ECCIDIO PASSO GATTA. QUELLE VITTIME NON SIANO UN SACRIFICIO INUTILE.

“I diritti e i valori fondanti della Costituzione italiana non sono cose che sono cadute dal cielo, ma sono principi di democrazia e di convivenza civile conquistati con il sangue, con caduti per la lotta sociale, con i sacrifici di quanti hanno combattuto e creduto nella causa della giustizia e della pace sociale. Ma il godimento dei diritti e dei valori non sono per sempre; bisogna tutelarli e valorizzarli con il buon esempio, il rispetto rigoroso delle leggi, giorno dopo giorno.”

E’ quanto dichiarato stamani dal sindaco, Ignazio Abbate, in occasione della celebrazione del 93° anniversario dell’Eccidio di Passo Gatta promosso da Cgil,Cisl,Uil e dal Comune.

Questa sua riflessione è stata particolarmente rivolta agli studenti delle terze classi dell’Istituto comprensivo “Carlo Amore” del plesso “De Amicis” che con gli insegnanti e i presidi hanno partecipato alla commemorazione dei martiri del 29 maggio del 1921.

La commemorazione ufficiale è stata tenuta da Michele Campioni in rappresentanza delle confederazioni sindacali che dopo aver inquadrato la strage nel suo contesto storico ha descritto il clima di terrore squadristico contro le amministrazioni democraticamente elette con sindaci socialisti, minacciati, compreso quello di Modica.

Il 29 maggio del 1921 a Modica una colonna di varie centinaia di lavoratori dopo un comizio tenutosi in c.da Passo Gatta, altissima la crisi economica e la disoccupazione, rientravano in città con alla testa l’on. Vajola, venne accolta dal fuoco di nazionalisti e guardie regie.

Quella strage ebbe un bilancio di sette vittime: Francesco Caccamo, Raffaele Ferrisi, Carmelo geloso, Luigi Azzarelli, Carmelo Vacirca e Carmelo Pollara.

Molto contadini rimasero feriti e trentanove vennero arrestati accusati di gravi reati. I braccianti furono condannati, assoluzione piena per gli autori della strage. Rosario Zocco, cento anni da poco compiuti, ha reso con lucidità la sua testimonianza dei fatti accaduti.

Malgrado quella strage e tanti altri morti, il problema del lavoro in Italia, ha concluso Campioni, rimane tale e quale come novantatrè anni fa.

Con la deposizione di una corona d’alloro ai piedi della statua in bronzo che ricorda l’eccidio e le note del silenzio fuori ordinanza e dell’inno di Mameli, la manifestazione si è conclusa.

 

 

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