.

Alla luce di quanto riportato nelle precedenti considerazioni  in

ordine alla configurabilita’ del reato di associazione per delinquere

di  stampo  mafioso  in  capo  ai  soggetti  coinvolti  nelle   varie

operazioni di polizia nel vittoriese, si rafforza  l’assunto  che  il

Mercato  ortofrutticolo  risulta   essere   a   livello   commerciale

condizionabile da  societa’  riconducibili  ai  sopracitati  soggetti

controindicati.

Dal confronto tra quanto previsto dal regolamento del Mercato con

le dinamiche accertate in sede di accesso da parte della  Commissione

di indagine, sono state evidenziate le seguenti anomalie:

non e’ prevista la possibilita’ concreta di identificare  tutti

coloro che accedono al mercato anche a bordo di mezzi commerciali;

possibilita’ di ingerenze di soggetti  di  dubbia  provenienza,

tra i quali taluni di quelli gia’ oggetto di provvedimenti  cautelari

nell’ambito dell’operazione «Ghost Trash» a titolo di visitatori,  ma

che in molti casi permangono quotidianamente all’interno in  qualita’

di visitatori «mascherati», di fatto rappresentando gli interessi dei

gruppi  criminali  aventi   interessi   imprenditoriali   all’interno

dell’area,  senza  alcun  titolo  formale  per  poter   permanere   e

partecipare con detta costanza alle contrattazioni e  alle  procedure

logistiche fra i box;

totale assenza di controllo degli accessi in corrispondenza del

cancello carraio nella disponibilita’ del omissis;

totale carenza di personale operante nel  settore  sicurezza  e

identificazione.

L’elemento essenziale da  portare  all’attenzione  e’  la  totale

inerzia di fatto del omissis.

Di fatto sono state poste in essere misure formali, perche’ nella

sostanza nulla e’ variato rispetto alla storica gestione «colabrodo»,

se non un sistema di  intensificazione  delle  identificazioni  degli

avventori che consente un tracciamento di coloro  che  frequentano  i

box avendone o meno titolo,  ma  non  sufficiente  a  contrastare  il

sistema di interessi economici ad  esso  correlato  e  in  capo  alte

consorterie  mafiose,  enucleate  nell’ambito  delle  indagini  della

Guardia di Finanza nell’operazione «Ghost Trash».

In tal senso si ravvisa una responsabilita’ della omissis per due

ordini di ragioni:

nelle fasi antecedenti gli arresti di dicembre  2017,  relativi

alla predetta operazione, soprattutto nel periodo di indagine che  si

incardina  temporalmente  nella  gestione  omissis,  i  soggetti  che

dimostrano forti  interessi  (con  modalita’  illecita)  nell’indotto

economico mercatale risultano essere  decisamente  legati  al  «team»

omissis, soprattutto nella fase di raccolta  voti  per  le  imminenti

elezioni amministrative,  come  ben  delineato  nel  paragrafo  sulle

relazioni politica/mafia.

La loro ingerenza, nota a tutti  i  livelli,  non  e’  mai  stata

contrastata, anzi, nelle fasi di reperimento dei consensi vi e’ stato

di fatto l’accordo tra le parti.

Risulta dunque determinante la conferma  della  condivisione  dei

reciproci interessi, non rilevando, peraltro,  il  venir  meno  delle

esigenze cautelari sancito dal  Tribunale  del  Riesame  dovuto  alla

mancanza dell’elemento soggettivo di appartenenza  alla  consorteria,

nonche’ le perplessita’ circa la sussistenza dei presupposti  mafiosi

nell’indagine «Exit Poll» (ipotesi di mafia, invece, poi confermate a

seguito delle esecuzioni dell’operazione «Ghost Trash»);

la totale inerzia, sul piano fattuale  e  sostanziale  (aldila’

delle iniziative cartolari assunte) della  omissis,  gia’  vicino  al

omissis come esplicitamente riportato in piu’ passaggi dell’Ordinanza

di custodia cautelare  emessa  dal  GIP  del  Tribunale  di  Catania,

laddove «omissis … diceva a omissis di scatenarsi nella ricerca  di

voti per omissis …i omissis appoggiavano omissis, in virtu’  di  un

accordo politico  con  quest’ultimo  finalizzato  alla  sconfitta  di

omissis e alla conservazione  della  loro  egemonia  sulle  decisioni

amministrative. L’accordo con il politico omissis,  rappresentava  il

punto cardine della strategia dei omissis».

Ed infatti, nonostante le plurime evidenze segnalate  dagli  enti

preposti alla vigilanza sulle ingerenze illecite nell’area mercatale,

nulla e’ cambiato dalla gestione omissis, se non la modifica  formale

di alcune norme comportamentali di accreditamento e identificazione.

Il rischio, per il quale resta concreto il pericolo di  ingerenze

della criminalita’ organizzata nelle fasi di formazione dei prezzi  e

aggiudicazione dei box, e’ che  taluni  esponenti  certificati  della

mafia vittoriese continuino ad influenzare le dinamiche mercatali con

la sola presenza in qualita’ di visitatori.

Come denota la frequente presenza all’interno del MOF dei omissis

e dei omissis, questi ultimi  figli  del  mafioso  omissis,  in  atto

ristretto a seguito del coinvolgimento in  Ghost  Trash,  cosi’  come

rilevato dal sistema di registrazione  degli  accessi  fornito  dalla

omissis, con le medesime modalita’ censite nelle indagini.

Tale rischio, concreto ed attuale in ambito Mercato, rimane saldo

anche  nel  presente  contesto  politico,  essendo   certificate   le

relazioni tra lo staff omissis in continuita’ con omissis, alla  luce

della circostanza che l’ingerenza del  omissis  dimostrata  in  «Exit

Poll» e confermata dal Tribunale del Riesame, sia da riqualificare  o

comunque da intendersi, in via precauzionale, di natura  mafiosa,  in

relazione a quanto successivamente  certificato  dal  riesame  «Ghost

Trash», che mette in relazione piu’ indagini nel  medesimo  contesto,

allargando il quadro di riconducibilita’  delle  condotte  mafiose  e

confermando  l’appartenenza  del  omissis,   come   promotore,   alla

consorteria mafiosa.

Tutti gli elementi sopra illustrati hanno messo in  luce  diffuse

criticita’ nei vari aspetti dell’attivita’ amministrativa  dell’Ente,

l’assenza di vere azioni di contrasto precipuamente nel  settore  del

Mercato ortofrutticolo, considerato come  un  target  «sensibile»  ai

tentativi   di   infiltrazioni   delle   organizzazioni    criminali,

interessate all’enorme giro d’affari che ruota attorno ad esso.

Aldila’  delle  iniziative,  meramente  formali,  assunte,   tale

circostanza ha determinato un’evidente e prolungata soggezione  degli

amministratori  e  della  struttura   al   condizionamento   illecito

integrante i presupposti di cui all’art. 143 T.U.E.L., potendo essere

sufficiente allo scopo anche soltanto un atteggiamento di  debolezza,

omissione di vigilanza e controllo,  incapacita’  di  gestione  della

«macchina amministrativa» da parte  degli  organi  politici  che  sia

stato  idoneo  a  beneficiare  soggetti  riconducibili  ad   ambienti

controindicati (Cons. di Stato, Sez. III, n. 2895/13;  TAR  Lazio  n.

10049/16).

Le medesime situazioni sono  state  verificate  anche  nel  campo

dell’abusivismo  edilizio  e   dell’evasione   fiscale   e   connessa

riscossione mentre l’omesso controllo nel settore  degli  appalti  ha

determinato  la  circostanza  che  nell’Albo  di  fiducia   dell’Ente

risultano ancora  iscritte  due  ditte  destinatane  di  interdittivi

antimafia.

Diffuse le criticita’  emerse  nel  settore  della  gestione  dei

rifiuti sia sotto il profilo amministrativo che di  quello  ben  piu’

rilevante della presenza costante di elementi di  caratura  criminale

di rilievo tra gli attuali lavoratori e tra i  soggetti  responsabili

delle varie ditte succedutesi nel tempo.

Altro elemento di criticita’, la costante ingerenza  anche  degli

omissis nella attivita’ gestionale dell’Ente, in vari ambiti,  fra  i

quali quelli attinenti al Mercato ortofrutticolo.

Non  possono  non  essere  altresi’  sottolineate  le  risultanze

giudiziarie ampiamente riportate nel corso della  presente  relazione

che evidenziano  come  i  soggetti  che  dimostrano  forti  interessi

illeciti,  ivi  compresi  quelli  nell’indotto  economico  mercatale,

risultano essere legati anche indirettamente al omissis e al omissis,

gia’ consigliere dell’attuale consesso  comunale,  soprattutto  nella

fase di raccolta di voti per le varie elezioni  amministrative,  come

delineato nel Capitolo  XI,  sulle  relazioni  politica/mafia,  e  la

continuita’ politica con omissis.

A tale proposito e’ stato evidenziato come, sotto  tale  aspetto,

l’Ente appaia permeatile sotto il profilo amministrativo e  politico,

non essendo accettabile che un candidato  al  Consiglio  comunale  si

rivolga ad un  soggetto  «controindicato»,  legato  alle  consorterie

mafioso, per ottenerne il sostegno elettorale.

Conclusivamente,  la  doverosa  attenzione  verso  il  Comune  di

Vittoria scaturisce, fra l’altro, dalla consapevolezza  che  tutti  i

fenomeni  criminali  e  le  strumentali  «distorsioni»  di  carattere

politico-amministrativo emerse, che involgono  quell’Amministrazione,

di fatto esorbitano dallo stesso ambito territoriale per  abbracciare

l’intero  paese,  considerato  che   i   riflessi   delle   dinamiche

economico-criminali che riguardano il locale mercato ortofrutticolo –

uno dei mercati piu’ importanti  a  livello  nazionale  unitamente  a

quelli di Fondi  e  Milano,  gestito  e  controllato  unicamente  dal

Comune, interessato da un enorme giro d’affari –  non  si  fermano  a

Vittoria.

Invero, le innumerevoli, ripetute e consolidate «distorsioni»  di

carattere amministrativo non possono certo imputarsi ad una  generica

e distratta «mala gestio» ma, piuttosto, ad una colpevole inerzia nel

porre in essere i  necessari  correttivi  per  allineare  l’attivita’

amministrativa alle regole  del  buon  andamento,  dell’imparzialita’

dell’amministrazione ed al regolare funzionamento  dei  servizi  (per

tutti   la   gestione   del    mercato    ortofrutticolo)    affidati

all’amministrazione comunale.

Infatti, la  evidente  continuita’  delle  omissis  che  si  sono

susseguite  omissis,  dimostrata  anche  dalla   prosecuzione   negli

incarichi di numeroso personale amministrativo  che  permane  ancora,

senza soluzione di continuita’, negli  stessi,  identici,  posti  dai

quali, a seguito di  operazioni  di  carattere  giudiziario,  sarebbe

stato opportuno quantomeno trasferire senza indugio, ma che,  invece,

per  una  supposta  professionalita’  acquisita,   viene   mantenuto,

manifesta ancora di piu’ la sostanziale prosecuzione degli  interessi

comuni tra omissis.

Ne’  possono  avere  valore  talune  iniziative   adottate   solo

formalmente (nuovo regolamento del  mercato,  richiami  formali  alla

ditta aggiudicataria del servizio di raccolta e  smaltimento  rifiuti

di estromettere soggetti pregiudicati ecc.) per fugare dubbi su tale,

piu’ che dimostrato, intento.

Si soggiunge infine che l’esame complessivo dei  singoli  settori

dell’Ente non solo evidenzia la sussistenza dei presupposti di  fatto

richiesti dall’art. 143 T.U.E.L., ma sottolinea la sussistenza di una

significativa rete di  collegamenti  e  vicinanze  dalla  quale  puo’

dedursi l’esistenza del condizionamento da parte di soggetti ritenuti

contigui a consorterie malavitose.

Si tratta di elementi rilevanti che attengono a tutti gli aspetti

dettagliatamente analizzati da cui  scaturisce  un  quadro  indiziano

complessivo che presenta comunque elementi sufficienti a giustificare

lo scioglimento degli organi ordinari del comune di Vittoria.

Giova,  in  particolare,   ricordare   che   per   giurisprudenza

consolidata e’ la semplice presenza di «elementi» su «collegamenti» o

«forme  di  condizionamento»  che  consentano   di   individuare   la

sussistenza di un rapporto tra gli amministratori e  la  criminalita’

organizzata a giustificare lo scioglimento anche laddove non via  sia

una puntuale dimostrazione della  volonta’  degli  amministratori  di

assecondare  gli  interessi  della  criminalita’  organizzata  o  non

sussistano ipotesi di responsabilita’ personali anche  penali,  degli

amministratori o dei funzionari.

Peraltro, il  giudizio  prognostico  di  verosimiglianza  fondato

attendibilmente  sulla  logica  del  «piu’  probabile  che  non»,  e’

applicatile anche allo scioglimento del  Consiglio  comunale  che  ha

funzione anticipatoria e non sanzionatoria (da ultimo,  Cons.  Stato,

III, n. 197/2016).

Alla  luce  di   quanto   sopra   delineato   e   a   conclusione

dell’approfondita analisi svolta, sono state acquisite dai componenti

del Comitato  Provinciale  per  l’Ordine  e  la  Sicurezza  Pubblica,

integrato come sopra detto, le sottoindicate valutazioni espresse  da

ciascuno:

il Procuratore Aggiunto della D.D.A. di Catania, omissis,  dopo

avere evidenziato il notevole interesse suscitato dai contenuti della

relazione  della  Commissione  di  indagine,   dalla   quale   emerge

un’emblematica fotografia della realta’  vittoriese,  caratterizzata,

da sempre, da una forte presenza criminale, sottolinea  come  proprio

Vittoria,  nell’immaginario  collettivo,  rappresenti  una  sorta  di

«Capitale della mafia» e rileva come la puntuale e incisiva attivita’

della Commissione di indagine ne abbia confermato la presenza.

Al riguardo, condivide una sostanziale  continuita’  tra  omissis

nella «mala gestio» del Comune sia per gli aspetti piu’ marginali che

per quelli piu’ consistenti,  messi  efficacemente  in  evidenza  nel

corso della  relazione  svolta  sugli  esiti  dell’accesso,  come  ad

esempio il servizio dei rifiuti, il Mercato ortofrutticolo  dove,  in

particolare per quest’ultimo, il dato di rilievo e’  una  persistente

presenza  di  soggetti  controindicati,  con  tutte  le   conseguenti

criticita’ (condizionamento del prezzo, allungamento della filiera in

danno dei produttori, ecc.).

Il omissis prosegue poi con  un  breve  excursus  dell’operazione

«Exit Poll», che secondo le risultanze della  Direzione  Distrettuale

Antimafia ha messo in luce la presenza di un accordo mafioso  che  ha

coinvolto gli omissis con la individuazione dell’ipotesi di reato  di

cui all’art. 416-ter dei C.P. (scambio  elettorale  politico-mafioso)

sia per i omissis, sia  per  omissis  e  omissis,  sebbene,  poi,  il

Tribunale del Riesame non abbia  ritenuto  di  confermare  le  misure

cautelari.

A tal proposito, in relazione  a  quanto  previsto  espressamente

dall’art. 143 del T.U.E.L., il Procuratore, in  deroga  all’art.  329

del C.P.P., comunica che nei prossimi giorni verranno  depositate  le

conclusioni  delle  indagini  relative  ad  «Exit  Poll»   e   verra’

esercitata l’azione penale nei riguardi  di  omissis  e  di  omissis,

ribadendo e confermando l’ipotesi delittuosa di cui all’art.  416-ter

del  C.P.,  sottolineando,  nello   specifico,   l’assoluto   rilievo

criminale del  predetto  omissis,  tratto  in  arresto,  ed  in  atto

detenuto, per associazione  mafiosa  nell’ambito  dell’operazione  di

polizia «Ghost Trash», intervenuta qualche  mese  dopo  «Exit  Poll».

Conclude,  pertanto,  il   suo   intervento   manifestando   profondo

apprezzamento  per  la  notevole  attivita’  svolta   ed   esprimendo

favorevole avviso in  ordine  alla  proposta  di  scioglimento  degli

organi elettivi del Comune di Vittoria.

Il Procuratore della Repubblica di Ragusa,  analizzate  le  ampie

risultanze dell’attivita’ ispettiva, che ha  approfondito  tutti  gli

aspetti della vita amministrativa dell’Ente, mette in  evidenza  come

talune circostanze denotino comportamenti di singolare  arroganza  da

parte  di  soggetti  della  struttura  comunale.  Dichiara  pertanto,

anch’egli, il suo favorevole avviso per la proposta di  scioglimento,

facendo presente  che  dalla  pregevole  relazione  trarra’  numerosi

spunti che saranno oggetto di successiva attivita’ giudiziaria.

Il Questore di  Ragusa,  dopo  essersi  soffermato  sulla  natura

preventiva dell’attivita’ svolta  dalla  Commissione,  finalizzata  a

verificare le possibilita’ di un condizionamento  dell’Ente,  osserva

che l’accesso  ispettivo,  per  i  cui  esiti  manifesta  particolare

apprezzamento, ha dimostrato una continuita’ di «mala  gestio»  della

cosa  pubblica  tra  omissis  e  omissis,  sintomatica  di  possibili

infiltrazioni mafiose peraltro in un  contesto  ambientale  connotato

dalla  presenza  di  una  «mafia  storica».  Rileva,   pertanto,   la

sussistenza di precisi  indicatori  di  possibile  permeabilita’  del

tessuto   politico-amministrativo   dell’Ente   ed   esprime   parere

favorevole alla proposta di scioglimento.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri  interviene  affermando

che da quanto emerge dalla relazione e dai numerosi esempi di cattiva

amministrazione   e’   sicuramente   rinvenibile   il   fumus   della

permeabilita’  dell’Ente  a  possibili  forme   di   condizionamento,

esprimendo, nel contempo, favorevole avviso in merito  alla  proposta

di scioglimento.

Anche il Comandante  Provinciale  della  Guardia  di  Finanza  si

associa a tale valutazione, non  senza  avere  messo  in  evidenza  e

censurato la mancata volonta’ da  parte  dell’Ente  di  non  svolgere

un’attivita’ rigorosa in materia tributaria ove e’  stata  registrata

una notevole e diffusa evasione fiscale, unitamente alle incongruenze

verificate nell’ambito del Mercato ortofrutticolo di Vittoria.

Infine, il Capo Centro della DIA di Catania, sottolinea  che  gli

elementi di  criticita’  messi  in  luce  nella  esaustiva  relazione

ispettiva – fra i quali la gestione dei rifiuti, quella dei  voucher,

nonche’  il  Mercato  ortofrutticolo,  quest’ultimo  considerato   un

crocevia non solo per la  mafia  siciliana  ma  anche  per  le  altre

organizzazioni malavitose operanti al di fuori dei confini  regionali

(‘ndrangheta,  camorra,  ecc.)  –  costituiscono  aspetti  diretti  e

penetranti     di     condizionamento     e     di      permeabilita’

dell’Amministrazione. Esprime, pertanto, in relazione agli importanti

elementi emersi, piena e  convinta  condivisione  in  relazione  alla

proposta di scioglimento.

La scrivente, preso atto  anche  dell’unanime,  motivato,  parere

favorevole manifestato dai componenti del Comitato circa la  proposta

di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Vittoria, ritiene

conclusivamente  che  allo  stato  degli  atti  emergono,  ai   sensi

dell’art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000, concreti,  univoci

e  rilevanti  elementi  –  comprovati  dalle  risultante   dell’unita

relazione – su collegamenti diretti o indiretti con  la  criminalita’

organizzata di tipo mafioso degli amministratori tali da  determinare

un’alterazione del procedimento di formazione  della  volonta’  degli

organi elettivi ed amministrativi.

 

Il Prefetto: Cocuzza

 

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