Defr sotto esame, Corte Conti bacchetta Regione

“Il Documento di economia e finanza 2020-2022 risulta ancora ben lontano dal modello ideale tracciato dal legislatore, mancando infatti, anche quest’anno, di elementi sostanziali per potere espletare pienamente le proprie funzioni nel processo di programmazione di bilancio”. Lo scrivono i magistrati della Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Siciliana nella relazione sulle previsioni del Documento di economia e finanza regionale e della nota di aggiornamento che è stata discussa, stamane, in Commissione bilancio all’Assemblea regionale siciliana.

Secondo i giudici contabili “permane la difficoltà di raccordare gli obiettivi di politica economica, definiti quantitativamente in termini di Pil programmatico, alle politiche di governo regionale. In secondo luogo, non appare adeguatamente sviluppata la seconda sezione, dedicata all’analisi sulla situazione finanziaria della Regione”. Infine, “il paragrafo dedicato alla copertura del disavanzo risulta comprensibilmente datato rispetto ai recenti sviluppi conseguenti alla parifica del rendiconto 2018”.

Sempre secondo i giudici contabili “la nota di aggiornamento del 25 ottobre 2019 ridetermina le stime di crescita del Pil regionale programmatico in +0,6% per il 2020, +0,8% per il 2021 e +0,9% per il 2022″. Si tratta di stime che la Sezione di controllo della Corte dei Conti reputa “ottimistiche alla luce delle serie storiche disponibili, delle più recenti previsioni sull’economia italiana, delle politiche pubbliche prospettate e dello scenario internazionale”.

In particolare, secondo le tabelle della Corte dei conti su dati Istat/Servizio statistica ed analisi economica della Regione siciliana per il 2019 (stime Prometeia) “l’economia siciliana ha sofferto di più durante il lungo periodo di recessione cominciato nel 2008 ed ha recuperato meno rispetto al resto del Paese nella breve fase di inversione del ciclo economico a partire dal 2015. La variazione cumulata reale del Pil Sicilia tra il 2008 e il 2014 è infatti stimata pari a -15,4%1 contro un dato meridionale del -13,5% e dato nazionale del -8,7%; di contro, nel periodo 2015-2019 le stime più recenti indicano una variazione cumulata per la Sicilia del +0,9%, per il mezzogiorno del +2,5% e per l’Italia del +4,7%, con dati particolarmente preoccupanti per l’economia regionale per il 2018 (-0,3%) e il 2019 (-0,3%) che appaiono segno di una nuova fase recessiva”. Unici elementi positivi, notano i giudici contabili, sono “nel 2019 la sostanziale stabilità dell’occupazione e del numero di imprese attive”.

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