È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DIPENDENZA DA GIOCO D’AZZARDO
06 Apr 2014 20:37
Il “Gioco D’Azzardo Patologico” è classificato nei manuali diagnostici tra i “disturbi del controllo degli impulsi”, tuttavia presenta forti analogie con le tossicodipendenze, tanto da essere stato definito una “dipendenza senza sostanze” per la presenza di alcune caratteristiche simili alle altre dipendenze, tra cui l’assuefazione e l’incapacità di interrompere la condotta. Inoltre, come nelle tossicodipendenze, i vari tentativi di smettere determinano nel soggetto irrequietezza e irritabilità.
Si calcola che in Italia ci siano circa tremilioni di persone che giocano in modo rischioso, cioè scommettendo somme importanti rispetto al proprio patrimonio, di questi, circa un milione gioca in modo francamente problematico, con conseguenti disagi sul piano relazionale, familiare e lavorativo.
Il livello di gravità, con cui la patologia può presentarsi, varia. Sono elementi che ne indicano un livello di gravità elevato fattori quali la tendenza a non rassegnarsi di fronte a una perdita significativa, il cercare di rifarsi continuando a giocare e il superamento del confine della legalità con ricorso a comportamenti illegali quali truffe, assegni scoperti, furti, ammanchi sul luogo di lavoro con la finalità di trovare i soldi per giocare.
Tra i sintomi principali per far diagnosi di gioco d’azzardo patologico vi sono: l’essere eccessivamente assorbito dal gioco tanto da trascurare le normali occupazioni e la necessità di giocare con quantità crescenti di denaro per ottenere lo stesso piacere, ovvero l’assuefazione.
Da un punto di vista psicologico il disturbo si fonda su vari fattori che hanno a che fare con l’esperienza psicoaffettiva fatta nel corso della crescita dal soggetto, un elemento ricorrente in queste persone è l’eccesso di pensiero magico, pensano cioè di poter influenzare il caso, e mettono in piedi tutto un sistema, fatto di credenze matematiche erronee. Varie indagini hanno inoltre dimostrato che i giocatori d’azzardo compulsivi hanno un’alterata capacità di valutare le probabilità di vincere o perdere: il loro “pensiero positivo” li induce a puntare con estrema fiducia forti somme di denaro su scommesse improbabili, mettendo a serio rischio le loro finanze. Come mi riferì tempo fa un paziente in seduta, in loro vi è una sopravvalutazione dell’evenienza vittoria ovvero della possibilità di realizzare, giocando, una grossa vincita e una sottovalutazione del rischio, ovvero di perdere molti soldi tentando ripetutamente di vincere. Nella realtà le cose stanno esattamente al contrario, la possibilità di realizzare una grossa vincita al gioco è piccola, mentre, quella di prosciugare tutte quante le proprie risorse economiche fino al punto di rovinarsi del tutto nel tentativo di raggiungere la sperata vincita milionaria, è altissima.
La cura di questo terribile disturbo può essere sia ambulatoriale che residenziale presso comunità terapeutiche. Come per tutte le dipendenze se ne può uscire, ma la prognosi rimane riservata. Rispetto al disturbo si consegue un compenso o stabilizzazione, non una vera e propria guarigione, nel senso che il rischio di ricadute può essere in agguato. La possibilità reale, che questo accada, varia però da soggetto a soggetto in base alla presenza o meno di vari fattori.
Di fronte ad una patologia tanto perniciosa fa rabbia vedere i numerosissimi spot pubblicitari con cui uno Stato cinico, esclusivamente interessato al guadagno e incurante delle conseguenze, invita le potenziali vittime a giocare. Come giorni fa un paziente mi disse in seduta, mentre stava rendendosi conto della trappola nella quale si era infilato credendo di poter conseguire chissà quale vincita milionaria: “In realtà, mentre noi tentiamo ripetutamente la sorte al Bingo, alle Slot Machines o al Casinò, lo Stato mangia, i dipendenti pure, noi invece ci mangiamo solo gli stipendi”.
Dott.ssa Sabrina D’Amanti psicologa e psicoterapeuta
cell. 393.4753696 mail sabridama@tiscali.it
Studio di psicoterapia a Vittoria e Ragusa
© Riproduzione riservata