Dal patto del vino, al Vinitaly, una spinta alla Lega per la ricandidatura di Musumeci? Prosit

Ricordate il “patto dell’arancino“? Quello che portò a Catania, davanti a buoni arancini al ragù, i leader Berlusconi, Salvini e Meloni ad appoggiare Musumeci per la sua prima candidatura? Chissà se dietro al “Patto delle due P.”, appena siglato stamani al Vinitaly di Verona, tra un bicchiere di prosecco e uno di passito, dai governatori Luca Zaia del Veneto e Nello Musumeci della Sicilia, ci sia dietro anche un retrogusto politico? Agitando i bicchieri, come ci insegnano i sommelier nei corsi, oltre ai sentori profumati di questi due vini, il nostro naso sente anche altro. Ci sbagliamo? Possibile. Ma andiamo subito al dunque.

Zaia è uno dei principali esponenti della Lega e non sempre si è trovato sulla stessa linea di Salvini. Anzi, al di là delle belle facciate fatte di sorrisi e abbracci, ha spesso cercato di correggere la linea interna della Lega. Chissà se Musumeci non abbia pensato di “ubriacarlo” un po’, con del dolce passito, per magari spingere Zaia ad intercedere all’interno proprio della Lega (che sta tentando di cambiar pelle…per diventare Prima l’Italia) ed incassarne l’appoggio alla sua ricandidatura. Com’è noto, in Sicilia, con il coordinatore regionale Nino Minardo, la Lega si è in buona sostanza opposta alla ricandidatura di Musumeci anche se, dagli ultimi sondaggi, proprio il governatore di origini etnee, resta in testa al gradimento tra vari possibili candidati (Minardo compreso).

Ed allora Musumeci avrà detto, ok, vado al Vinitaly, mi faccio vedere a fianco delle imprese siciliane presenti (e a giudicare dai selfie su instagram praticamente mezza Sicilia imprenditoriale è al Vinitaly) e mentre ci sono, a Zaia gli offro un dolce passito così gli faccio capire quanto è buona la terra siciliana. Ed anche per il futuro, non si sa mai. Magari anche Zaia ha delle future velleità e la Sicilia, un tempo roccaforte del Centrodestra, potrebbe sempre dare una mano. I due governatori, ai giornalisti presenti, hanno detto che questo patto tra prosecco e passito serve ad esaltare le produzioni vitivinicole d’eccellenza: “Due terre italiane diverse, ma capaci di scambiare buone pratiche”. Sarà davvero così oppure, come noi immaginiamo da malpensanti, c’è dietro dell’altro? Lo vedremo. Intanto prosit.

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