Coronavirus, Dipasquale: “Sburocratizzare e accelerare le procedure, la Regione deve essere di complemento alle misure del Governo nazionale”

L’on. Dipasquale, deputato regionale del Partito Democratico e segretario del Consiglio di Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, interviene sulla delicata questione degli aiuti alle imprese per l’emergenza economica dettata dal Covid-19.
“Il dibattito, in questo momento, è acceso fra quanti lamentano troppa burocrazia per accedere ai finanziamenti agevolati per le imprese e quanti avrebbero desiderato il sistema dell’‘helicopter money’.
Il Governo nazionale, e il Partito Democratico è parte attiva in questo processo decisionale, si è attivato con delle misure comunque pesanti e incisive, come non era mai avvenuto prima nella storia d’Italia. Non è da escludere che, ove si ritrovassero le condizioni per una erogazione a pioggia di contributi, il Governo centrale agirà di conseguenza, ma è inevitabile che un simile programma di assistenza, giocoforza, dovrebbe essere limitato nel tempo, se non, di certo, una tantum, e limitato nelle risorse, tanto da poter essere assimilato ad un reddito minimale per tutti”.
“È doveroso considerare – continua l’esponente dem – che una simile operazione potrebbe essere di ausilio momentaneamente, ma non pone le basi per il futuro delle persone e delle aziende, a meno che non si voglia pensare a una assistenza mantenuta nel tempo.

La crisi determinata dall’emergenza sanitaria in corso sta assumendo proporzioni allarmanti, il sostanziale azzeramento dei valori di produzione delle PMI siciliane ha messo in ginocchio, di fatto, un sistema economico già profondamente provato. Molti parlano di un ‘piano Marshall’ per l’emergenza Coronavirus, cioè simile a quello messo in piedi dopo la guerra, ma quel piano funzionò non perché furono dati i soldi a pioggia, senza condizioni, ma perché il cittadino fu messo nelle condizioni di operare senza burocrazia, senza lacci e lacciuoli, senza un’imposizione fiscale pesante, senza la spada di Damocle di adempimenti e scadenze continue. Occorre non tanto erogare fondi a pioggia quanto liberare il cittadino dall’oppressione burocratica”.

“In questo – aggiunge ancora il parlamentare ibleo – per noi in Sicilia un ruolo fondamentale lo deve svolgere la Regione che ha i mezzi e le condizioni per facilitare la via verso la ripresa e il rilancio dell’economia dell’isola. Condizioni che sarebbe stato essenziale instaurare anche senza l’emergenza, ma che ora diventano inevitabili. Del resto, non si possono criticare a priori, misure che consentono di accedere a prestiti da 25.000 euro con interessi minimi, quasi a zero, rimborsabili in sei anni a partire, praticamente dal terzo anno, erogabili senza istruttoria e senza garanzie.

Il nostro lavoro, sintetizzando, è una terapia d’urto per gli effetti economici del Coronavirus, un autentico schema “Cura Imprese”, legato a finanziamenti a tasso zero, a medio e lungo termine, con almeno due anni di preammortamento, fondo perduto e riattivazione di strumenti essenziali come la CRIAS”.
“È la Regione Siciliana – ribadisce Dipasquale – a dover diventare protagonista del sostegno alle imprese. Gli strumenti ci sono, gli Assessorati locali allo Sviluppo economico devono diventare le basi operative sul territorio per dare vita a un programma di assistenza diffusa che si deve affiancare a quello nazionale e può risultare anche più efficace. Si devono mettere in campo le migliori professionalità per fare il nostro piano Marshall. In questo contesto drammatico la Regione Siciliana ha oggi l’opportunità di dare una risposta realmente poderosa all’economia dell’Isola e può farlo con una concreta fruizione dei fondi comunitari disponibili e una ottimizzazione di ulteriori disponibilità attualmente non utilizzate.

Giusto pensare, quindi, come ritengono anche autorevoli organizzazioni datoriali, che un sostegno in termini di liquidità e di aiuti una tantum alle imprese sia una misura necessaria e al contempo compatibile con le premesse qui indicate.
Serve dunque un’immediata immissione di liquidità, con l’utilizzo di un vasto plafond economico a supporto delle micro e piccole imprese attraverso una gestione affidata ad intermediari finanziari.
In Sicilia è presente una solida realtà di consorzi fidi autorizzati. Non mancano strumenti specifici, quali il Fondo per il credito di funzionamento degli artigiani e delle cooperative. Una percentuale molto alta di operatori economici non potrà rispettare le condizioni di merito creditizio ottimali e occorre dar loro strumenti utili a tamponare l’attuale situazione e, successivamente, idonee a riattivare il ciclo economico.

Occorre, primariamente, servirsi degli istituti regionali quali Irfis, Ircac, Crias, dei Confidi, con modelli di istruttoria improntati a velocizzare ogni iter”.
“Siamo chiamati a un intervento straordinario a salvaguardia del sistema economico siciliano – conclude Dipasquale – e la Regione, con responsabilità, deve assumere il ruolo che gli spetta”.

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