DAL PANTANO, CON FURORE.

La specie di Pollo Sultano, caratterizzata da una livrea in cui spiccano smaglianti colorazioni rosse e turchesi, si era estinta in Sicilia negli anni ‘60 ed è stata oggetto di un programma di reintroduzione iniziato nei primi anni 2000. Un programma che sta continuando a dare i suoi frutti positivi per quest’organismo, considerato quasi a rischio in Italia.

I suoi colori sgargianti hanno fatto capolino al Pantano del Maganuco ed osservati subito dal biologo Antonino Duchi e dai suoi collaboratori.

Le interessanti osservazioni, che sono state ritenute meritevoli di pubblicazione nella rivista “Il Naturalista Siciliano” della Società siciliana di Scienze Naturali, sono state svolte nell’ambito del progetto “Un Mare d’Ambiente”, condotto da Legambiente Ragusa con il Comune di Pozzallo e finanziato dal Ministero della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale

Si è aggiunta recentemente una nuova perla alla collana d’interessanti riscontri ornitologici al Pantano del Maganuco, dopo la nidificazione della rara anatra Moretta Tabaccata lo scorso anno.

 Un’ulteriore conferma che quando si lavora bene ed in sinergia si ottengono importanti risultati.

“Lo scorso autunno-inverno abbiamo potuto osservare due individui, probabilmente una coppia”- afferma Antonino Duchi- “sostare e nutrirsi in diversi siti del pantano, a conferma che il Pollo Sultano, dopo la sua reintroduzione, si sta via via ancora diffondendo nelle aree della Sicilia Sud-orientale. Le osservazioni di due individui assieme facevano sperare in una nidificazione, ma questa non è avvenuta, probabilmente per la carenza idrica in quest’annata di forte siccità, amplificata dalla cattiva gestione delle acque tipica purtroppo del nostro territorio”.

Le attività di monitoraggio ornitologico, oltre ad implementare l’interesse naturalistico dell’areale ibleo, confermano ancora una volta l’importanza delle zone umide costiere per la salvaguardia della biodiversità.

Purtroppo quest’importanza non è ancora diventata patrimonio diffuso e condiviso, visto lo stato di profondo degrado in cui versa tale sito naturalistico, con a monte una zona industriale, tagliato in due da una strada a forte presenza veicolare e da un parcheggio, e punteggiato da una diffusa presenza di discariche di rifiuti, frutto di una evidente carenza nella gestione e nei controlli, come testimoniato anche dall’osservazione di veicoli a motore in spiaggia e perfino sul delicatissimo sistema dunale.

Occorre un’inversione di tendenza, mirante alla riqualificazione ambientale, per restituire all’ambiente ed alla comunità un’area di grande interesse, anche nell’ottica di un turismo naturalistico e realmente sostenibile.

Un impegno che spetta in primis ai due Comuni di Modica e Pozzallo, che condividono quest’ambiente. Un ambiente ricco dal punto di vista della biodiversità, habitat naturale di specie animali e vegetali che scelgono queste terre per nidificare e dare la vita.

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