DOMENICA 2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Domenica 2 giugno Festa della Repubblica italiana. Come preannunziato nei giorni scorsi a Ragusa la ricorrenza per espresso desiderio del Prefetto S.E. dott. Annunziato Vardè, coadiuvato dalla Provincia, dalla Sovraintendenza ai BB.CC. e dal Comune di Ragusa, ha avuto per la prima parte della giornata uno svolgimento all’insegna della sobrietà e della cultura della legalità con una serie di manifestazioni di grande valore simbolico. Eccoo la sequenza degli eventi: Ore 10.00 – Piazza Matteotti; Alzabandiera dinanzi al monumento ai Caduti;    Ore 10.30 – Piazza San Giovanni : Onori al Prefetto- Esecuzione dell’Inno Nazionale – Lettura del messaggio del Capo dello Stato – Allocuzione del Prefetto – Consegna delle onorificenze al Merito della Repubblica Italiana – Consegna delle “Medaglie d’Onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti” Esecuzione dell’Inno Europeo  – Onori finali  Esibizione del Coro “Mariele Ventre” di Ragusa Visita dell’esposizione di mezzi delle Forze di Polizia

MEDAGLIE D’ONORE AI CITTADINI ITALIANI DEPORTATI ED INTERNATI NEI LAGER NAZISTI

INSIGNITI VIVENTI

§     AVV. SALVATORE LUCCHESI,  RESIDENTE A VITTORIA 

     Ufficiale degli Alpini della Divisione Julia, nella primavera del 1944 viene catturato a Udine dalla S.D. (Sicherheits dienst – il Servizio Segreto delle SS) che lo sottopone a tortura. Successivamente viene deportato a Dachau, il primo campo di concentramento nazista, situato a circa 16 km a nord-ovest di Monaco di Baviera, aperto su iniziativa di Himmler, dopo la presa del potere di Hitler. Liberato dai soldati americani, nella primavera del 1945, viene finalmente rimpatriato. Sposatosi e padre di due figlie, Graziella e Luciana, dopo la guerra riesce a laurearsi in giurisprudenza, occupandosi nella vita dell’amministrazione della proprietà della famiglia.

§     Sig.  ROSARIO NICASTRO,  RESIDENTE A SCICLI    

     Facente parte della Divisione Pasubio del Battaglione Valchiampa partecipa alla guerra del 1943/1945, combattendo contro i nazisti per la liberazione del nostro paese. Durante un’operazione militare viene catturato, unitamente ad altri commilitoni, nei dintorni della città di Verona e rinchiuso nel carcere di Rovereto. A seguito del bombardamento della città viene trasferito nel campo di transizione (poi campo di concentramento) di Bolzano, comprendente diversi capannoni, dove i prigionieri venivano ammassati a seconda delle ideologie, delle etnie e delle religioni, tra i quali, anche uno specifico fabbricato adibito alle torture, adeguatamente attrezzato di forno crematorio e camera a gas.     Ogni mattina, sotto la stretta sorveglianza delle SS, insieme ad altri prigionieri, veniva portato a lavorare in un magazzino, dove senza sosta, era costretto a scaricare e sistemare quanto i soldati nazisti riuscivano a razziare sul territorio nazionale.     La sera, veniva ricondotto al campo unitamente ai sopravvissuti della giornata  i quali, erano spesso costretti a litigare tra loro per un po’ di acqua e un po’ di cibo, costituito quest’ultimo soltanto da bucce di patate. Le atrocità e le violenze di quei giorni rimarranno impressi, indelebili, nei ricordi della vita di Rosario Nicastro.

 

MEDAGLIE D’ONORE AI CITTADINI ITALIANIDEPORTATI ED INTERNATI NEI LAGER NAZISTI

INSIGNITI DECEDUTI

 

§     AVOLA  GIORGIO, NATO A MODICA IL 20 APRILE 1923

     Chiamato alle armi nel giugno del 1940, a causa dello scoppio della Guerra,  viene arruolato insieme al fratello nel reparto impegnato nelle operazioni militari in Grecia. Qui, accusato di spionaggio, riesce a sfuggire all’arresto nascondendosi in una fossa interrata scavata dove riesce a sopravvivere per parecchi giorni grazie all’aiuto di gente locale che gli portava – sia pur quando possibile – il cibo. Scoperto dopo alcune settimane, viene arrestato e condotto dalle truppe tedesche, con carri utilizzati per trasporto bestiame, in Germania in un campo di prigionia.      Maltrattato con mezzi di tortura, soffre il freddo, la sete e la fame ed è costretto a vivere per 17 mesi in condizioni disumane. Ridotto sottopeso per la scarsità di cibo, costituito per lo più da bucce di patate ammuffite e a volte anche da resti di animali putrefatti. Sopravvissuto ai tanti soprusi subiti durante l’intero periodo di prigionia, appena liberato, riesce a raggiungere – in parte a piede e in parte con mezzi di fortuna – l’amata terra di Sicilia. Si spegne nel novembre del 2009, all’età di 86 anni, con il desiderio di rivedere i luoghi della terribile esperienza di prigionia. (Consegnano la Medaglia d’Onore al figlio Avola Giovanni il Prefetto Annunziato Vardè e il Sindaco del Comune di Modica dott. Antonello Buscema) 

§     BATTAGLIA GIUSEPPE, NATO A VITTORIA IL 02 MAGGIO 1922. 

     Arruolatosi il 12 febbraio 1942,  come volontario  della  Regia  Arma Aeronautica, dopo aver frequentato il Corso di Montatori presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Valeriani” di Bologna, territorio dichiarato in stato di guerra, è assegnato alla Presidiaria di Bari da dove viene inviato in Grecia, per far parte del 72° Gruppo Autonomo  della  31^ Squadriglia Aerea.Catturato il 9 settembre 1943 presso Araxos (Grecia) dalle Forze Armate tedesche e trasferito, come prigioniero di guerra, in Germania, viene destinato al campo di concentramento di Harburg (circondario rurale annesso ad Amburgo), ove riuscirà a sopravvivere grazie al suo coraggio, alla sua intraprendenza ed alla sua determinazione.      Liberato dalle truppe alleate il 2 maggio 1945, rientra in Italia qualche mese dopo, ove riesce a realizzarsi nella vita, sia in ambito familiare che in ambito lavorativo nel settore del commercio, spendendo tutto se stesso per il benessere della moglie e delle tre figlie alle quali trasmetterà costantemente i giusti valori della vita ed assicurerà loro serenità, disponibilità al dialogo e comprensione.      Il decesso dell’amatissima moglie lo segna gravemente e la sua eccezionale fibra viene minata da un male incurabile che il 31 gennaio 1995, all’età di 72 anni, riesce a recidere il filo della vita di uomo integerrimo, marito esemplare e padre amorevole.

§     CORSI ADOLFO, NATO  A LA SPEZIA il 3 agosto 1924 

     Tutto ha inizio a  La Spezia la mattina del 24 agosto 1944 quando, a casa del signor Cosi Adolfo, già in congedo, si presentano alcuni militi delle famigerate Camicie Nere che li chiedono il nome ed i documenti nonchè notizie del fratello Ettore, reo di aver procurato, con un atto di generosità, una tessera annonaria ad una famiglia di sfollati. Lo trascinano quindi in auto e lo conducono al comando di Sarzana, dove sotto costante minaccia di fucilazione, con calci, pugni e schiaffi viene interrogato. Accompagnato in una cella buia ed angusta, viene accomunato ad altri poveri sventurati : l’ambiente è buio, timori ed angosce lo tengono sveglio tutta la notte anche a causa di sgraditi ospiti quali le cimici della cella; qui subisce altre umiliazioni e percosse che addirittura gli procurano la frattura della mascella. Dopo 32 giorni di cella, viene rinchiuso nel carcere di Marassi a Genova e, successivamente, viene trasferito nel campo di sterminio di Bolzano “Blocco A” , all’interno del quale viene adibito a lavori d’ufficio. Qualche giorno prima di essere deportato definitivamente in Germania, angeli con le ali d’acciaio bombardano la ferrovia, impedendo la partenza del convoglio, consentendogli di fuggire unitamente ad altri compagni di sventura. Con mezzi di fortuna e percorrendo per giorni e notti, a piedi, i tanti chilometri che lo separano da casa, riesce finalmente a far ritorno agli affetti familiari. Particolarmente legato alla famiglia, nel 1995 lascia la propria terra ligure per unirsi alla figlia Maria Grazia, residente a Ragusa. Muore nel settembre del 1999 all’età di 75 anni.

§     PUGLISI GIUSEPPE, NATO A S. CROCE CAMERINA IL 19 NOVEMBRE 1915.

     Arruolato giovanissimo nel Corpo della Guardia di Finanza, dopo lo scoppio della guerra, aderisce volontariamente al Battaglione della Guardia di Finanza e durante le operazioni belliche viene fatto prigioniero e condotto in un campo di concentramento in Germania. Successivamente viene internato in un campo di lavoro dove rimane fino alla liberazione da parte degli americani avvenuta nel mese di aprile del 1945. Questo periodo è caratterizzato da fame, fatica inumana, soprusi, angherie, paura quotidiana che lo riducono in stato di forte denutrizione, superato grazie ad un sentito spirito di patriottismo, ad una grande fede e alla speranza di poter ritornare in famiglia. Appena liberato effettua il viaggio tra mille difficoltà per giungere, spinto da un forte senso del dovere ed un attaccamento al Corpo di appartenenza, a Verona per riprendere servizio presso quel Comando della Guardia di Finanza; servizio disimpegnato successivamente presso diverse sedi , di cui da ultimo a Vittoria  dove si congeda con il grado di appuntato nel 1968. In vita ha sempre portato con sé il ricordo dei sacrifici sostenuti nell’adempimento del dovere di “Guerra”, reso ancora più pressante dalla perdita durante la guerra del fratello, Carabiniere, Concetto Puglisi cui è stata intitolata l’attuale Caserma dei Carabinieri di Santa Croce Camerina. Muore all’età di 93 anni. 

§     ROSA FRANCESCO, NATO A POZZALLO IL 31 MARZO 1907. 

     Chiamato ad assolvere, nel mese di maggio 1927, il servizio di leva in Fanteria, viene congedato il 19 ottobre 1928 dal Distretto di Leva di Noto, per essere nuovamente richiamato il 22 febbraio 1942 ed assegnato, dapprima, alla 171^ Compagnia Complemento di Milazzo e, successivamente, al 166° Battaglione di Sicurezza Nazionale che, allo scoppio del conflitto, parte per la Grecia.      Lì, il signor Rosa – durante il mese di settembre del 1943 – viene catturato dai soldati tedeschi, fatto prigioniero e, con mezzi utilizzati per trasporto bestiame, deportato  in Germania dove viene internato in un campo di prigionia all’interno del quale vive nell’umiliazione costante, soffre freddo, sete e fame, costretto tutto il giorno a pelare patate, sotto la diretta responsabilità e dipendenza del cuoco tedesco del campo di concentramento.      Sopravvissuto ai tanti soprusi subiti durante l’intero periodo di prigionia, appena liberato dai soldati russi il 17 agosto 1945 rientra in Italia presso il Centro Alloggio di Bologna ed il successivo 18 ottobre 1945 viene inviato in congedo illimitato. E’ morto all’età di 83 anni.

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