DALLA VITA ALLA MORTE

Dalla vita alla morte è in un istante, come un capriccio del destino che si diverte con me per farmi fare esperienze di vita o  semplicemente per curarmi? Il mio cammino inizia più di nove anni fa con l’ingresso nella morte,girovagando qua e la senza meta, senza sapere bene quale fosse lo scopo; la non accettazione della realtà e il fuggire da essa per rifugiarmi in un’altra  dimensione, nella (NON VITA, il carcere).

La non vita distacca da tutto, tutto dà fastidio, anche il semplice alzare della voce di qualcuno, il volume del televisore, il canto mattutino degli uccelli va ad interrompere  il  (non sonno).Nella non vita, l’incertezza fa padrona mettendosi sempre davanti all’iniziativa, soffocando ogni forma di speranza che trascina sempre di più nel baratro, dove si tocca il fondo per poi ricominciare la salita e ritoccare il fondo. Mi accorgo che non sono mai risalito dal fondo, anzi sono sprofondato ancora più giù perché in realtà questo fondo in realtà non c’è. E’ un fondo per tappe e c’è un fondo sempre più in basso ed è sempre, sempre li! C’è di giorno, quando curi tutte le tue cose, quando per fuggirla studi come un forsennato o ti immergi completamente nella lettura, non puoi fermarti, se fai una pausa, ti cattura nuovamente e ti fa rientrare nella sua dimensione, la non vita.

Nulla ha senso, niente conta, tutto si nota e tutto dà fastidio; le cose piacevoli non hanno il gusto che devono avere, niente ha sapore, è tutto insipido, niente è come deve essere, nulla va come deve andare. Mi ricordo ancora quella volta in cui venni scarcerato  dopo aver scontato quasi sei anni di carcere; che strana sensazione, non sapevo bene come mi sentivo… ancora dovevo prendere coscienza di ciò che rappresentava passare dalla non vita alla vita. Niente più sogni interrotti dall’assalto di una paura improvvisa, la mente ritorna subito ad immaginare, a sognare, a pensare!La vita non è come la non vita, la vita ha gusto in qualsiasi cosa, in ogni situazione che vivi; la vivi e basta… così com’è!

Tutto diventa semplice, naturale, c’è una voglia irrefrenabile di fare, di dire e capire.                                        

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