Don Corrado Lorefice: “Gesu’ un nomade, non roba da brontoloni”

Non c’e’ Natale tutte le volte che non amiamo, quando non contribuiamo al canto della vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nell’omelia pronunciata in occasione del Natale guardando il Bambinello che, nella Chiesa Cattedrale, offre il suo sguardo ai fedeli presenti e a tutti coloro che, idealmente, sono li’, come davanti alla grotta di Betlemme. “S’incarna l’Amato, il Prediletto di Dio: Gesu’, il figlio concepito nel cuore e nel grembo di Maria, l’umile donna di Nazaret, nato in una grotta a Betlemme, custodito da Giuseppe e riconosciuto dai pastori. Nato non nel fasto ma nella poverta’, non in un palazzo o in una lussuosa clinica, ma da nomade, in un alloggio di fortuna, tra gente marginale ed emarginata come i pastori”. E’ un “avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Non possiamo rifugiarci, da indaffarati, nei trambusti alienanti incorniciati ad hoc nelle ricorrenze di feste ormai esautorate del loro significato umano e spirituale. Ne’ vivere da brontoloni per quello che ci viene vietato di fare. Per quello che non possiamo consumare. Per le tradizioni religiose e le manifestazioni civili che non possiamo realizzare. Questo Natale non e’ diverso. E’ il Natale di sempre che chiede di essere accolto nel nostro sacrario interiore, nelle nostre coscienze. E’ l’avvento di questo amore cosi’ grande, cosi’ vitale, cosi’ irrinunciabile per noi, cosi’ bello, cosi’ umano, perche’ totalmente divino. E’ la venuta del Signore Gesu’, l’Emmanuele. Dio e’ con noi. E’ tra noi”

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