DONNE IN CAMMINO

Vivacità di interventi, entusiasmo e passione hanno caratterizzato l’incontro DONNE IN CAMMINO, organizzato dall’Osservatorio Regionale Interpartitico Pari Opportunità e svoltosi il 21 Febbraio scorso nella sala conferenze del palazzo della Provincia a Ragusa.

 

Costituito nel 2011 proprio a Ragusa, come ha ricordato Rosanna Bocchieri, sulla base della “Carta Europea per l’Uguaglianza e la Parità”, l’Osservatorio ha oramai assunto una dimensione regionale, grazie all’adesione di donne di varie città siciliane, accomunate dalla voglia di discutere e collaborare per rendere sempre più sostanziale, e non solo formale, l’esercizio dei diritti in una società come la nostra, che pone ancora tanti ostacoli “che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione”, come recita l’art. 3 della Costituzione. Sono donne impegnate nella politica, attraverso l’appartenenza  a partiti e movimenti presenti nello scenario locale e nazionale, e nella società, attraverso le loro professioni e la partecipazione ad associazioni e progetti di promozione della piena dignità umana.

 

I numerosi interventi, pur nella diversità degli argomenti specifici affrontati, hanno messo in evidenza la necessità e l’urgenza di creare una cultura delle differenze, attraverso l’educazione al valore della diversità, sia essa di genere, sia di etnia, sia di condizioni soggettive, come la disabilità. Le leggi sulla parità, fondamentali certo e in gran parte già ottenute e in vigore, non sempre sortiscono gli effetti attesi, a causa di stereotipi e pregiudizi mai superati e forse oggi rafforzati dal clima di angoscia e rabbia, determinato dalla crisi politica ed economica che attanaglia l’Italia.

 

Non a caso, infatti, vari progetti elaborati dalle donne che aderiscono all’Osservatorio riguardano direttamente la scuola, ad esempio il forum fra associazioni di genitori e l’Ufficio Scolastico Regionale per elaborare un patto di corresponsabilità educativa intorno ai valori delle competenze, della solidarietà, dell’amicizia, della famiglia, proposto da  Franca Maria De Luca; oppure il seminario di pedagogia di genere nella scuola di base, rivolto ai docenti, per abbattere gli stereotipi ed educare alla diversità  il bambino nella fase in cui inizia a strutturare la sua identità di genere, proposto da Giovanna Criscione, che sta curando una sperimentazione in tal senso. Si tratta di percorsi già previsti da tempo nelle scuole di molti Paesi europei, ma  ancora rari nel nostro Paese, che sconta una maggiore arretratezza in tanti indici che riguardano la cultura delle differenze.

 

Anche Anna Maria Guardalà ha privilegiato l’ottica formativa, esponendo un progetto per istituire percorsi scolastici professionalizzanti, modellati su una  programmazione economico-sociale del territorio per creare quel lavoro che in Sicilia non c’è, ancor più che in altre regioni, ma che potrebbe esserci con un oculato coordinamento fra le varie attività incentrate sulla valorizzazione delle splendide risorse paesaggistiche e naturalistiche, culturali, agricole, eno-gastronomiche, secondo le vocazioni  dei diversi territori. Non si può parlare, infatti, di pari opportunità, se i nostri giovani possono solo emigrare e non, invece, costruire  il loro futuro qui, nella loro terra. Sul tema dello sviluppo economico che può provenire dal turismo destagionalizzato, gastronomico ed enologico, e soprattutto nel campo della convegnistica per l’aggiornamento professionale e per il conseguimento dei crediti formativi,  è intervenuto anche Vincenzo Cosentini.

 

Sul tema del lavoro in condizioni di parità di contratti, retribuzione, e accesso alle carriere si è incentrato l’intervento di Gianna Dimartino, che ha sottolineato la difficoltà di accesso al lavoro per le donne italiane, e ancora di più siciliane, rispetto alle donne di altri Paesi europei. Malgardo la Strategia di Lisbona prevedesse  entro il 2010 un tasso di occupazione femminile pari al 60%, l’obiettivo in Italia è largamente disatteso e si ferma a una percentuale del 46%, mentre scende ulteriormente al 30% in Sicilia, a fronte del 57% circa di Svezia o Francia. Tutto ciò nonostante le normative italiane per le pari opportunità siano avanzate e anche elogiate all’estero. Perchè allora non sortiscono i risultati attesi? Perchè il “tetto di cristallo” dell’ arretratezza e degli stereotipi di genere è ancora difficile da abbattere.

 

Un ruolo significativo spetterebbe agli enti locali chiamati a realizzare politiche di facilitazione per concretizzare le pari opportunità, come la concessione del microcredito  per le microimprese, gli aiuti per il collegamento  scuola-lavoro, o la conciliazione  lavoro-lavoro di cura, attraverso asili-nido, trasporti, ecc…

 

L’Osservatorio potrebbe, a questo proposito, estendere anche alle altre città l’iniziativa politica assunta a Ragusa, di presentare all’amministrazione comunale un ordine del giorno per il recepimento della norma 119 sul femminicidio, per attuare i servizi necessari alla conciliazione lavoro-lavoro di cura, per istituire l’assessorato alle Pari Opportunità, ove non ci sia.

 

 

 

Molti interventi hanno riguardato, e non poteva essere altrimenti, le molteplici forme di violenza di cui, purtroppo, le donne sono spesso le più numerose vittime.

 

Particolarmente coinvolgente su questo tema il monologo scritto per Franca Rame da Barbara Giorgi e recitato da Ilaria Bordenga. È un testo che dà voce alla forza della personalità e dell’autonomia femminile, a volte interpretata dall’uomo come minaccia, che sfocia in ossessione del controllo fino a trascendere in violenza: Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!

 

Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.

 

Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.”

 

 

 

La drammatica realtà della schiavitù delle giovani nigeriane, ad esempio, raggirate con il miraggio di un lavoro onesto per indurle a venire in Italia e poi schiavizzate e costrette alla prostituzione da organizzazioni criminali della stessa Nigeria, è stato lo sconvolgente tema trattato dal prof. Nino Rocca, del Coordinamento Anti-tratta “Favour e Loveth”, e dal pastore nigeriano Vivian Wiwoloku, presidente dell’associazione “Il Pellegrino della Terra , che operano a Palermo, dove si calcola che siano presenti almeno 500 nigeriane schiavizzate, dal cui sfruttamento la mafia nigeriana ricava non meno di 10 milioni di euro l’anno.

 

Claudia Parrino ha fatto notare come la soddisfazione per l’approvazione della legge 119, che contrasta la violenza contro le donne, o per la ratifica della Convenzione di Istambul, abbia un contraltare nella mancanza di strutture diffuse nel territorio che possano accogliere e sostenere le donne, e spesso anche i loro figli, nei casi così frequenti di violenza domestica. La paura paralizza le vittime nell’intenzione di denunciare il partner, perchè non si sentono difese e sicure dalle ritorsioni, e perchè spesso non hanno autonomia economica. Ritalba Mazzè, pischiatra, ha proposto di avviare un’interlocuzione con l’Assessore Regionale alla Salute affinchè in ogni dipartimento di salute mentale sia istituito un gruppo di sostegno per le donne che subiscono violenza, specie se minorenni. La necessità della cooperazione con le istituzioni è una chiara consapevolezza dell’Osservatorio, come ha messo in evidenza su più punti Silvana Zara, ed è un percorso già intrapreso, come dimostra la partecipazione di  Marina La Farina, dirigente dell’Assessorato ai Beni Culturali, presente in rappresentanza del governo regionale, cui è stata anche chiesta la possibilità di utilizzare una sede a Palermo.

 

Il collegamento con le istituzioni è stato invocato anche dalla senatrice Venerina Padua, che ha sottolineato la necessità di attenzionare una forma di violenza subdola, che si attua attraverso i social network e che colpisce in particolare preadolescenti ed adolescenti.  La senatrice è firmataria di un  Disegno di legge per il contrasto al cyberbullismo, che ha proposto di promuovere in collaborazione con l’Osservatorio.

 

In qualità poi di membro della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani, ha portato l’accento sull’emergenza che si vive nei centri di accoglieza dei migranti, dove il grande senso di umanità e solidarietà degli operatori, purtroppo a volte oscurato da singoli episodi di trattamento degradante, spesso supplisce le carenze delle normative ed è  proprio sul sentire spontaneo di tanta gente che esprime solidarietà che poggia il fondamento per continuare a lottare per il pieno riconoscimento della dignità umana.

 

Anna Ciancio ha presentato un progetto-pilota per la realizzazione di un centro di accoglienza per minori disagiati, vera emergenza se si pensa all’elevato numero di bambini migranti, spesso orfani di guerre e persecuzioni, o figli di rifugiati.  Un altro progetto ancora, dal titolo “Aiutami a fare”, è finalizzato allo sviluppo di capacità espressive, manipolative, relazionali per bambini diversamente abili,  attraverso un percorso formativo che si svolge in un laboratorio di ceramica.

 

Grande forza infine ha comunicato a tutta la platea Rossella Accardo, che, pur  avendo subito la tragedia  della perdita del marito e del figlio maggiore, “spariti” nel nulla non si sa per mano di chi, e del figlio minore, la cui morte è stata attribuita, non senza dubbi, al suicidio, ha  con forza non comune ricavato da così tanto dolore la consapevolezza  che bisogna lottare per l’unico valore che è al di sopra di tutto e che fonda tutti gli altri: la dignità della vita.  Con  determinazione ha intrapreso una lotta contro la cappa di piombo dell’illegalità e di un potere oscuro che ha troppe zone d’ombra fra economia, delinquenza organizzata, istituzioni, attraverso il progetto “Sicilia Porta d’Europa”. L’obiettivo è studiare le possibilità di creare in Sicilia opportunità di lavoro onesto e produttivo, in base ad accurate analisi di mercato e di valorizzazione delle risorse d’eccellenza locali. Il progetto mira anche a diffondere la cultura dell’accoglienza  dei migranti e a prevede forme di intervento nei Paesi africani di emigrazione,  per insegnare tecniche agricole avanzate, modi innovativi e remunerativi di gestione del territorio, per educare i bambini a una cultura della promozione delle potenzialità.

Appare chiarissimo, quindi, che le Pari Opportunità riguardano settori vasti e variegati della nostra società, perchè sono purtroppo numerose le condizioni soggettive, come la disabilità, o oggettive, come la difficoltà di trovare lavoro   per giovani e donne in particolare, che ostacolano la realizzazione di sè e richiedono, quindi,  precise misure e concreti inteventi per abbattere ostacoli e barriere, in collaborazione fra le istituzioni e la società civile. Appunto le finalità dell’Osservatorio.

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