Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
Donna getta rifiuti dal balcone, netturbino pubblica il video e viene denunciato: “assolto”
07 Feb 2024 09:19
Aveva gettato dal balcone al primo piano di casa sua, due sacchi di spazzatura in strada ma qualcuno l’aveva ripresa con un telefonino. Il video era stato poi divulgato sui social da un dipendente della ditta Busso che denunciando quanto accaduto, chiedeva di “intervenire drasticamente” – per punire gli incivili “nel rispetto dei cittadini onesti che fanno la raccolta differenziata e per rispetto dei nostri dipendenti che lavorano onestamente” – e di controllare se quella donna avesse il kit per la raccolta differenziata e pagasse la Tari. La ditta era particolarmente sotto pressione per l’avvio della raccolta differenziata e per le lamentele sulle micro discariche disseminate in alcune strade del centro di Ragusa. La donna però, era il 17 settembre del 2019, finita alla berlina sui social, ha denunciato il dipendente della Busso per interferenza illecita nella vita privata. Dopo una prima richiesta di archiviazione a cui il legale della donna, l’avvocato Carmelo Sciara si è opposto, il dipendente della Busso difeso dall’avvocata Alessandra Vicari, è stato mandato all’udienza predibattimentale con imputazione coatta, rischiando da 6 mesi a 4 anni di reclusione e la donna si è costituita parte civile.
LE MOTIVAZIONI
Il giudice monocratico in pre dibattimento – la nuova ‘udienza filtro’ introdotta dalla riforma Cartabia – ha sentenziato il non luogo a procedere nei confronti dell’uomo, perché il fatto non sussiste. Pubblica accusa e parte civile avevano chiesto di “procedere oltre”, di avviare il processo. Nella motivazione contestuale alla sentenza, il giudice cita due sentenze della Corte di Cassazione in cui viene evidenziato che il reato non è configurabile le riprese si svolgono in “luoghi di privata dimora liberamente osservabili dall’esterno” e nel caso in cui osservazione e ripresa “siano finalizzati esclusivamente alla captazione di quanto avvenga in spazi che, pur di pertinenza di una privata abitazione, siano però di fatto non protetti dalla vista degli estranei”. Il processo dunque non verrà celebrato.
Foto: repertorio
© Riproduzione riservata