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Una “valigia di salvataggio”, per iniziare un nuovo percorso lontano dalla violenza
22 Nov 2023 13:29
Valigie per salvare delle vite, per non tornare indietro. Saranno consegnate, seguendo un protocollo sottoscritto stamane tra Questura e Comune di Ragusa, alle donne e alle madri, “per non tornare indietro”. Fortemente voluta dal questore di Ragusa, Vincenzo Trombadore, l’iniziativa “La valigia di salvataggio” è stata proposta dall’associazione “Salva bebè – salva mamme” di Roma che dal 2015 ha come partner il gruppo sportivo Fiamme oro rugby.
Katia Pacelli, psicologa è direttore associazione che dal 2014 ha dato un aiuto concreto a 3500 donne che lo hanno chiesto, “come Sara arrivata incinta, di notte con un bimbo di 2 anni e senza nulla con se; o Cristina che per un anno intero ci ha chiamati ogni venerdì per essere certa che noi ci fossimo, pronti ad accoglierla se trovava il coraggio di lasciare il compagno violento, o un bimbo di 9 anni che aveva lasciato tutto il suo mondo, i suoi giochi, senza avere più nulla e in quella valigia ha trovato tanti giochi compreso il suo supereroe preferito”. Più volte è stato sottolineato il ruolo del questore di Ragusa che ha lanciato l’iniziativa, con la sottoscrizione del primo protocollo a Macerata, a livello nazionale.
“Ogni valigia contiene un kit di prima necessità anche per i bambini, per non tornare indietro e iniziare un nuovo percorso lontano dai soprusi, dai maltrattamenti, dalla violenza di genere. La presenza delle Fiamme oro del rugby, ha un valore altamente simbolico – ha detto il questore – oltre al supporto concreto alle iniziative dell’associazione e l’impegno nel quotidiano sociale . Il rugby è uno sport in cui si avanza ma si passa indietro e la forza non basta, serve il sostegno di tutti per arrivare alla méta. E la stessa cosa avviene nella società. Proseguiamo con l’impegno; anche con queste iniziative rafforziamo la rete di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere, sostenendo tempestivamente le vittime che sfuggono a situazioni di grave pericolo”.
Un protocollo complessivo che fa da cornice alla sottoscrizione odierna, è stato sottoscritto a marzo del 2021 in prefettura. “Con i fatti drammatici recentemente accaduti – ha detto il prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri – non basta la repressione o l’aumento delle pene; da sole non riescono a contrastare un fenomeno culturale che per essere cambiato ha un orizzonte temporale non certamente rapido” . Per un mutamento culturale è necessaria la collaborazione di tutti.
“A Ragusa, nel centro di viale Colajanni c’è una stanza messa disposizione dalla prefettura, dove operano le associazioni di volontariato per accogliere le segnalazioni delle donne vittime di violenza di genere. Servono sensori sul territorio, impegno del volontariato e del terzo settore, valore aggiunto al quale non si può rinunciare – conclude il prefetto Ranieri -, per innescare forme di mediazione culturale e mediazione sociale”. L’invito del colonnello Carmine Rosciano, comandante provinciale dell’Arma è che il tema non venga ricordato solo il 25 novembre o l’8 marzo, ma che resti nell’agenda istituzionale tutto l’anno. “Pregiudizio, prevaricazione e proprietà non possono fare parte delle parole di una relazione”. Come Rosciano, anche il colonnello Walter Mela, comandante provinciale della Guardia di finanza ha sottolineato l’importanza della prevenzione: “quando si arriva alla fase repressiva significa che qualcosa è già accaduto. Bisognaa imparare a cogliere e interpretare per tempo i segnali di prevaricazione che si esplicitano per esempio in forme di controllo ossessivo e possessivo, per incidere nella vita altrui”.
“Sono 105 le donne oggi uccise quest’anno in Italia. Secondo i dati Istat, il 97 per cento delle donne ha subito violenza di qualche genere nel corso della sua esistenza.E’ questa è la cultura che dobbiamo scardinare, quando le donne dicono ‘no’ è proprio ‘no’ quello che intendono e la loro volontà deve essere rispettata”, dice l’assessore alle politiche sociali e alle Pari opportunità del Comune di Ragusa, Elvira Adamo. “La città di Ragusa ha nelle istituzioni un punto di riferimento, si cammina e si lavora insieme – ha commentato il sindaco Peppe Cassì -. Nella sinodalità, ognuno può dare un contributo ad affrontare e risolvere problemi comuni e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
Massimiliano Bizzozzero poliziotto e dirigente delle Fiamme oro rugby ha voluto porre l’accento sull’importanza della testimonianza per trasferire valori, come nello sport: conoscere queste donne che hanno subito violenze è una esperienza che non solo ci tocca profondamente ma che ci insegna molto”. Si è rivolto poi ai ragazzi dell’istituto Vico – Umberto I – Gagliardi di Ragusa presenti in rappresentanza:
“Dall’emergenza in cui siamo si può cambiare cultura: voi ragazzi potete cambiare le mentalità”. Presenti alla stipula del protocollo, le associazioni antiviolenza del territorio e gli operatori dei servizi sociali del comune capoluogo. La Questura di Ragusa è stata autorizzata dal Dipartimento di pubblica sicurezza ad avvalersi della collaborazione esterna di una consulente psicologa per partecipare agli incontri di sensibilizzazione con le scuole anche in tema di violenza di genere. Lo ha annunciato il questore al termine della conferenza stampa




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