Coworking un fenomeno tutt’altro che passeggero

Navigando su internet o semplicemente parlando con gli amici avrete sicuramente sentito almeno una volta il termine “coworking” e vi sarete chiesto cos’è, come e se funziona. Leviamo subito il dubbio sull’ultimo quesito: il coworking non solo funziona ma rappresenta una realtà in continua e forte crescita, non un semplice fenomeno passeggero.

Tuttavia il coworking non è solo uno spazio condiviso tra persone che vogliono dividere i costi o gli oneri legali\immobiliare. Bisogna vedere questo fenomeno come sociale più che economico. L’ambiente lavorato infatti, diviene luogo di inclusione e condivisione. Alcune regole sono fondamentali per il vivere e lavorare comune ed è necessario che queste vengano rispettate, tuttavia è proprio la fluidità, flessibilità ed adattabilità di ambienti come il coworking che permette al lavoratore la massima espressione del proprio operato e, perché no, di se stesso.

Chiaramente una gran parte lo fa anche il risparmio dato che tutto il materiale e gli spazi sono condivisi; così come l’affitto, variabile ma comunque che non raggiunge mai cifre esose. Altro aspetto positivo del coworking è la libertà di utilizzo dello spazio di lavoro sia nei giorni che negli orari, senza nessun appuntamento fisso e obbligato: solo se e quando lo spazio viene realmente utilizzato si procede con il pagamento da parte del coworker.

Si diceva dunque, fenomeno sociale più che economico perché è proprio in un clima rilassato e di condivisione che sovente nascono ottime idee e collaborazioni. L’ambiente non incita ad una scarsa professionalità bensì ad uno sharing che rende lo spazio di coworking un luogo fertile per nuovi approcci, nuove idee, nuove soluzioni e nuovi rapporti. I coworker parlano tra loro, si confrontano e imparano l’uno dall’altro.

L’idea nasce dall’americano Brad Neuber, professione informatico, che, in un semplice locale con poche poltrone sedie e scrivanie, crea il San Francisco Coworking Space. Lo scopo principale era quello di condividere servizi e connessioni con altri professionisti del luogo, nello specifico freelance che non avevano un luogo da chiamare “posto di lavoro”. 

Condivisione dunque è la parola chiave del coworking che rappresenta un luogo di incontro in cui singoli lavoratori si confrontano dando luogo a significative sinergie e facendo networking.

Dagli Stati Uniti questa modalità di lavoro si è poi diffusa in altri Paesi sino a giungere anche in Italia dove dapprima si sviluppano in Italia 40 realtà di coworking a Milano (interessante la presenza di spazi coworking in zone come Lambrate e Gorla). Tuttavia il fenomeno interessa ben presto anche altre regioni italiane arrivando ad oltre 200 realtà di coworking in tutto il territorio italiano.

Anche al sud Italia il fenomeno prende piede come per esempio dimostra l’utilizzo dei coworking a Napoli che spazia da luoghi ampi luminosi e spaziosi, ad altri con importanti forniture tecnologiche fino ad arrivare a posti che vantano un’ottima mensa con prodotti partenopei di prima qualità. Dal quartiere commerciale della città, alla zona centrale di Napoli sino a passare a zone più esterne e meno trafficate, gli uffici di coworking si sono ormai ampiamente sviluppati sul territorio napoletano dando ai freelance la possibilità di usufruire di luoghi ormai affermati e funzionali.

Di grande impatto è poi la finalità dichiarata di alcune di queste realtà di coworking che destinano i propri spazi e i propri servizi a creativi, a tecnici, ad artigiani etc.

In alcuni casi di parla anche di coworking aziendali in quanto ad essere ospitati non sono soltanto i singoli professionisti ma intere aziende che usufruiscono degli spazi a loro concessi per espletare tutte le loro attività in un ambiente tecnologico con sale riunioni e spazi per eventi e, da non dimenticare, l’accesso libero a server cloud. Sostenibilità e lotta agli sprechi, condivisione e sinergia, comodità e strumenti a disposizioni: poche parole per definire il coworking! 

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